Shanghai 19 Ottobre 2014, tardo pomeriggio di lunedì.

Shanghai Mappa

Ad attenderci alla stazione dei treni ad alta velocità, troviamo la nuova guida che sarà il nostro angelo custode per tutto il tempo che sosteremo a Shanghai, ultima tappa del nostro tour in Cina. Si tratta di un distinto signore sulla quarantina che parla molto bene l’italiano e con il suo sorriso accattivante riesce subito a entrare in sintonia con il nostro gruppo. Ci chiede se abbiamo voglia, prima di andare a cenare in albergo, di dare un primo e veloce sguardo panoramico alla città che si prepara ad accendere le luci che la illumineranno fino a tarda notte. Ovvio che il gruppo dei mai stanchi accetta l’invito! Dopo un breve tragitto in pullman arriviamo sulla sopraelevata pedonabile che si affaccia sul fiume Huangpu. Nella foto aerea potete subito farvi un’idea della città:

Shanghai_Huangpu

L’Huangpu, affluente di destra del fiume Yangtze in cui sfocia nella parte terminale dell’estuario, è il principale dei fiumi che attraversano Shanghai e costituisce una via di comunicazione per le merci dirette ai vari cantieri della città e anche a quelli in prossimità del mare cinese orientale.
Nonostante si tratti di un corso d’acqua di modesta lunghezza, ha una buona portata, costante tutto l’anno. Di media ampio 400 metri, larghezza considerevole che ne rende difficile l’attraversamento con ponti; profondo 9 metri,  fornisce gran parte delle risorse idriche alla metropoli; divide Shanghai in due zone: Pudong (est) e Puxi (ovest).
Dicono che sia molto piacevole percorrerlo in battello in quanto permette di ammirare il Bund (il distretto finanziario della città) e le ardite costruzioni di Pudong, ma noi non avremo tempo di affrontare questa gita.
L’Huangpu si dirige verso est e passa sotto il Ponte Yangpu: questa colossale infrastruttura, ideata per collegare Pudong al resto di Shanghai, è il ponte sospeso più lungo della Cina.

Shanghai_ HuangPu Bridge

Più avanti, la sponda pullula di gru, di macchinari per il sollevamento, di magazzini e di tutte le strutture tipiche di un porto fluviale sempre attivo. Il fiume, infatti, è costantemente solcato da mercantili, giunche, chiatte, navi cisterna, lance e rimorchiatori. Le imbarcazioni cariche di sabbia, legname e di cemento lo risalgono dirette in città ai cantieri di Pudong, seguite da altre cariche di carbone. A causa dell’intenso traffico che lo caratterizza l’Huangpu è molto inquinato. Nelle foto seguenti, il fiume e lo skyline della città, visti percorrendo un’ampia pedonabile sopraelevata. Sulla sinistra, l’avveniristica torre della TV.

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Come potete capire dalle foto, il primo impatto con la città è impressionante. Benché sia sera, il fiume è ancora in piena attività, mentre sulla pedonabile terrazzata i turisti si attardano a fotografare il panorama immerso nella foschia del tramonto.

A questo punto riprendiamo il pullman e ci spostiamo nell’albergo Central dove ceneremo alla grande, scegliendo personalmente tutto ciò che desideriamo e nelle quantità che più ci aggradano in un self-service davvero attrezzato con specialità sia cinesi che internazionali.

Shanghai Hotel Central

Ma la sera non finisce qui, la guida ci propone (e noi accettiamo) di avventurarci nell’ex Concessione Francese dove potremo ammirare un pezzetto di Parigi trapiantato in Cina (vedere filmato). Non per niente la città è anche chiamata la Parigi d’oriente

IMG_2015Shanghai_Quartiere francese

In effetti sembra proprio di essere immersi in un tipico quartiere francese con tavolini sulla strada e chiassosi avventori che mangiano mousse de saumon, rissoles ai funghi, soufflé al formaggio, bouillabaisse marseillaise sorseggiando un Chablis d’annata, un Chardonnay o un Domaine de Vaudon… Qui potrebbe trovarsi a proprio agio anche l’esimio commissario Maigret mentre gironzola fra i vari bistrot con la sua eterna pipa in bocca e l’occhio vigile a cercare l’assassino di turno con gli occhi a mandorla…

Un’altra curiosità della serata nel quartiere francese è il palazzo che ospitò la prima riunione del nascente partito comunista cinese: qui, a seconda delle proprie convinzioni politiche, è d’obbligo una preghiera di ringraziamento o una maledizione… Occhiolino

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Risaliti sul pullman, torniamo sulla sopraelevata pedonabile che avevamo visto al tramonto per dare uno sguardo di notte agli enormi fasci di luce multicolore che si alzano dall’acqua sorvolando i grattacieli e i monumenti di Pudong.

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Dopo questa scorpacciata di luci colorate e di grattacieli illuminati a giorno, arriva – finalmente –  l’ora di tornare in albergo per fare riposare le stanche membra.

Shanghai 20 Ottobre 2014, martedì mattina. 

Il programma della giornata inizia con un’accurata visita alla Città Vecchia:

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Intermezzo

Nella città vecchia ci sono una pletora di negozi e bancarelle che vendono un po’ di tutto e perciò la guida, prima di proseguire, ci lascia mezz’ora di tempo per fare acquisti. Proprio qui è avvenuto un episodio che poteva portare alla rottura delle relazioni commerciali tra l’Italia e la Cina: protagonisti i Losito (io e la mia metà)  e una simpatica quanto furbetta commessa di una bancarella che vende chincaglieria per la casa. Mia moglie, da tempo, desiderava acquistare dei poggia-posate in ceramica da mettere in tavola durante pranzi o cene fra amici, giusto per preservare le preziose tovaglie che lei sfoggia in alcune importanti ricorrenze, ebbene, la città vecchia di Shanghai è il posto giusto per trovare quest’articolo. Infatti lo vediamo esposto in negozi di un certo livello ma il prezzo unitario di 10 yuan (circa un euro e mezzo) ci sembra eccessivo per quei minuscoli oggetti in ceramica cinese. A noi ne occorrono 12 e avremmo speso 120 yuan (poco più di 17 euro).

Decidiamo di comprarli su una bancarella, pensando di spendere meno. Ce li offrono due commesse (una magrolina e l’altra, il capo in testa, più cicciottella) al prezzo di complessivo di 200 yuan (circa 29 euro). Naturalmente dico subito di no e faccio la mossa di andarmene. La commessa più in carne mi trattiene per il braccio, mi passa la calcolatrice e mi fa segno di indicare io stesso quanto voglio spendere. Digito 100 ma lei controbatte con 140. Dico ancora no e lei scende a 130, ultimo prezzo. Vorrei continuare la trattativa ma mia moglie mi da un calcio negli stinchi per farmi capire di piantarla e di accettare il prezzo proposto, in fondo è praticamente lo stesso visto prima nei negozi. Di malavoglia dico di sì e la commessa magrolina comincia a contare i 12 pezzi richiesti ma, ahimè, a disposizione ne ha solo 10. Mi cascano le braccia, abbiamo perso un sacco di tempo per niente, a noi 10 non bastano. Per la seconda volta decidiamo di andarcene,  ma la commessa capo in testa ci assicura che in pochi minuti può procurarci i due pezzi mancanti. Acconsentiamo di aspettare e la commessa in seconda corre via diretta non so dove…

Passa il tempo e la commessa magrolina non compare. Vedo che la guida fa segno che è quasi terminato il tempo dedicato agli acquisti e perciò, dispiaciuti, salutiamo e ci allontaniamo dalla bancarella. Non facciamo che pochi passi in direzione di un negozio dove avevamo visto lo stesso articolo (e dove, oltretutto, costava qualche centesimo in meno) che, tutta trafelata, ci raggiunge la commessa magra con i due pezzi mancanti e ci invita a tornare sui nostri passi. Ormai ho perso la pazienza e le dico di no e lei, per farmi cambiare idea, mi assicura un ulteriore piccolo sconto sulla cifra pattuita con la sua collega. Ritornati alla bancarella vedo e sento le due ragazze che discutono animatamente: in tutta evidenza la commessa grassoccia sta dando una girata alla collega che ha preso una decisione commercialmente scorretta: quando il cliente ha accettato un prezzo non si può e non si deve fare un ulteriore ribasso.

Questione di un attimo e la commessa capo in testa, inaspettatamente, scoppia in lacrime. A rigor di logica a piangere doveva essere l’altra…

A quel punto interviene mia moglie. Questa volta non mi dà un calcio negli stinchi ma mi ordina di farla finita, di pagare il pattuito e di rientrare nel gruppo che è lì in attesa di proseguire la visita della città vecchia. Tiro fuori il portafoglio, pago e, prima di andarmene, abbraccio la commessa in lacrime che, subito, smette di piangere e accetta il mio gesto conciliatore.

A tutt’oggi sono convinto che il pianto della ragazzotta sia stata una messinscena a mio uso e consumo. Una furbata commerciale. Comunque mia moglie aveva ragione. Non valeva la pena di rischiare un incidente diplomatico per così pochi centesimi. A bocca aperta A bocca aperta

°°°°

Proseguendo all’interno della città vecchia, incontriamo un delizioso laghetto che percorriamo su un classico ponte cinese a zig zag (anche a Shanghai esistevano i draghi…) e dove ci scateniamo a fare foto e filmati.

Shanghai_città vecchiaIMG_2096

Ma questa meraviglia non è che l’anteprima di quello che, fra qualche minuto, vedremo nel Giardino del Mandarino Yu (Yu Yuan):

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Con queste belle immagini negli occhi e nella mente, usciamo dal giardino e andiamo a pranzo.

Il seguito della prima giornata a Shanghai lo rimando alla prossima puntata.

Nicola

Crediti: Foto di Mirella & Giorgio II°, Giorgio I° e Chicca. Il filmato è mio. Notizie e approfondimenti li ho tratti da articoli scovati in Rete.

 

commenti
  1. Silvia ha detto:

    Hai visitato dei luoghi stupendi! Buona giornata 🙂

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  2. Giusyna ha detto:

    Grazie, mi è sembrato di essere lì, con voi. Anche io avrei abbracciato la commessa. Che fingesse o no, hai fatto bene. L’empatia porta tante buone cose 🙂

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  3. stravagaria ha detto:

    Io sono la persona meno adatta a contrattare e finirei col pagare tutto il primo prezzo solo per non mettermi a discutere. Sarei tornata a casa letteralmente spennata! 😀 tra l’altro una cugina di mia mamma è andata in Cina in questi giorni e sta postando su fb un sacco di foto che mi ricordano tutto quello che ho letto nei tuoi articoli. 🙂

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    • Nicola Losito ha detto:

      L’arte del “contrattare” nasce a Napoli, in Cina o nei paesi arabi? Questa è una domanda da un milione di dollari… 😀
      In Cina, forse ha raggiunto il top, mettendo in campo anche la tecnologia. I commercianti, vista la difficoltà della lingua, ti sbattono in mano una calcolatrice elettronica e dicono a te di fare il prezzo… poi però la discussione finisce. L’oggetto lo devi acquistare per forza.
      Così è successo a me diverse volte durante l’attraversamento del “paese di mezzo”. Alcune volte mi è andata bene, altre volte no.
      Nicola

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  4. primaepoi ha detto:

    Bello viaggiare sulle tue righe 🙂

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  5. sherazade ha detto:

    Racconto e immagini che suscitano grande desiderio in noi e penso che in te rinverdiscano con qualche rimpianto (certamente piacevole) ogni momento.
    Io conosco Cina town di New York e devo dire che anche lì questa parte di mondo e la sua cultura risultano affascinanti. Chissà.

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    • Nicola Losito ha detto:

      Certo. Ormai sono passati quasi cinque mesi dal tour e adesso, rivedendo le immagini e i filmati, mi sto godendo davvero “il paese di mezzo” perché sono seduto tranquillamente su una poltrona… mentre allora dovevamo correre per non perdere opportunità di nuove visite.
      Anche a Milano abbiano la nostra Cina town e, proprio ieri sera con amici siamo a andati lì a cenare in un rinomato ristorante cinese. Tutte cose buonissime… ma purtroppo la mia allergia al sesamo mi ha rovinato la serata. Fortuna che ho sempre con me antistaminico e cortisone e così mi sono salvato la vita. Peccato.
      Ciao.
      Nicola

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  6. simonaventurini73 ha detto:

    Una persona mi ha detto che Shanghai è la più “europea” delle grandi città cinesi. da quello che ho letto e soprattutto visto in questo post sarei tentata di crederci ma…mi piacerebbe una conferma (o smentita) 😉

    Simona

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    • Nicola Losito ha detto:

      Confermo. Shanghai assomiglia a New York per il numero e la bellezza dei grattacieli e, in due altre zone la città ricorda la Francia e l’Inghilterra. Sono le tracce di due ex concessioni, quella francese e quella inglese. Entrambe documentate nelle foto e nei filmati. Fortunatamente la rivoluzione culturale di Mao le ha risparmiate.
      Cordiali saluti.
      Nicola

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      • simonaventurini73 ha detto:

        Grazie di questa risposta.
        (E della nuova “puntata” – Diario di bordo-14 – di questo fantastico viaggio).

        Buona giornata

        Simona

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      • Nicola Losito ha detto:

        Ancora qualche puntata e poi saluteremo il “paese di mezzo”.
        E un altro bel viaggio andrà fra i ricordi.
        Nicola

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  7. mariella1953 ha detto:

    Sempre Interessanti i tuoi racconti di viaggio!
    Arrivederci alla prossima puntata!

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  8. ludmillarte ha detto:

    tutto meraviglioso ed attraente, ma l’intermezzo è una vera chicca (come penso del calcio di tua moglie negli stinchi! 😉 ). credo che quegli oggetti acquistati, abbiano un ulterior valore aggiunto.
    buona domenica! 🙂

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    • Nicola Losito ha detto:

      Grazie, cara Lud.
      Sono stato bravo a evitare una “grana internazionale”, vero? 😀 😀
      Comunque devo ringraziare anche il sano buon senso di mia moglie. Lei sa sempre quando è il momento di bloccare i comportamenti anomali di suo marito… 🙂
      Un abbraccio.
      Nicola

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  9. tachimio ha detto:

    Oh, quel giardino è veramente delizioso. Ecco quello è qualcosa che mi piacerebbe visitare. Grazie per i tuoi reportage sempre ricchi di foto e filmati. Bravo davvero.Saluta tua moglie che ti salva sempre da situazioni anomale. Ma le donne si sa ,sanno sempre come comportarsi. Un abbraccio. Isabella

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    • Nicola Losito ha detto:

      Il mandarino Yu aveva capito il bello dell’esistenza e quanto fosse importante comunicarlo agli altri e permettere anche ad altri di goderlo.
      A noi non resta che ringraziarlo.
      Mia moglie, fortunatamente, mi completa e mi rende un essere “quasi” perfetto… 😀
      Un cordiale abbraccio, cara Isabella.
      Nicola

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  10. ventisqueras ha detto:

    come già ho accennato nell’altro commento le discordanze fra l’antico e il moderno sono talvolta abissali, quando ho visitato la città, qualche anno fa (ero andata per vedere il – fiume delle perle – ne ho fatto anche un post sul mio blog), le distese di rifiuti ammassate all’esterno della città per molto tempo nei miei ricordi hanno finito per sopravanzare su ogni pur straordinaria bellezza vissuta… forse perché talvolta ciò che si idealizza e con tanta violenza viene rovesciato dal clamore dell’indifferenza e del degrado ambientale hanno finito per inorridirmi.
    Scusa queste sono solo mie riflessioni, il tuo post è splendido
    🙂

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    • Nicola Losito ha detto:

      Quello della pulizia e dei rifiuti è una pecca che il popolo cinese, a mio parere, non ha ancora del tutto risolto. Alla bellezza architettonica di una facciata, spesso, contrappone un retro fatiscente dove vengono accumulati rifiuti che qualcuno, con molta calma, poi provvederà ad asportare… se mai se ne ricorderà. Ne è un esempio eclatante un ristorante (Jumbo Restaurant) a Hong Kong (mi pare) bellissimo e luccicante sul davanti dove accoglie clienti e visitatori, un pugno nello stomaco, invece, è il retro, dove ci sono le cucine e gli alloggiamenti del personale…
      Credo, però, che questo atteggiamento stia cambiando: la Cina ha capito benissimo l’importanza del turismo internazionale che può portare denaro fresco nelle tasche dello stato…
      Nicola

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  11. exyliumlab ha detto:

    Davvero interessanti e accurate le notizie che hai riportato. Le tue impressioni personali e l’esperienza con le due commesse mi hanno strappato qualche sorriso. Le foto, tra l’altro, sono davvero spettacolari; mi sembrava di viaggiare assieme a voi. ^^
    Ora è venuta voglia anche a me di andare a fare un salto in Cina, peccato però che non possa andarci. Lo metterò sicuramente nella mia lista di cose da fare in futuro.
    Complimenti per questo tuo “Diario di bordo”.
    Tanti, tanti saluti.

    – Alfetta.

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    • Nicola Losito ha detto:

      Come ho già suggerito ad altri amici: comincia a risparmiare un paio di centesimi al giorno… e fra qualche anno avrai la somma occorrente per fare questo importante viaggio… 😀
      L’ultima puntata del diario la posterò Mercoledì 22 Aprile, sei invitata ai festeggiamenti.
      Cordiali saluti, Alfetta.
      Nicola

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