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È indiscutibile: tutti gli scrittori e i poeti sono dei gran narcisi, dei vanitosi allo stato puro…
L’autoritratto che state per leggere giustifica in pieno tale affermazione.
Prima di scriverlo, però, ci ho pensato parecchio e, alla fine, mi sono detto che valeva la pena farlo.
Ovviamente mi sono posto anch’io le domande che fra poco voi vi farete, domande del tipo: “Ma chi glielo ha fatto fare?” , “A chi interessa tutto questo?”, “Delirio narcisistico?”
Interrogativi legittimi che meritano attenzione.
Alla prima domanda rispondo che ho ritenuto giusto e doveroso presentarmi, dire chi sono e quali sono i miei attuali interessi. Bastano poche parole: sono ingegnere elettronico in pensione e, per passare il tempo, viaggio, colleziono fumetti d’autore, leggo molti libri e scrivo racconti e romanzi da regalare agli amici. Ho 68 anni, sono felicemente sposato da 40 e ho tre figli.

Questo è quanto.
La risposta alla seconda domanda è più complicata, ma ci provo lo stesso.
Sapere con chi ci si interfaccia, soprattutto per evitare gaffes o fraintendimenti, credo abbia valenza generale, cioè sia una cosa utile per tutti. Tempo fa, proprio a causa di carenza di conoscenze reciproche, ho avuto una brutta lite su un noto sito letterario e, per evitare ulteriori polemiche, me ne sono andato. Per fortuna adesso quel diverbio è solo un brutto ricordo metabolizzato e dimenticato, perciò ho deciso di aprire un nuovo blog tutto mio e di presentarmi, nudo e incosciente, nella veste ironica che più si confà al mio carattere allegro e amichevole.
Mi piacerebbe che anche “altri” seguissero la strada che sto tentando di percorrere io.
Quanto al delirio narcisistico, rispondo come lo scrittore Gianrico Carofiglio: “Il mio personale delirio si esprime e si esaurisce nella scrittura”.
L’autoritratto che mi auguro leggerete cerca appunto di dimostrare che, volendo, la vanità degli uomini può tranquillamente sfociare in consapevole autoironia.
Grazie per l’ascolto e buona lettura.

Autoritratto

Devo sorridere o star serio?
La domanda sembra banale, ma non lo è. La mia faccia cambia come dal giorno alla notte a seconda dell’umore.
Per cominciare vorrei parlare della mia versione uno: cioè di quando sto serio, in quell’atteggiamento tipico delle foto per la carta d’identità.
Inizio ovviamente dalla testa.
Capelli radi bianco sporco (dire brizzolati sarebbe un eufemismo), fronte spaziosa, occhi color castano un po’ infossati, ma ancora vivaci a dispetto dell’età avanzata.
68 sono le primavere accatastate sulle mie spalle.
Gli occhiali, dalla montatura leggera e dalle ampie dimensioni, ricordo che li avevo scelti per darmi un’aria da intellettuale, ma evidentemente ho sbagliato tutto. Se quello era lo scopo, allora avrei dovuto acquistare delle lenti molto più piccole e oblunghe. Il naso ha dimensioni importanti e quando sorrido tende ad allargarsi e a evidenziare il fatto che guarda a sinistra. A otto anni, prima di attraversare la strada, sporsi con cautela il viso da dietro un camion fermo sul selciato e una macchina, che lo stava superando al pelo, centrò in pieno il mio naso. Devo a quell’autista incosciente il fuori asse nasale e il mio primo libretto di risparmio.
I baffi li ho dai tempi dell’università e li porto ancora perché, senza di loro, il mio viso sarebbe più banale e li tengo curati anche per coprire il labbro superiore che ai miei genitori non è riuscito granché bene, come del resto i denti, che sono quasi tutti storti. A sentire mia suocera, Dio l’abbia in gloria, quando sorrido, quei dentoni posizionati dove hanno voluto loro donano simpatia al mio viso e di conseguenza tutta la mia persona se ne avvantaggia. Dicono che la mia faccia ricordi Gianni Minà, il giornalista di Rai Tre. Questo deprime tantissimo il mio amor proprio, da che lo conosco ho sempre ritenuto Minà non di certo un bell’uomo.
Il viso, da oblungo che era, col passare degli anni è diventato squadrato, caratteristica questa della famiglia di mio nonno materno. Però lui da vecchio era il ritratto spiaccicato di Spencer Tracy, mentre io, purtroppo, mi devo accontentare di somigliare a Minà.
Le orecchie sono molto grandi e ringrazio il cielo che non sventolino.
Il fisico è appesantito dagli anni e ho tendenza a ingrassare come tutte le persone anziane. Colpa della mia attuale vita troppo sedentaria. A proposito, sapete come chiamano i pensionati nella stupenda Vittoria, città giardino sull’isola di Vancouver in Canada? Con un termine che sarebbe decisamente spassoso se non celasse un’amara realtà. Jubilated, giubilati, praticamente degli esclusi dalla vita attiva. Mi salvo dal crollo fisico completo e definitivo con meticolose e maniacali corse su una cyclette, non di quelle classiche cyclette a forma di bici, ma di quelle allungate tipo pattini da mare. La mattina ci sto seduto su comodamente, e mentre pedalo tengo in allenamento anche la mente leggendo romanzi e settimanali di informazione, attualità e cultura.
Al pedalò, giusto per non stancarmi troppo, ho aggiunto una mia invenzione, il footing casalingo. Faccio, cioè, delle lunghe passeggiate a piedi nel mio appartamento indossando comode calze con rinforzo in gomma sia per non disturbare mia moglie sia per non scivolare sul marmo o sul parquet delle stanze. Mi secca un po’ dirlo, ma l’inquilina nevrotica del piano di sotto voleva denunciarmi per rumori molesti: pare che la mia camminata, seppur felpata, rimbombi sul soffitto e faccia tremare il suo appartamento. Non ci rinuncio per questo, ma adesso, pur di non dargliela vinta, cammino in punta di piedi. Per finire, faccio ginnastica sull’ampio e soffice tappeto Missoni in soggiorno. Dieci è il numero di volte che ripeto ogni esercizio. Termino sempre la performance mattutina con altrettante estensioni/flessioni Yoga che dovrebbero, a detta del manuale che ogni tanto sfoglio, “aggiogare a Dio tutte le facoltà del corpo, della mente e dell’anima”.
Ho un brutto difetto e questo è il mio vero grande cruccio: la mia voce è terribile. Ho un timbro vocale fesso, cantilenante in modo sgradevole e quando parlo al telefono mi prendono sempre per una donna. “Buon giorno signora” è la tipica frase con cui qualsiasi interlocutore mi interpella quando sollevo la cornetta e dico “Pronto”.  Ma il massimo delle pene le soffro quando risento la mia voce al registratore. Giuro, non mi ci riconosco. Quello che parla non è possibile che sia io!
A parte tutto questo, nel complesso, sono contento del mio aspetto, c’è di peggio in giro. Poi se sorrido, (questa è la mia versione due) tutti i miei difetti passano in secondo piano. Sorridendo la mia faccia esprime grande cordialità e predispone gli altri alla benevolenza nei miei confronti.
Ciò spiega perché sono quasi sempre allegro e amichevole.
Nicola

commenti
  1. ilblogdeigiochi ha detto:

    Ciao, ho spulciato un pò il blog però non ho trovato una mail…scrivo qui che faccio prima. Volevo chiederti una cosa ma in un commento è lunghissima la storia, non è che ti va di scrivermi?

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  2. Donna ha detto:

    Un grazie per essere passato da me! Buona notte!

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  3. Tale's Teller ha detto:

    Ok, dopo aver letto comprendo il motivo per cui dici di non poter partecipare alle registrazioni.
    Ti considero assente giustificato. ^_*

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  4. Nicola Losito ha detto:

    Ti ringrazio per la fiducia, ma essendo io un fancazzista laborioso (vedi op. cit.) di scarsa abilità non intendo rovinare un’iniziativa che sulla carta ha buone chance di riuscita.
    Nicola 😀

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  5. myfullresearch ha detto:

    Caro Nick,
    ho letto il tuo recente intervento su QUASI AD OCCIDENTE di Emiliano B.
    Ti allego qui il mio stesso commento.
    A presto
    mfr
    *****************************************
    copia commento per Emiliano B.

    Caro Emi, hai avuto più di una prova del mio interesse per la tua scrittura e per i contenuti che contiene.
    Questa volta si deduce facilmente che fascismo = fungo pernicioso ed inestirpabile (con i ‘normali’ mezzi). A MALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI, recita un vecchio proverbio. Tanto per proseguire con la metafora, posso dirti che sono le condizioni al contorno a creare la cosiddetta ‘muffa’, e che la soluzione che tu sottintendi è l’uso di strumenti di distruzione fisica (lanciafiamme, acido) .
    La storia, si sa, la scrivono i vincitori. Ma ti prego di non volermene se ti consiglio una lettura (poco onerosa ma molto illuminante) da parte di uno storico equilibrato che ha avuto il compito non facile di seguire l’evoluzione del fascismo dalle sue radici fino alla caduta.
    Il testo è di Renzo De Felice e si intitola ROSSO E NERO, con curatore Pasquale Chessa, personaggio senza ambiguità destrorse.
    Grazie per l’ospitalità. 🙂
    mfr
    [pregasi astenersi difensori d’ufficio]
    **********************************************

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    • Nicola Losito ha detto:

      Caro mfr,
      in generale non leggo blog politici e nemmeno parlo di politica e non intervengo mai quando mi capita per puro caso di leggere post politici molto di parte: io rispetto le idee degli altri però desidero il rispetto per la verità. L’articolo di Emiliano B. parlava di una sola verità, la sua, e suggeriva un metodo indecente per eliminare persone che non la pensano come lui, dimenticando che anche la sua parte politica ha compiuto gravi delitti contro l’umanità. Questa volta ho reagito per la violenza dei suoi ragionamenti e di sicuro non frequenterò più il blog di quel signore.
      A risentirci.
      Nicola

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      • myfullresearch ha detto:

        Caro Nick,
        tanto per restare sull’argomento, Emiliano B. ha chiarito con due ulteriori commenti le sue intenzioni nello scrivere quel post. Ti ho coinvolto perchè è raro trovare persone che reagiscono ad appiattimenti culturali poco esplicitati o ambigui. Ho pensato che avrei trovato un interlocutore sano e sincero, cosa che è avvenuta.
        Grazie per l’ospitalità.
        A presto ! 🙂
        mfr

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  6. zonerrogene ha detto:

    È stato un piacere leggere questa presentazione. E poi anche io ho i baffi
    Alex

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  7. incostantericerca ha detto:

    ciao…ti ho nominato per il “shine on award” 🙂 tutto quello che ti serve sono 5 minuti e visitare il mio blog per vedere cosa bisogna fare

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  8. umanoidipazzoidi ha detto:

    Complimenti! Sei una persona molto colta! Ti seguiremo con piacere! 🙂

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  9. sherazade ha detto:

    A me piace molto Gianni Minà 😚
    Sherabientot

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  10. sherazade ha detto:

    Un abbraccio affettuoso è ritardatario per gli auguri di buon ferragosto ormai passato.
    Spero che tu abbia pensato a come ripartire dai tuoi ultimi ricordi di viaggio.

    Sherabbraccicari

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    • Nicola Losito ha detto:

      Ciao Shera,
      tutto bene dalle mie parti. Sono tornato in campagna dopo una settimana in montagna dove, oltre ad avere fatto diverse e impegnative escursioni, mi sono beccato una bella bronchite che sto combattendo con antibiotici e sciroppi vari. Sto sempre studiando lo spagnolo per la breve vacanza che faremo nei dintorni di Barcellona (dove, leggo, che i turisti non sono bene accetti…). Questa scappata in Spagna sarà di pochi giorni, giusto il tempo di visitare qualche luogo meritevole di essere visto. Poi di nuovo in campagna a riposarmi dalle fatiche di questi spot vacanzieri. Questa calda estate mi ha reso pigro e non ho neanche iniziato a scrivere un rigo sul viaggio in Messico fatto a maggio, e non so nemmeno se lo farò in futuro. Avendo ormai capito che i viaggi fatti da altri non interessano quasi a nessuno.
      Un cordiale saluto.
      Nicola

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      • sherazade ha detto:

        Bisogna distinguere tra turisti e predatori vacanzieri. Credo che ovunque questo dis odiodo e inaccettabile.
        Mi spiace per la tua salute, io ho sempre un po’ di raspetto in gola per il passare dal caldo al venticello maligno.
        Una estate particolare ( ma forse lo diciamo ogni anno).
        Sono adesso a casa di mio cugino che vive in una bella casa sopra Marsiglia da dove si vede il mare e si sente il suo profumo frammisto a quello della campagna anche qui arsa.

        Curati e riprendi dimestichezza con il ‘0tuo’ blog.

        b
        Buon seguito, a presto.

        shera

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      • sherazade ha detto:

        Visto a Barcellona!?

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      • Nicola Losito ha detto:

        Ciao Shera,
        terribili le immagini che ho visto in Tv sull’attentato a Barcellona. Ma la cosa che mi ha stupito ancora è il successivo tentativo a Cambrils che è la località dove siamo in procinto di andare Chicca, io e un’altra coppia di amici.
        Si tratta di una cittadina di mare a un centinaio di km. da Barcellona. Da lì avevamo intenzione di visitare Barcellona e altre località dei dintorni. Ora, preoccupati della situazione, non sappiamo dove e cosa visitare quando saremo là. Di sicuro andremo a Cambrils e poi una volta lì decideremo il da farsi. Il terrorismo si combatte anche non facendosi travolgere dalla paura.
        Speriamo di cavarcela.
        Cari saluti.
        Nicola

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      • sherazade ha detto:

        Evitare i luoghi affollati ma come si fa le Ramblas sono la passeggiata di una qualsiasi città e dunque.?

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      • Nicola Losito ha detto:

        La strategia dei terroristi è chiara, colpire nei luoghi affollati da gente qualsiasi è la strada più facile per seminare panico e andare sui giornali e tv e pubblicizzare così la loro forza…
        Per quanto durerà ancora? Impossibile dirlo. L’unica cosa che possiamo fare è continuare a vivere normalmente la propria vita. Le Ramblas di Barcellona andrò a visitarle.
        Ciao.
        Nicola

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      • sherazade ha detto:

        Sono d accordo ma molto turbata .
        shera

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  11. sherazade ha detto:

    Caro Nicola arrivo Forse con qualche giorno di anticipo ma ci tengo davvero nonostante la tua assenza dal TUO blog a mandarti un mio abbraccio e i miei auguri perché anche se storciamo il naso alla fine fanno piacere almeno a me darli…. sono egoista!!!

    Auguri 🌲🌲🌲💚

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