Una suocera anzi tempo – di Nicola Losito

Pubblicato: 13/04/2016 in Appunti di scrittura, cultura, curiosità, memoria, prosa, psicologia, racconto, Società, umorismo
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Chi segue questo blog con una certa regolarità, sa già che, avendo deciso di dire addio alla scrittura impegnata, quella seria, onerosa, quella che mi spinse in passato a produrre racconti e romanzi passati quasi del tutto inosservati dal pubblico e dalla critica,  da circa un anno non scrivo più niente e sto dedicando le energie che mi restano a cercare motivi di allegria nel mondo che ci circonda. In realtà, visti i tempi orribili che corrono, faccio fatica a trovare argomenti su cui sorridere e far sorridere la gente. Dunque, ancora una volta ho scelto una strada non facile da seguire. Per fortuna, nella mia testa, accanto al pessimismo dei pensieri c’è una vena umoristica/ironica che resiste strenuamente ai colpi e ai contraccolpi della realtà ed è proprio questa che mi salva dal malessere che vedo in giro e che, di tanto in tanto, colpisce anche me. Si tratta, in definitiva, di un Terzo Occhio che vede solo il lato buono/comico della vita e che, da oggi in poi, voglio condividere con gli amici e le amiche che mi vengono a trovare settimanalmente in Rete.

La prima cosa che mi viene in mente adesso è quella di sfatare la cattiva fama che pesa su un certo tipo di donna: la suocera. Lo faccio raccontandovi i pensieri di una gentildonna della buona borghesia milanese che incontra per la prima volta un pretendente della figlia, pensieri che misi su carta una decina di anni fa durante un corso di scrittura creativa.

Suocera Anzi Tempo 

Una suocera “anzi tempo”

Su sollecitazione di mia figlia Chicca, gli avevo dato appuntamento per le quattro del pomeriggio di una domenica di gennaio. Era la prima volta che succedeva e morivo dalla voglia di conoscerlo. Ero incuriosita ma, allo stesso tempo, preoccupata dalle mie reazioni. Un errore che a ogni costo dovevo evitare era di fare la suocera prima ancora di esserlo.
"Mamma, Nicola è solo un caro amico!" aveva sempre sottolineato mia figlia. Il suo comportamento stralunato e sognante delle ultime settimane, però, raccontavano ben altro.
Alle quattro spaccate il giovanotto suonò il campanello.
Un punto a suo favore: mai fare aspettare una signora!
Ad aprire la porta avevo mandato la domestica. Un mio piccolo trucco per dargli il tempo di prendere fiato e riordinare le idee mentre raggiungeva il salotto.
"Piacere di conoscerla" disse.
Una frase di circostanza che pronunciò con un sorriso accattivante e un accenno di deferenza del capo, mentre mi stringeva la mano.
Uhmm, non male… pensai tra me e me.
L’amico della mia figliola indossava un abito scuro di buon taglio che lo slanciava e metteva in evidenza un fisico asciutto e signorile. Non altissimo, aveva però la statura giusta per Chicca.
Già me li vedevo sulla rossa passatoia della Chiesa della Passione. Sì proprio una bella coppia!
Stavo divagando alla grande e questo non era assolutamente il momento. Dopo averlo fatto accomodare in una poltrona di fronte a me, partii con l’interrogatorio.
"Come si trova qui a Milano?" chiesi.
"Spaventato. Bologna al confronto sembra un paesino!"
"A parte le dimensioni della città, come trova i milanesi?"
La mia domanda l’aveva fatto sorridere.
"A dire la verità l’unica persona che conosco qui è Chicca! I miei trenta colleghi del corso di informatica vengono da ogni angolo d’Italia, ma di Milano non ce n’è nemmeno uno! Quando ne scoprirò un altro, le sarò più preciso…"
Spiritoso il ragazzo e che sorriso disarmante! Ora capisco perché sia piaciuto a mia figlia…
Sotto i baffi alla Gengis Khan nascondeva astutamente una dentatura irregolare. A ben vedere, però quei suoi dentoni erano in perfetta sintonia con tutto il resto della faccia. Se fossero stati piccoli e diritti sono sicura che avrebbe perso buona parte della simpatia che gli sprizzava fuori parlando. Per niente imbarazzato dall’essere sotto esame, rispondeva sempre a tono, anzi spesso era lui che tentava di condurre il gioco.
Ah, i giovani d’oggi! Se penso a come era stato formale e ossequioso il mio Mario quando si presentò da mammà…
"Quali sono i suoi progetti futuri?" chiesi.
La domanda incauta mi era scappata troppo presto. Comunque, prima o poi dovevo fargliela.
"Molto dipenderà dall’esito del corso che sto seguendo. Se mi assumeranno e risulterò ben piazzato nella graduatoria di merito, avrò la possibilità di indicare la sede di lavoro che preferisco."
"Sono sicura che lei supererà brillantemente il corso. Ma se già adesso potesse scegliere, per quale città opterebbe?"
"Bologna sarebbe l’ideale. Non perché sarei vicino alla mia famiglia, ma perché Bologna è ancora una città a misura d’uomo e lì ho amicizie che risalgono all’infanzia. Purtroppo nel contratto di assunzione c’è scritto che non si può avere come sede la località di provenienza. Dovrò perciò scegliere un’altra destinazione."
"E cosa ne dice di Milano? La prego, non mi risponda che questa città piace solo a noi milanesi!"
"Ultimamente ho conosciuto una bella signorina di Milano e chissà, forse, potrei anche farmi piacere questa bruttissima città!"
Era poi scoppiato in una risata così coinvolgente che Chicca e io ne fummo contagiate. In pochi minuti e con poche parole il giovanotto aveva riempito la nostra casa di allegria.
Sì, l’amico di mia figlia non era davvero male!
Questo però non mi bastava: dovevo assolutamente scoprire se aveva dei difetti.
"Quindi lei è di origine bolognese?" domandai, giusto per avere una conferma.
"Chicca non gliel’ha detto? Io sono pugliese di famiglia, sono un terrone, come dite voi…"
Nel salotto tutto in stile ‘900, con alle pareti antichi quadri di pittori di scuola fiamminga, ci fu un momento di silenzio imbarazzato. Il giovanotto aveva pronunciato quella frase con estrema serietà. I suoi occhi fissavano i miei con ferma attenzione. Capii che aspettava la mia reazione, qualunque essa fosse. A me non andava di infierire e poi il fidanzato in pectore di mia figlia cominciava veramente a piacermi.
"Beh, nessuno è perfetto! – gli dissi sorridendo apertamente e continuai – Venga, Nicola. Si sieda qui sul divano accanto a me e mi racconti un po’ del suo paese…"

****

Crediti: l’immagine l’ho prelevata da Internet supponendola libera da copyright. Il breve racconto, evidentemente, è un omaggio a mia suocera, una persona a cui ho voluto bene e che ha sempre contraccambiato il mio affetto.

commenti
  1. stravagaria ha detto:

    Beh se questo raccontino è anche solo parzialmente autobiografico direi che a suocera non ti è andata troppo male…
    Ps. Tieniti ben stretto quel tuo terzo occhio! 🙂

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    • Nicola Losito ha detto:

      Sono stato e sono un uomo fortunato in molte occasioni della mia vita e negli incontri che ho avuto. Uno di questi è stata mia suocera. Penso si sia capito. 😉
      Quanto al terzo occhio, che dire? Un magnifico dono che auguro a tutti di possedere.
      Un cordiale abbraccio, cara Viv.
      Nicola

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  2. sherazade ha detto:

    Nella tua nuova veste di scrittore scanzonato e colloquiale sicuramente e non so con quale vantaggio hai acquistato una lettrice in più!

    La mia vita non è stata molto formale in fatto di presentazioni di probabili fidanzati in corsa per il ruolo di mariti e mia madre non ha avuto modo di esercitare con noi tre fratelli, io sola femmina, il ruolo di suocera perché la nostra casa era sempre molto affollata e da subito con la sua acutezza e intelligente lungimiranza ‘svagava’ il prescelto o la prescelta.
    Gran donna in qualsiasi ruolo si proponesse.

    Sherabbracciaoooo ☺

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  3. remigio ha detto:

    Io credo che la suocera, nell’immaginario collettivo, sia in assoluto una delle figure più bistrattate, su cui tutti si divertono a lanciare malignità e frecciate. Per fortuna ogni tanto si incontra qualcuno disposto a spezzare una lancia in loro favore. Ciao Nicola e un saluto alla tua brava suocera 🙂

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    • Nicola Losito ha detto:

      Mia moglie compra e legge regolarmente la Settimana enigmistica. Lei fa le parole crociate, mentre io leggo solo le barzellette. Statisticamente, le più riuscite sono quelle in cui la suocera è la protagonista. Ci sarà pure una ragione! Amore e odio sono distribuiti equamente su questa importante figura che spesso non riesce a superare con intelligenza il ruolo di mamma che aveva nella propria famiglia. Io, ripeto, in questo sono stato fortunato.
      Cordiali saluti, Remigio.
      Nicola

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  4. giselzitrone ha detto:

    Schöner Beitrag lieber Gruß und einen schönen Tag für dich Grüße und Umarmung Gislinde

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  5. Giusyna ha detto:

    Grazie di avercelo raccontato 🙂

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  6. Rosanna ha detto:

    Ciao Nicola, grazie alla tua simpatica ironia riesci sempre a farci sorridere. Aspettiamo con piacere altri episodi.
    Un caro saluto RaRo

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    • Nicola Losito ha detto:

      Ciao Rosanna! E’ questo il compito che mi sono prefisso per il futuro: far sorridere chi viene a farmi visita. Si tratta di un gravoso impegno. Spero di riuscirci. 😉
      Salutami anche Raffaello.
      Nicola

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  7. La il@ ha detto:

    Al momento non ho ancora avuto modo di fare una vera esperienza del rapporto suocera/nuora, ma con le mamme dei miei ex ho sempre avuto un bel rapporto. Tanto per fare ancora una volta la bastian cuntrari.. 😉

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  8. Sissa ha detto:

    Mi si e’ rotto hard disk. Sono senza pc e passo dal telefonino x un saluto veloce . Sei bravo a far le femmine: cecilia agata betta tua suocera… mi hai anche ricordato la lezione della nota marca di pc: ancora mi tengo la pancia dal ridere! Grazie e a presto

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    • Nicola Losito ha detto:

      Spero tu abbia fatto in precedenza il backup dei tuoi files importanti! Altrimenti sono guai.
      Evidentemente le donne mi piacciono (mi piacevano… 😀 ) e le tratto (trattavo) bene.
      A parte gli scherzi, trovo il mondo femminile molto più interessante e vario di quello maschile. Noi siamo più semplici e facili da capire.
      Anch’io me la ricordo con piacere quella lezione e forse se la ritrovo tra i miei documenti la ripropongo qui nel blog.
      Un cordiale saluto, cara Sissa.
      Nicola

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      • Sissa ha detto:

        No. Qualcosa avevo salvato su usb key… che poi ho perso e mai piu’ ritrovato…. sighhhhhh.

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      • Nicola Losito ha detto:

        Una doppia scalogna, dunque! Ma, se non ricordo male, eri solita fare copie su carta dei tuoi lavori. Con quelle puoi riportare i tuoi scritti sul pc.
        Nicola

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  9. ili6 ha detto:

    Quel “Beh, nessuno è perfetto” è formidabile! 😀
    Anche io sono stata fortunata, ho avuto una buona suocera, scomparsa da tanto tempo, purtroppo, e a volte mi manca. Ma la super suocera l’ha avuta mio marito che dice con tanta sincerità che lui non ha una suocera, ma una mamma. Ciò che fa per lei, e viceversa, io me lo sogno.
    Molto simpatico questo tuo racconto e concordo sullo scrivere per far sorridere e rilassare. Continua, ti seguo.
    Marirò

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    • Nicola Losito ha detto:

      Ciao Marirò. Vedi che avevo ragione a dire che le suocere sono ingiustamente bistrattate! Ecco un esempio di due suocere per nulla invadenti, anzi praticamente delle seconde mamme…
      Chissà se tra i miei follower ce n’è qualcuno che ha avuto la classica suocera delle barzellette?
      Se c’è, si faccia avanti… 😀
      Nicola

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  10. mariella1953 ha detto:

    Da suocera…spero di non essere quella bistrattata delle barzellette!!

    Da nuora…ho avuto una suocera fantastica
    Molto bello questo tuo racconto ,un bel omaggio ad una simpatica signora
    😄😄😄😄

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    • Nicola Losito ha detto:

      Siccome hai avuto un buon esempio, sono sicuro che ti stai comportando bene. Qualche piccolo errore, dettato dall’amore per il proprio figlio/figlia, è perdonabile. Importante è non volere dettare legge tra i novelli sposi millantando la propria esperienza. 😉
      Mia suocera meritava un elogio spiritoso perché era anche piena di humour e sapeva raccontare fantastiche storielle ai suoi nipoti.
      Un caro saluto, Mariella.
      Nicola

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  11. mariella1953 ha detto:

    Giustissimo il fatto di lasciare che i due vivano a modo loro senza elargire troppi consigli….anche per quanto riguarda i nipoti quando ci sono richieste o capricci fuori dal solito dico sempre :prima chiediamo a mamma e papà ……sta a loro decidere il da farsi!

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    • Nicola Losito ha detto:

      Dunque sei una suocera diplomatica! Ottimo. Con la diplomazia si vincono le guerre senza morti e feriti. Questa è la formula giusta che consiglio alle suocere in attività o quelle ancora in pectore. 😉
      Complimenti, Mariella.
      Nicola

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  12. Ciao Nicola,

    bel racconto. Curiosità: alla fine ti sei sposato alla Passione?

    Chiesa bellissima.

    Detto questo, la mia non suocera dice è una facente funzione visto che non ho sposato sua figlia.

    Un abbraccio,

    Federico

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    • Nicola Losito ha detto:

      Caro Federico,
      sì ci siamo sposati proprio alla Passione perché era situata a 50 metri dalla casa dei genitori della mia futura moglie. Ricordo che era la fine di luglio e c’era una temperatura africana. Fortuna che avevamo noleggiato un’auto con l’aria condizionata per compiere quei pochi metri che ci separavano dalla chiesa. Così la mia futura moglie è potuta arrivare all’altare, splendida e sorridente, con il suo abito da sposa bianco.
      Bellissimi ricordi di altri tempi.
      Perché anche tu non compi questo passo e rendi felice la tua compagna e trasformi in suocera a tutti gli effetti sua madre? Potrebbe essere una sorpresa positiva per te. 😉
      Nicola

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      • Caro Nicola,

        probabilmente, avrò incrociato i tuoi suoceri in passato poiché andavo a scuola all’Istituto Vittoria Colonna.

        Per quanto riguarda, invece, il matrimonio non è nelle mie corde.

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      • Nicola Losito ha detto:

        Ci dividono parecchi anni di età, per cui quando tu frequentavi quell’istituto, i miei suoceri avevano già cambiato zona in città.
        Sul matrimonio la pensiamo diversamente, ma io rispetto il pensiero altrui.
        Nicola

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  13. ventisqueras ha detto:

    deliziosa lettura…argomento di fantasia perché ogni suocera (come ogni nuora) è un essere gracidante, o urlante, o inavvertitamente disponente/indisponente a sé.
    he he

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