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Domenica 30 Agosto, Lima ore 13.00.

Una volta conclusa la visita al Museo Larco Herrera, ci consultiamo con la guida per decidere se pranzare in città oppure metterci in viaggio verso Paracas e fermarci a mangiare in un buon ristorante durante il trasferimento. Per decisione unanime saliamo subito sul pulmino e, con un certo rimpianto, lasciamo Lima: ci aspettano 280 km. da percorrere prima di raggiungere la meta finale della giornata.

Mappa Lima-Paracas

Uscendo da Lima per imboccare l’autostrada Panamericana Sud possiamo vedere con i nostri occhi il degrado della periferia della città: tutto un altro mondo si presenta al nostro sguardo stupito. Chilometri e chilometri di bidonville partono dai bordi della strada fino a estendersi sul fianco delle colline che circondano la città. In queste casupole fatiscenti vivono e dormono i contadini peruviani che hanno lasciato le campagne con la speranza di migliorare le loro condizioni di vita.

I lunghi trasferimenti da una città all’altra, in genere, sono noiosi, ma, essendo la compagnia affiatata e la guida simpatica, il tempo scorre veloce. Inoltre, guardando dalle vetrate del pulmino e filmando di tanto in tanto, ci rendiamo conto di quanto il paesaggio sia diverso da tutti quelli che abbiamo visto nei precedenti viaggi. Zone desertiche vengono improvvisamente sostituite da zone dense di vegetazione e altamente coltivate. Basta un rigagnolo che scende dalle montagne per far cambiare volto al paesaggio. L’autostrada che stiamo percorrendo costeggia sempre l’oceano e quindi possiamo intravvedere, di tanto in tanto, spiagge attrezzate che d’estate di sicuro sono meta ambita dagli abitanti di Lima. Incontriamo cave di sabbia e fabbriche di porcellana che sorgono isolate o, al più, in compagnia di una decina di casupole che immagino abitate dagli operai che lavorano lì.

Verso le 16, in prossimità di Cañete, ci fermiamo per pranzare nel ristorante El Piloto. Qui avremo delle vere sorprese gastronomiche: il menù è molto vario e i prezzi sono decisamente abbordabili. Peccato non sapere lo spagnolo, perché mi sarebbe piaciuto assaggiare piatti nuovi. Per andare sul sicuro ho fatto un giro d’ispezione fra i vari tavoli e ho chiesto informazioni direttamente alle persone che stavano gustandosi ciò che avevano ordinato. Ovvio che non ho capito del tutto le risposte dei commensali peruviani ma dall’espressione sorridente del loro viso ho capito che stavano apprezzando le pietanze scelte. A un certo punto ho avuto la folgorazione. Un tizio stava mangiando a quattro palmenti delle tagliatelle immerse in un sugo bianco e ho deciso che quella sarebbe stata la mia scelta. Non me ne sono pentito, anche se ho dovuto subire le critiche feroci dei compagni di viaggio tutte vertenti sul fatto che è sciocco venire in Perù per mangiare un classico piatto bolognese… ma tant’è…

Le scelte dei miei compagni? Eccole:

Piatto di pesceEl Pilot

Lombo di mucca di savana(sabana lomo)Lombo di mucca di savana(sabana lomo)in brodo

Dopo il lauto pranzo risaliamo sul pulmino e riprendiamo il viaggio verso Paracas. Come sempre il tempo a disposizione è tiranno e non possiamo dare che un’occhiata veloce alla cittadina, ma io sono gentile e per voi ho trovato in Rete alcune foto che rendono giustizia alla bellissima Cañete, assai nota per l’omonimo fiume che la lambisce, per le sue spiagge, per l’arte e il folclore negro, per la sua chiesa e per un fascinoso castello:

Canete Ingresso

Canete River

Canete River1

Canete Sea

Canete11

CaneteChiesa

Canete Castello

Canete ArteNegra

Canete4 

Una volta lasciata Cañete, a sinistra della strada ci fanno sempre compagnia le montagne, più o meno brulle e sabbiose (evidentemente in passato erano sommerse dall’Oceano Pacifico), mentre a destra c’è un susseguirsi di spiagge deserte e scogliere rocciose, tutte degne di una foto ricordo. La successiva cittadina che incontriamo è Chincha nella regione di Ica. C’è molta vita in giro, camion di grosse dimensioni fermi ai distributori di carburante e altri in movimento, bancarelle dappertutto che offrono ai passanti e ai viaggiatori le loro variopinte mercanzie e, infine, curiosi taxi a tre ruote tutti di colori sgargianti, un tantino malandati e impolverati. Già, perché ovunque regna una polvere sabbiosa regalata dalle vicine spiagge e dalle montagne incombenti.

Chincha

Chincha1

Alle sette di sera finalmente arriviamo a Paracas: siccome siamo ancora in inverno in città è quasi buio. Non ci resta che andare in albergo dove, verso le otto, ceneremo e subito dopo andremo a dormire. Di solito tutti noi dell’intrepido gruppo siamo dei nottambuli ma questa mattina ci siamo svegliati alle sei e, dopo avere visitato Lima, abbiamo macinato circa 280 chilometri su una strada con un buon selciato ma decisamente sconnessa in qualche deviazione estemporanea fatta durante il trasferimento. Prima di ficcarmi in letto ho giusto il tempo di scattare un paio di foto notturne del retro dell’Hotel La Hacienda Bahia:

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La grandiosità dell’albergo a quattro stelle che ci ospita si rivelerà soltanto al mattino quando, finita la colazione, comincia la nostra nuova intensa giornata in Perù:

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Non vi viene voglia di buttarvi in queste acque limpidissime?

In questa prima parte del viaggio tutti gli alberghi e le città incontrate saranno un mordi e fuggi e così vedremo poco o niente dei luoghi in cui ci siamo fermati a dormire: per ovviare a questa mancanza, una volta tornato in Italia mi sono documentato su tutto ciò che ci siamo persi in Perù. A Paracas ecco cosa avremmo potuto ammirare con i nostri occhi:

Peru - Paracas National Reserve

panorama-paracas

Paracas_Lagunilla

Paracas_Peru_Kueste

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Paracas13

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Visit Peru now Paracas beach Lima2

Bello, no? Comunque, cari amici, non preoccupatevi questo è niente rispetto a quello che vedremo e vedrete di bello nelle prossime puntate…

Per seguire dal vivo il filmato di quest’interessante trasferimento a Paracas, basta cliccare sull’immagine che segue:

Cañete_River

Alla prossima!

Nicola

Crediti: le foto di repertorio sono ricavate da Internet, mentre quelle originali sono state scattate da me o da mia moglie. Il filmato è stato girato da me.

 

Mappa Perù

Il Perù ha una superficie quattro volte quella dell’Italia, ma ha una popolazione di 30 milioni di abitanti, un terzo dei quali, circa 10 milioni, vivono a Lima. La città si è espansa notevolmente anche sulle colline, finendo per inglobare tutti i paesi limitrofi, tra cui Callao con il suo porto, ed è diventata una delle capitali più popolose del Sudamerica.

Immaginabile, quindi, che Lima sia una città parecchio problematica con zone di benessere mista a zone di povertà estrema. A quartieri moderni (Miraflores, Sant’Isidro e Barranco), a un bel centro storico (la Plaza de Armas) con la Cattedrale, il palazzo del Governo e il palazzo Municipale, si contrappongono sia quartieri decisamente popolari, sia povere quanto pericolose bidonville o, come le chiamano qui: barriadas.  La burocrazia locale, però, preferisce chiamare questi quartieri popolari, pueblos juvenes, cioè paesi giovani.

Le seguenti foto le ho scaricate da Internet giusto per darvi un’idea della periferia di Lima: sembra impossibile ma parecchia popolazione vive così ancora oggi:

Living_in_Outskirts_of_Lima,_Peru

Siamo arrivati a Lima nel tardo pomeriggio del 30 agosto, mese che qui corrisponde alla fine dell’inverno e abbiamo trovato un clima non freddo ma umido e con nebbia mista a smog. Pare che in città, d’inverno, il sole non riesca mai a vincere le nuvole impregnate di gas di scarico delle auto per cui il tempo atmosferico in questo periodo dell’anno è particolarmente uggioso. Eravamo troppo stanchi per fare un tour nella Lima notturna e abbiamo cenato in albergo, per cui non so dirvi nulla di preciso sulla vita della città by night.

Il mattino seguente ci siamo alzati di buon ora e abbiamo girato a piedi nelle zone vicine al centro storico che stava preparandosi per la grande festa di Santa Rosa patrona del Perù e delle Forze armate, molto venerata a Lima.

Santa Rosa

Abbiamo visto e fotografato parecchie residenze coloniali ottimamente restaurate, impreziosite da balconi in legno traforato e con le mura dipinte di rosso o di ocra.

Lima è il centro amministrativo, industriale, commerciale e anche il più importante polo culturale del paese con le sue oltre 28 Università pubbliche e private, la più importante e antica delle quali è l’Universidad Nacional Mayor de San Marcos, fondata nel 1551:

Universidad mayor de san marcos.jpg

Molto belle sono anche le Chiese che si trovano a Lima (ricordiamo che il Perù è di religione prevalentemente cattolica) e che, in buona parte, furono costruite dai conquistatori spagnoli al cui seguito c’erano diversi preti e vescovi con il compito di convertire le popolazioni sconfitte. Le più note sono la Cattedrale (progettata da Francisco Pizarro in persona e dove lo stesso riposa in una bara di cristallo), il Convento di Santo Domingo, la Chiesa della Mercede, la Chiesa di San Francesco.

Faremo in tempo a visitare solo la Chiesa di San Francesco da dove partirà la prima delle processioni che vedremo dal vivo. E’ bene notare che in Perù le processioni non sono noiose ma rappresentano un momento di aggregazione festosa, con canti e danze popolari che accompagnano il baldacchino di una delle tante statue di Madonne venerate nel paese.

La Cattedrale in Plaza de Armas era chiusa e la vedremo solo dall’esterno durante la grande manifestazione che si è svolta proprio la domenica che noi eravamo a Lima: essendo Santa Rosa anche patrona delle forze armate, in piazza c’erano parecchi militari in grande uniforme sia in parata sia come semplici spettatori.

Nel filmato che completa l’articolo, tra l’altro, potrete rendervi conto del folklore colorato e allegramente chiassoso con cui la popolazione di Lima festeggia la Santa Vergine.

Numerosi anche i Musei che si possono visitare in città (il museo della Nacion, il museo dell’oro, il museo civico di Antropologia e Archeologia, il museo Amano, il museo Larco Herrera): noi visiteremo solo quest’ultimo, vista la brevità del nostro soggiorno a Lima. L’impatto visivo dell’entrata al museo è spettacolare per la varietà di fiori e piante che accolgono i visitatori. Interessante è anche l’esplorazione delle poche sale aperte al pubblico. Qui si trova la più importante collezione privata di ceramiche pre-ispaniche del mondo. Sono visibili anche alcune mummie, oggetti in oro e argento e tessuti di produzione pre-incaica e incaica.

Con questa visita al museo termina la nostra intensa mezza giornata di permanenza a Lima. Un giudizio personale sulla città?

Ovviamente la guida, avendo noi poco tempo a disposizione, ci ha fatto vedere solo le cose turisticamente più accattivanti e queste ci sono piaciute molto. La mano spagnola nella tipologia dei palazzi e delle chiese più note è stata del tutto conservata e rispettata nel centro storico e nelle sue vicinanze, mentre le nuove costruzioni hanno l’aspetto visibile oggi in ogni zona urbana del mondo. I nuovi quartieri residenziali danno l’idea di una città ricca, pulita, tranquilla e non si vedono mendicanti in giro.

Le cose cambiano completamente se si butta l’occhio nelle periferie.

Lì, purtroppo, è tutta un’altra storia. Le strade sono sterrate e polverose, le case sono casupole a un piano, costruite alla buona, spesso con materiali di recupero, i mattoni sono quasi sempre a vista e molte pareti laterali presentano pubblicità di personaggi politici scritte con vernice rossa a caratteri cubitali. Non credo che esistano servizi igienici in queste catapecchie e la raccolta dei rifiuti di certo non avviene con molta regolarità. Insomma si tratta di bidonville  fatiscenti e pericolose. I tetti, come già accennato nel primo post sul Perù, sono piatti e in genere terminano con dei ferri a vista per la costruzione di un eventuale quanto improbabile secondo piano. Ma questo, come vedremo, non è solo una caratteristica della periferia di Lima, ma di tutte le città e paesi del Perù. La guida afferma che questa è la condizione ottimale per non dover pagare le tasse o pagarne solo una piccola parte.

Vedere il grande divario tra centro e periferia mi fa pensare che il Perù non ha ancora trovato la via giusta e armoniosa per crescere. Questo paese, infatti, ha enormi risorse naturali, a sufficienza per far stare bene tutta la sua popolazione, ma la distribuzione delle ricchezze, evidentemente, non è equanime. La corruzione tra i politici sembra sia molto elevata e questo spiega parecchie cose. Di buono c’è che le prigioni funzionano anche per costoro… forse meglio che da noi.

Una cosa che ho trovato speciale a Lima (e anche nel resto del Perù), i bambini a scuola, per eliminare differenze di classe sociale (uguaglianza tra ricchi e poveri) sono vestiti tutti eguali:

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Ecco adesso una serie di bellissime foto scattate da Barbara, Sergio, Giorgio e Chicca a Lima:

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Per visualizzare il mio video con il racconto su Lima, cliccate sul collage di foto che segue:

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Alla prossima!

Nicola

Crediti: Ci sono un paio di foto scaricate da Internet, il cui copyright appartiene ai singoli autori a cui va il mio ringraziamento. Tutte le altre immagini appartengono a Sergio, Barbara, Giorgio, Chicca e a me. Notizie su Lima sono state reperite in loco o estratte dal testo “Perù, dal deserto costiero alle Ande di Massimo Bocale e Piera Borghetti Ed. Polaris.

 

Stracarichi di valigie (due grandi e due piccole a coppia) Chicca e io, Silvia e Giorgio, Barbara e Sergio (cioè quello che d’ora in poi chiamerò l’intrepido gruppo), tutti assonnati per la levataccia, ci presentiamo puntuali alle ore cinque del mattino di sabato 29 agosto 2015 al check-in Iberia di Linate, pronti a iniziare il nostro viaggio verso il paese che gli antichi Inca chiamavano Tahuantinsuyo che, in lingua quechua, significa i “quattro quarti del mondo” dal momento che nel 1532 (data in cui i conquistatori spagnoli arrivarono lì) il loro territorio comprendeva gli odierni Equador, Perù, Bolivia e Cile.

La partenza, prevista per le 8.00, avviene in perfetto orario.

Dopo un paio d’ore, facciamo scalo a Madrid e poi, alle 13.00, con un secondo volo di undici ore arriviamo a Lima, capitale dell’odierno Perù: sono le 17,36 locali sempre del 29 agosto 2015, avendo portato indietro l’orologio di sette ore rispetto all’Italia.

Il cielo è decisamente plumbeo e comincia a imbrunire: siamo alla fine dell’inverno e la temperatura è sui 19 gradi. Chiesto spiegazioni alla guida locale che ci ha accolto all’aeroporto, veniamo a sapere che, causa grosso inquinamento, Lima, città di 10 milioni di abitanti, il sole si vede di rado anche in altre stagioni. Non essendoci metropolitane, quasi tutti usano l’auto e quindi la cappa  di smog che sovrasta la città è quella che è.

 

Non abbiamo nemmeno il tempo di fare una breve escursione della città perché l’albergo Josè Antonio Executive dista 45 minuti dall’aeroporto e siamo tutti un po’ stanchi.

In quest’albergo ceneremo  e poi andremo subito a dormire: l’indomani ci aspetta una giornata molto intensa.

Domenica 30 Agosto 2015 – Lima

Sveglia alle 7, una veloce colazione, check out dall’albergo, carichiamo le valige sul pulmino e con la guida iniziamo la visita della città. Oggi è la ricorrenza di Santa Rosa, patrona del Perù, molto venerata a Lima, e la gente si prepara a festeggiarla con varie processioni che partono dalle più importanti chiese della città. Mentre raggiungiamo il centro storico veniamo aggiornati sulle principali caratteristiche di Lima. Fondata da Francesco Pizarro nel 1535 con il nome di Città dei Re (in omaggio ai Re Magi, poiché la scelta del luogo in cui edificarla avvenne il giorno dell’Epifania), oggi la capitale del Perù è divisa in 43 distretti guidati ognuno da un sindaco che ha un proprio municipio e una propria amministrazione. Ciascuno di loro risponde al sindaco mayor dell’intera città. Lima è anche sede del governo centrale del Perù.

Centro storico di Lima

Plaza de Armas (centro storico della città)

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E’ mattina presto quando usciamo dall’albergo, le strade della città non sono ancora intasate e ci si può fermare per ammirare e fotografare i balconi di una casa coloniale spagnola. Durante il tragitto incontriamo un edificio pubblico che sull’insegna promette di difendere il popolo:

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la Chiesa di San Pedro:

Chiesa di San Pietro

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una piccola bancarella in attesa di eventuali clienti:

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In previsione del grosso afflusso di macchine, la municipalità ha previsto cartelli in posizione strategica per evitare ingorghi:

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il palazzo del Congresso:

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Alle 8 il traffico è già intenso: sullo sfondo si intravede la parte della città abbarbicata sulla montagna che sovrasta Lima…

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E’ domenica ed è anche un giorno di grande festa popolare: una rosticceria è pronta a offrire ai passanti una ricca impanada ripiena di porcellino allo spiedo:

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Ma veniamo alla ricorrenza patronale di Santa Rosa: molti distretti hanno una loro festa con processione: qui ci troviamo nei pressi della Chiesa di San Francesco:

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Osservate i colori sgargianti degli abiti dei fedeli e anche della Madonna sul baldacchino: alcune persone sono persino mascherate. Le feste religiose mescolano, con balli, canti, musica e allegra partecipazione, credenze cattoliche assorbite dagli spagnoli e antiche tradizioni popolari inca caratteristiche delle zone della città dove si svolgono le funzioni. Gli stessi abiti indossati dalle persone davanti o dietro alla processione sono tipici delle varie città del Perù.

Lasciata questa cerimonia c’incamminiamo verso la Plaza de Armas (o Plaza Mayor) dove sta per iniziare la processione principale della giornata. Durante il tragitto diamo un’occhiata alla Casa della Letteratura Peruviana:

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In Plaza de Armas, come potete vedere nella foto che segue, il mantello della Madonna sul baldacchino è nero:

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Nella foto sotto si notano molti militari in grande uniforme: questo si spiega perché la Madonna in processione è la protettrice delle Forze Armate:

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La festa è condita da musica di varie bande che si alternano a suonare. In tutto questo bailamme di gente si notano alcune curiosità: gli spazzini (uomini e donne) sempre all’erta per fare pulizia:

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il vigile di quartiere motorizzato:

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le autorità cittadine sul balcone del Municipio davanti alle quali il baldacchino della Madonna sosterà per ascoltare un breve discorso di ringraziamento:

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il bel prato della piazza maggiore:

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e, buon ultimo, un cane che a dispetto del gran frastuono e della confusione, se la dorme beatamente in mezzo alla strada:

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A metà mattina lasciamo la Plaza de Armas e, prima di raggiungere il pulmino che ci porterà al Museo di Andrea Larco Herrera, buttiamo l’occhio su un variopinto negozio di artigianato locale:

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L’ingresso al Museo Larco  Herrera e i suoi giardini sono una benedizione per gli occhi:

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Nel museo, un elegante edificio del 18° secolo costruito su una piramide precolombiana del 7° secolo, ci sono un’infinità di ceramiche e di oggetti in oro e argento (più di 45.000) creati da artigiani pre-incaici datati mille e più anni avanti Cristo. Ecco alcuni esempi tratti da Internet, visto che non è stato possibile usare la macchina fotografica:

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Finita la visita al museo, salutiamo la guida locale e, saliti sul pulmino con le nostre valigie, usciamo da Lima. Siamo in pieno giorno così possiamo dare un’occhiata alla periferia della città: davvero penosa!

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Avremo altre occasione per parlare del fenomeno ricorrente in tutte le città del Perù, non esclusa Lima: le periferie sono immancabilmente degradate e fatiscenti.

Nella prossima puntata approfondirò il discorso su Lima e allegherò il filmato relativo a questa parte del viaggio.

Crediti: le foto sono mie e di mia moglie Chicca. Alcune foto le ho scaricate da Internet. Informazioni storiche sono ricavate da Wikipedia e dalla voce della guida locale di Lima.

Arrivederci a presto.

Nicola