Archivio per la categoria ‘commedia’

Carissime amiche e carissimi amici, come state?

E’ un po’ che non ci sentiamo e devo dire che le cose si stanno mettendo molto male per me. La notizia dell’arrivo di un fratellino (o di una sorellina), purtroppo, è confermata e io, ormai, non posso più farci niente, se non prepararmi al fattaccio e cercare di mettere dei punti fermi in casa per non farmi travolgere dagli avvenimenti. I grandi, a volte, non capiscono le esigenze e le priorità dei propri figli e si comportano come se noi non contassimo niente nel ménage famigliare, tipo chiederci, prima di prendere “certe” iniziative, se vogliamo che la popolazione mondiale aumenti di un’unità… quando siamo già così in tanti!

Vabbè, dovrò farmene una ragione.

Baci, baci.

Betta

Striscia 71 - 2015

Striscia 72 - 2015

Striscia 73 - 2015

Striscia 74 - 2015

Striscia 75 - 2015

Arrivederci alla prossima puntata!

Betta

Uomo al telefonino1

E’ cosa nota, ormai, che mi hanno regalato (anche se non lo volevo) un nuovo telefonino e sapete pure che sto mettendo a punto la vecchia rubrica sia per sfrondarla dalle voci obsolete sia per aggiungere un cognome a nomi che si ripetono più volte ma con numeri telefonici diversi. L’esperienza (vedi Rubrica – 1) con la prima delle 5 Anna che ho in agenda è stata un completo insuccesso (si è incavolata e non mi ha voluto dire il cognome…). Oggi, armato di buona volontà, ci provo con la seconda Anna.

Driiin, driiin…

– Pronto, chi parla?  dice una voce femminile.

Anna? domando con una certa cautela.

– Sì, eccomi. Ciao Nicola bello! Qual buon vento ti ha spinto a telefonarmi?

– Oh, niente di particolare. Volevo farti un salutino e chiederti come stai.

– Sto abbastanza bene, grazie. E tu?

– Si tira avanti al meglio che si può. Sai alla mia età…

– C’è qualcosa che non va, Nicola? Non ti senti bene? Hai una voce strana, oggi.

– No, niente di che. E’ che mi hanno regalato un telefonino nuovo e sto cercando di sistemare la rubrica con i nomi e i cognomi corrispondenti. Quella vecchia è parecchio incasinata…

– Beh, non dovrebbe essere un grosso problema metterla in ordine. Lo facciamo tutti quando compriamo un telefonino nuovo. Cos’è che t’imbarazza?

– Ecco, tu sei la seconda Anna a cui telefono e ne ho ancora altre tre da contattare. Purtroppo con la prima è stato un vero disastro.

– Dai, non mi dire! Non l’hai riconosciuta? Non ti ha riconosciuto?

– Peggio. Lei mi ha riconosciuto subito.

– E tu?

– Metà e metà. Ricordavo la voce della tipa, ma non mi veniva in mente il cognome e quando gliel’ho chiesto, si è offesa e mi ha mandato a quel paese. Senza peraltro dirmelo, il suo cognome.

– Oh, povero Nicola, non hai fatto una gran bella figura!

– Già, la classica figura di m… Sai cosa faccio, allora? La registro come Anna l’incazzosa.

– Ahahahah, buona questa! Noi due, invece, ci conosciamo da anni, vero?

– Come no!

– Quindi il mio cognome te lo ricordi?

…certo che sì… le dico, quasi sicuro di avere individuato la mia interlocutrice.

– Come vanno le cose in famiglia? domando con il chiaro intento di approfondire il discorso sul suo cognome.

– Come al solito. Marco, grazie al cielo, è sempre sommerso di lavoro e Giovanna si è appena fidanzata.

Chi sono Marco e Giovanna?!  – penso tra me e me – Chi c…. è, allora, l’Anna con cui sto parlando?  Cerco di nascondere il mio sconcerto affrettandomi a dirle:

– Ottimo per Marco, visti i tempi che corrono. E fa le mie congratulazioni a Giovanna!

– Certamente!

A questo punto capisco di essere nei pasticci e non so più come procedere.

– …

– Bene, Nicola, se non hai altro da raccontarmi, ti saluto. Dai un bacio a Chicca da parte mia… e buona fortuna con la tua rubrica!

– Click!

– …

– …

– Accidentaccio!  Pazzo furioso

******

Secondo voi, Nicola riuscirà, prima o poi, a ricordare il cognome dell’Anna numero due o sarà costretto, come sempre, a rivolgersi a sua moglie?

Alla prossima.

Nicola

A grande richiesta, proseguono le avventure di Betta e della sua simpatica famiglia…

Striscia 25 - 2015

Striscia 26 - 2015

Striscia 27 - 2015

Striscia 28 - 2015

Striscia 29 - 2015

Arrivederci alla prossima puntata!

Betta

Carissime amiche e carissimi amici, le recenti feste pasquali (come capita di regola ogni anno), sono state all’insegna della pioggia e del vento freddo. Risultato: mia moglie e io ci siamo beccati raffreddore, febbre e poi una fastidiosa tosse.

Fortunatamente la nostra casa di campagna è grande e, anche se fra figli e amici dei figli eravamo in tanti, noi due abbiamo potuto isolarci e non abbiamo sparso germi sugli ospiti. Per quel che mi riguarda, le notti sono state un inferno: tra corse in bagno, colpi di tosse fragorosi, ho dormito pochissimo e quando non sto bene, sono guai perché mi metto a rimuginare sui massimi sistemi e mi vengono idee balzane…

Vi ho incuriosito? Ok, ora vi ragguaglio su cosa è successo durante la convalescenza.

Graziella, una cara amica, prima di Pasqua, mi aveva regalato un’edizione economica (ma decisamente ben studiata) del Poema a fumetti di Dino Buzzati. Di questo bellissimo libro possedevo l’edizione originale cartonata, ma qualcuno, approfittando di  una mia assenza da casa, se n’è impadronito e non me l’ha più restituito. In casi del genere, quando non si conosce il ladruncolo, c’è poco da fare. Si va in libreria e si cerca di acquistarne una nuova copia. Purtroppo, quel libro era esaurito da anni. A un collezionista qual sono, allora, non rimane che sperare in una ristampa. Ci ha pensato la Mondadori e, per mia fortuna, questa fondamentale opera grafica di Buzzati mi è stata carinamente omaggiata da un’amica che conosce i miei gusti. Poema a fumetti, edito la prima volta nel 1969, è il libro che ha aperto la strada alle Graphic Novel che tanto successo hanno oggi sia all’estero sia in Italia.

Poema a fumettiDinoBuzzati

Bene, tutta questa lunga introduzione per dirvi che, rileggendo Il poema a fumetti di Buzzati durante le notti insonni pasquali, mi è venuta l’idea di una nuova serie umoristica da affiancare al mio amato Signor Giacomo, tenendo al minimo, come faccio di solito, la presenza di personaggi disegnati. Il perché di questa scelta è molto semplice: lo sanno anche le pietre che non so disegnare… Nauseato

Protagonisti di questa nuova striscia comica sono Elisabetta (Betta per gli amici) e sua madre Luisa, entrambe innamorate perse di un uomo bellissimo (padre e marito) al momento senza nome. A condurre il gioco è una ragazzina undicenne, sempre in competizione con la madre. Betta cresce osservando errori, stratagemmi e furbizie di un padre amatissimo perché bello, intelligente e scaltro. La vita di questa famigliola un po’ stramba si svolge nell’ambiente bene della Milano dei nostri giorni.

Siccome si tratta di un esperimento, ovviamente sono graditi commenti e critiche. Le strisce autoconclusive, come tutti gli amanti dei comics sanno, acquistano vigore (giustificando così la loro esistenza) dal paradosso e dalla ripetitività delle situazioni.

Buona lettura.

Nicola

Striscia 1 - 2015

Striscia 2 - 2015

Striscia 3 - 2015

Striscia 4 - 2015

Striscia 5 - 2015

Striscia 6 - 2015

Striscia 7-2015

Striscia 8 - 2015

Striscia 9 - 2015

Striscia 10 - 2015

Appuntamento alla prossima settimana per importanti comunicazioni!

Nicola

clip_image002

Ecco come, da una cosa da niente, scoppiano le guerre di genere.

Anselmo, un mio vecchio amico, legge su Internet una freddura che lo fa scompisciare dal ridere e decide di condividerla via mail con sua moglie Sofia, con me e mia moglie Chicca, con Domitilla, una comune amica e con Ubaldo, il di lei marito:

Carissime/carissimi tutti,

ci siamo mai sentiti in colpa per aver guardato le persone della nostra età e aver pensato: "Non posso sembrare così vecchio????"

Se sì, questa storiella ci riguarda:

Ero seduta in sala d´attesa per il mio primo appuntamento con un nuovo dentista, quando ho notato che il suo diploma era affisso al muro.

C’era scritto il suo cognome, e improvvisamente mi sono ricordata di un gran ragazzone moro che portava quello stesso cognome. Era nella mia classe di liceo 20 anni prima, e mi sono chiesta se poteva essere lo stesso ragazzo per il quale avevo "sbavato" all’epoca.

Quando sono entrata nello studio, ho immediatamente allontanato questo pensiero: quell’uomo brizzolato, stempiato e con il viso segnato da profonde rughe era troppo vecchio per essere stato il mio amore segreto…

Dopo avermi visitato, gli ho chiesto se aveva studiato al tale Liceo.

«Sì.» mi ha risposto.

«Quando si è diplomato?» gli ho chiesto.

«Nel 1974.» mi ha risposto.

A quel punto ho esclamato:

«Dunque lei era nella mia classe!»

Allora quell’orribile vecchio, piccolo, stronzo e figlio di puttana mi ha chiesto:

«Lei era professoressa di cosa?…»

Spero, amiche mie, che apprezziate la freddura. Non è poi così cattiva come sembra, convinto come sono che la verità è sempre apprezzabile anche quando non è proprio piacevole.

Cordiali saluti.

Anselmo

Domitilla legge la mail e risponde subito a Anselmo, mettendo la sua risposta in copia a tutti:

Carissimo Anselmo e carissimi amici/amiche,

possiamo sostenere con assoluta e legittima convinzione quanto Anselmo sia un "peperino" a cui nulla sfugge. Bisogna tuttavia ammettere che la freddura che ci ha regalato è una storiella decisamente gratificante per noi tre fanciulle (intendo Sofia, Chicca e la sottoscritta). A "onor del vero" questa superiorità di genere, a noi era già nota: gli studi più accreditati, infatti, riconoscono alle femmine delle correlazioni corticali (da emisfero dx a emisfero sin) molto più congiunte in quanto i neuroni hanno una "coda" mooooolto più lunga!

Oltre a ciò, noi sappiamo essere dolci, carine, affettuose, dedicate, eclettiche, creative, "reliable", sweety, ma, soprattutto…… molto, molto, molto modeste.

Un abbraccio particolare alle mie amiche Sofia e Chicca.

A tutti gli altri basta un ciao.

Domitilla

Dopo aver letto questa mail, mi sento in dovere di intervenire anch’io, ben consapevole della guerra che, senza averla voluta, è scoppiata tra maschi e femmine:

Carissima Domitilla e a tutti per conoscenza,

per quanto riguarda la vantata superiorità intellettuale delle donne, ci andrei piano a darla per scontata. Ci sono parecchie storielle che sostengono il contrario. Ne cito tre scritte e pensate da veri maître à penser.

Mister Foster:

Nei servizi segreti americani per la prima volta è diventata vicedirettore una donna… Appena nominata ha detto: "Wow, sono vicedirettore dei servizi segreti! Non vedo l’ora di dirlo a tutte le mie amiche!"

Giuseppe Asara:

Diceva il grande studioso Carl Never, appassionato estimatore dell’universo femminile: "Le donne sono come gli insetti. Girano sempre per la casa e danno fastidio…"

Gioacchino Belli:

La donna, fijo mio, è come la castagna: bella de fora ma drento ha la magagna.

Dopo di ciò, credo che la questione della superiorità della donna sull’uomo sia messa a tacere.

Ciao a tutte/tutti.

Nicola

Dieci minuti dopo Domitilla risponde:

Caro Nicola e a tutte/tutti per conoscenza,

non ho nulla da recriminare su quanto hai scritto se non raccontarti questa storia di cronaca vera:

In ospedale si trova un paziente gravemente malato. I familiari si riuniscono nella sala d’attesa e, alla fine, entra un medico, stanco e desolato:

«Mi dispiace d’essere portatore di brutte notizie. – dice guardando le loro facce preoccupate – L’unica speranza per il vostro familiare è un trapianto di cervello. È qualcosa di sperimentale e rischioso, economicamente del tutto a vostre spese.»

I familiari restano seduti, ascoltando le gravi notizie. Alla fine, uno domanda:

«Quanto costa un cervello?»

«Dipende. – risponde il medico – 5.000 euro un cervello di un uomo; 200 euro uno di donna.»

Un lungo momento di silenzio invade la stanza, mentre gli uomini presenti cercano di non ridere ed evitano di guardare le donne negli occhi, anche se qualcuno accenna un sorriso. Infine, la curiosità fa domandare a uno di loro:

«Dottore, a che si deve la differenza di prezzo?»

Il medico, sorridendo a una domanda così innocente, risponde:

«Quelli femminili costano meno perché sono gli unici a essere stati usati, gli altri sono come nuovi.»

Cari saluti a te e agli altri maschietti che avete sorriso a metà del racconto! E baci alle mie amiche che – sono sicura – hanno sorriso alla fine!

Domitilla

Non c’è che dire, Domitilla ha risposto per le rime sia alle mie freddure contro le donne sia a quella di Anselmo. Sono indeciso se rispondere o meno alla sua nuova provocazione. Mi precede Ubaldo con questa mail:

Carissime amiche e amici,

visto il silenzio di Anselmo e Nicola, prendo io la parola con un’altra storia vera accaduta durante il mio recente viaggio da New York a Dallas:

Sull’aereo in partenza per Dallas sale una signora che prende subito posto in Prima Classe. Durante il controllo, la Hostess vede che la signora ha un biglietto per l’Economy e quindi la invita a cambiare posto. La signora però rifiuta decisamente.

Anche al tentativo analogo fatto poco dopo da uno Steward, la signora oppone uguale rifiuto.

Viene avvisato il Capitano che immediatamente si reca dalla signora e le dice qualcosa a bassa voce in un orecchio. La signora allora si alza immediatamente, ringrazia il Capitano e va a prendere posto in Economy.

La Hostess e lo Steward sorpresi da questo inaspettato successo, chiedono al Capitano:

«Ma che cosa le ha detto per convincerla?»

E il Capitano con un sorriso di soddisfazione risponde:

«Le ho detto che la Prima Classe non va a Dallas…»

A presto risentirci, care amiche e amici, per eventuali contestazioni o nuovi contributi.

Ubaldo

A questo punto Anselmo, per non essere tacciato di codardo assenteismo, si fa vivo con la seguente mail:

Carissime/carissimi tutti,

Anselmo esce dallo stand by, dopo avere letto i vostri messaggi. E vi pareva che avrei potuto “callarme” (= starmene zitto, per i non cultori della lingua spagnola)?

Innanzitutto, grazie Nicola!

L’avere messo i puntini sulle i mi rallegra, soprattutto dopo che una persona (ah, la maligna!) ha stabilito che sono un “peperino”. Io e te ci capiamo al volo: quarant’anni di amicizia sono ben serviti a qualcosa, se non altro ci consentono osservazioni e battute, maliziose e non, e anche reciproca “presa per i fondelli”.

Circa il falso problema “superiorità delle donne” non credevo di avere scatenato un tale putiferio, ma ne sono contento, perché crea un po’ di movimento nella monotonia della nostra vita e dei nostri impegni “fancazzistici” di tutti i giorni.

Sull’argomento, esimia Professoressa Domitilla, invece di dedicare – come avevo richiesto a conclusione della mia mail del 27.1 – un amichevole sorriso a noi maschietti, hai ritenuto opportuno darci un solenne ceffone ovvero, come si suole dire, “calare un carico”, offrendoci una gratuita, sintetica lezione sulla maggior congiunzione delle correlazioni corticali femminili, ben sapendo che – almeno per quanto mi riguarda, ma forse ciò vale anche per Nicola e Ubaldo – avresti dovuto immaginarti che ti saresti scontrata con un muro di ignoranza in materia. Cara Prof, sarebbe lo stesso se da parte mia volessi intrattenerti sulla “Lex romana burgundionum” o, se preferisci, sulla “Lex romana visigotorum”, ma ovviamente, per rispetto al tuo essere donna e signora, non voglio infierire.

Il tuo, cara Domitilla, è stato solo un tentativo – non riuscito – di épater le bourgeois, locuzione del gergo francese che, come ben sai, significa “intimorire con giudizi strabilianti l’onesto borghese, il quale di rado suole turbarsi per tutto ciò che direttamente non lo riguarda”.

Ma non contenta, dopo la timida difesa dell’amico Nicola e di tuo marito Ubaldo, gentile Prof, hai voluto ancora insistere e, con la tua mail di poco fa, hai richiesto sostegno, apprezzamento e rinforzi positivi, pena l’affievolimento della maggiore potenzialità intellettiva delle donne. Allora a cosa serve la maggior congiunzione delle correlazioni corticali femminili?

Mah!

Attendo la prossima bordata.

Vi saluto con il solito abbraccio.

Anselmo

Stranamente Chicca e Sofia sono silenti (forse le due signore non hanno letto le varie mail di scambio o sono in altre faccende affaccendate) e lasciano la parola alla combattiva Domitilla che ben presto si rifà viva:

Caro Anselmo, cari tutti,

la tua tenacia è pari solo alla tua capacità speculativa e di approfondimento e di questo ti rendo merito; amare le puntualizzazioni e i dettagli è indice di grande forza psichica.

La dolcezza invece "scanchigna" un filino, ma il proverbio "Prendi l’amico tuo con il difetto suo" insegna a noi fanciulle di portare consapevole pazienza nei confronti dei maschi. A noi siete toccati tu, Nicola e aggiungerei anche Ubaldo. Ubaldo c’entra sempre… per definizione, ma con lui me la sfangherò stasera a cena…

Meno male che Sofia, Chicca e io sappiamo “abilmente” tollerare la vostra personalità un po’ ingombrante. Del resto anche la tolleranza è un nostro punto forte!

Sarete in grado di memorizzare questo semplice pensiero nella vostra testolina??!!

Ricambio l’abbraccio a tutti, anche se alcuni non lo meritano.

Domitilla

La faccenda si complica, la guerra di genere è arrivata a un punto caldo, c’è aria di grossa maretta in giro. Decido di acquietare gli animi con una mail pensata per mettere fine al conflitto in corso:

Care Domitilla, Sofia e Chicca, cari Anselmo e Ubaldo,

vorrei concludere questo simpatico scambio di complimenti uomo/donna con un pensiero del grande Humphrey Bogart:

"Non bisogna mai contraddire una donna.

Basta aspettare.

Lo farà da sola."

Ciò constatato, direi che è giunta l’ora di deporre le armi.

Pace e bene e un abbraccio cumulativo a tutti, nessuno escluso.

Nicola

Anche Anselmo pensa, come me, che la guerra sia durata fin troppo e infatti il suo ultimo messaggio suona così:

Cari amici/amiche,

da Domitilla mi aspettavo una bordata, invece, è arrivata una mail che, tutto sommato, definirei “conciliativa” e potremmo, pertanto, considerare chiusa – o almeno sospesa sine die – l’eterna diatriba sull’intelligenza delle donne, sulla loro sensibilità e sulla loro tolleranza nei nostri confronti. Mi sia almeno concesso l’onore delle armi.

Quanto alla battuta di Humphrey Bogart, inviataci da Nicola – che conclude con un saluto francescano – la trovo particolarmente azzeccata, non malevola, anzi affettuosa. Me lo immagino il grande Humphrey che la pronuncia con la sigaretta accesa all’angolo della bocca, come l’abbiamo visto in Casablanca, tra nuvole di fumo col sottofondo musicale di “As time goes by”.

Non ci resta – o uomini – che comportarci come il famoso cinese che aspettava sulla riva del fiume…

Oggi non mi sento cattivo e, quindi, chiudo anch’io con il “pax et bonum” francescano.

Anselmo

Noi uomini abbiamo sospeso unilateralmente la guerra, ma Domitilla (ah, le donne!) vuole l’ultima parola. Al pari di Anselmo e Ubaldo che non è più intervenuto nella tenzone (chissà perché?), mi sento buono e gliela cedo volentieri:

Cari voi,

dopo i vostri due ultimi messaggi che trovo estremamente “rispettosi” dell’altra parte del cielo, non posso che ringraziarvi per la vostra bontà…

Prima di chiudere la partita, però, vorrei ricordarvi un pensierino della mia amica Debby Parry:

“La differenza tra i buoni del tesoro e gli uomini è che i buoni del tesoro maturano…”

Un bacio cumulativo.

Domitilla

***

Secondo voi, la guerra di genere è davvero finita?

Mah… thinkW

Alla prossima settimana.

Nicola

Crediti: L’immagine in testa al post proviene da Internet. Le freddure di Anselmo, Ubaldo e Domitilla provengono dai loro rispettivi “fornitori”. Le mie, invece, le ho estratte dall’Enciclopedia Universale della Battuta edita da Smemoranda.

Cosa sono le affinità elettive?

Per rispondere a questa domanda, apparentemente difficile, faccio ricorso a un episodio di vita vissuta (pericolosamente) da me non tantissimo tempo fa.

Antefatto

I siti web di scrittura, cioè i luoghi dove gli scrittori esordienti possono pubblicare gratuitamente i loro testi (poesie, racconti, romanzi, articoli politici ecc.), hanno avuto un certo grado di notorietà qualche anno fa, ma ora, a mio parere, se la stanno passando male. Primo, perché tutti quelli che speravano di essere intercettati da una casa editrice seria hanno dovuto ricredersi e oggi passano il tempo a mandare a quel paese i mille editori(?) a pagamento che fanno pubblicità su Internet e sui giornali promettendo loro mari e monti. Secondo, nei siti gratuiti di scrittura c’è sempre un vecchio scrittore furbacchione che non è riuscito a sfondare nel mondo editoriale cartaceo ma che ha capito come, quanto, e cosa scrivere sul web per avere un certo seguito e monopolizzare la home page con la sua indubbia bravura, raccogliendo – lui soltanto – tutti i commenti dell’ormai sparuto gruppo di autori che pubblicano in Rete le proprie opere, lasciando agli altri briciole di visibilità. È ovvio che questi misconosciuti scrittori(?) sono destinati, prima o poi, a morire di rabbia o dare in escandescenze per il successo (anche se virtuale) di uno solo di loro. Al seguito del vecchio marpione nasce sempre un gruppo di persone di medie capacità artistiche che, per godere di un pizzico di notorietà riflessa, hanno il preciso compito di commentare ogni suo post, magnificandone acriticamente le doti letterarie e, in più, sono pronte a far fuori ogni nuovo autore che si presenta all’orizzonte e che sembra volere (o potere) scalfire la supremazia del capo in testa di quello che io definii il clan degli eletti, cioè l’affiatata combriccola di utenti che determina il bello e il brutto tempo nel Sito.

Ciò detto, entriamo adesso nello specifico di quel triste trancio di vita passata che riguarda direttamente me e che dà una risposta esauriente alla domanda iniziale.

Anni fa anch’io mi iscrissi a un Sito di Scrittura su Internet e lì presentavo i miei racconti e i miei fumetti. Nel giro di qualche mese avevo già il mio piccolissimo seguito di lettori e ne ero più che soddisfatto ma, una brutta mattina, per inesperienza, pestai i piedi allo scrittore più bravo e potente del Sito e quello fu il mio errore fatale. Mi venne dichiarata una guerra sotterranea dal clan degli eletti, una guerra senza quartiere a cui cercai, per qualche tempo, di resistere. Per difendere la mia onorabilità scrissi una sit-com ironica che prendeva in giro bonariamente (si fa per dire…) il capo clan e tutti quelli legati a lui da affinità elettive.

Per diversi giorni quella mia commedia fece il boom di contatti e letture perché, a torto o a ragione, venni considerato da una parte di utenti del Sito il coraggioso difensore dei reietti, cioè di coloro che – benché bravi poeti e scrittori – non ricevevano (quasi) mai commenti. Naturalmente il clan degli eletti non la prese bene. In ventiquattr’ore fui sommerso da anatemi vari e da decine e decine di commenti offensivi scritti da tutti coloro che avevano visto in me il Nemico Da Abbattere per avere osato sbeffeggiare l’amato boss. Nacquero polemiche a non finire e così la Direzione del Sito fu costretta a intervenire duramente nei miei confronti. Il clan degli eletti ebbe il sopravvento e io dovetti fuggire nottetempo con la coda tra le gambe e con ben scolpita in testa una lezione che non dimenticherò più: contro le affinità elettive è inutile combattere. Si può vincere una battaglia, ma la guerra la si perde sempre e comunque.

Ecco perché, da allora, non ho mai più messo piede in un sito web di scrittura…

Nicola THE_PR~1[4]

Le Affinità elettive

Abbiamo commesso una pazzia: ora lo vedo fin troppo bene. Chi, giunto a una certa età, vuole realizzare sogni e speranze di gioventù, si inganna sempre, giacché nell’uomo ogni dieci anni cambia il concetto delle felicità, cambiano le speranze e le prospettive. Guai a colui che, dalle circostanze o dall’illusione, viene indotto ad aggrapparsi al futuro o al passato! Abbiamo commesso una pazzia. Dovremmo, per una sorta di scrupolo, rinunciare a ciò che i costumi del nostro tempo non ci vietano? In quante cose l’uomo ritorna sui suoi propositi, sulle sue azioni, e non dovrebbe farlo qui, dov’è in gioco tutto e non un dettaglio, dove si tratta non di questa o di quella condizione di vita, bensì della vita in tutto il suo complesso?

Goethe: Le affinità elettive

Personaggi sul palco:

Donna al telefonoUomo che dorme

                                    Atena                                Eros

Personaggi di cui si parla, ma mai presenti sulla scena: Saturno, Vulcano, F, G, P, Y, C, E, S.

Ambientazione:

Ore sei di mattina di una giornata d’inizio primavera. Dal fondo del proscenio s’intravvedono i primi timidi raggi di sole. Il palco è diviso nettamente in due. Sulla destra c’è una camera da letto dove Eros, il protagonista maschile, sta dormendo, l’unico suono udibile è un leggero russare. Sulla sinistra, Atena, la protagonista femminile, è già vestita di tutto punto e cammina nervosamente in un salotto arredato in stile moderno. Nella mano sinistra tiene una tazzina di caffè e con la destra impugna un cellulare su cui ha appena digitato un numero. Pochi istanti dopo, la quiete armonica della stanza allestita sulla destra del palcoscenico viene spezzata dal suono acuto di un telefono. L’uomo si rivolta nel letto e si mette il cuscino sulla testa per cercare di attutire quell’angosciante trillo. Siccome il suono non s’interrompe, alla fine, Eros decide di rispondere.

Eros: …prontooo (la voce è impastata e per nulla accogliente)

Atena: ciao Eros, scusa se ti ho svegliato così presto, ma prima di recarmi in ufficio volevo chiacchierare un po’ con te… (il tono è suadente, ma deciso allo stesso tempo)

Eros: ma che cazzo, Atena! La devi piantare di svegliarmi a queste ore antelucane!

Atena: dai, bel ragazzo, ho bisogno di parlarti un minutino e poi puoi tornare a dormire…

Eros: dimmi…

Atena: ho già parlato con Saturno e Vulcano, e abbiamo deciso che questa mattina sul Sito io pubblico per prima.

Eros: fate come vi pare, prima delle dieci io non ho nessuna intenzione di alzarmi e accendere il PC…

Atena: suvvia, Eros! Ogni tanto dai l’impressione che non te ne freghi niente del gruppo. Lo sai che la faccenda è importante e va tenuta costantemente sotto controllo (la voce si è fatta dura, perentoria di chi è abituata al comando)

Eros: non è vero, bellissima, sapete tutti che io preferisco pubblicare più tardi e per ultimo. (l’uomo adesso è sveglio, si è appoggiato alla spalliera del letto ed è ben attento ad ascoltare l’amica)

Atena: piantala con i tuoi complimenti del cavolo, quelli riservali ai commenti pubblici, in privato puoi risparmiarteli…

Eros: oh, mon dieu, Atena! Stamattina ti sei forse svegliata inversa?

Atena: macché, sono soltanto preoccupata per come stanno procedendo le cose sul Sito. Sappi che Saturno si sta incazzando per la tua pretesa di essere sempre l’ultimo a entrare in scena, ogni tanto dovresti cedere a lui questo privilegio. Anche Vulcano sta scalpitando. D’accordo, Vulcano è giovane e di poche pretese, però anche lui sta vivendo questa situazione con insofferenza.

Eros: che si fottano entrambi! Io devo questo potere decisionale alla mia bravura e all’autorità che mi deriva dall’essere il più vecchio del gruppo. Questo dovreste averlo già capito da un pezzo! La classe superiore e l’anzianità vanno premiate.

Atena: vabbé, ma anche Saturno non è più un giovanotto, e se permetti, come poeta è lui il top…

Eros: guarda, Atena, uno di questi giorni dobbiamo discutere a fondo di ‘sta storia!

Atena: che storia?

Eros: che Saturno sia un bravo poeta è indiscutibile ma che sia eccelso è tutto da dimostrare…

Atena: e invece lo è! Saturno dà dei punti a tutti. Ammetto che ogni tanto nelle sue poesie ci infila dentro delle metafore che non stanno né in cielo né in terra, metafore così involute che credo non le capisca nemmeno lui, ma questa è la sua vera forza! È quel suo strano verseggiare che i suoi estimatori si aspettano da lui. Se fosse sempre decifrabile, diventerebbe uno dei tanti poetucoli che vivacchiano sul Sito.

Eros: e poi, ultimamente, Saturno si è pure messo in testa di scrivere racconti. Ha forse intenzione anche lui di invadere il mio campo?

Atena: lo fa molto di rado…

Eros: e cosa mi dici, allora, dei suoi titoli chilometrici che portano via quattro righe della home page? Sarà anche un bel trucchetto per attirare l’attenzione, ma ormai l’hanno capito tutti. Già lo usano in tanti ed è diventato fastidioso. Per distinguersi dalla massa, Saturno dovrebbe inventare qualcosa di nuovo.

Atena: gliene parlerò e vedrò di convincerlo a non strafare con i titoli delle sue opere. Comunque queste sono piccolezze che si possono facilmente sistemare, Invece, il vero problema che mi assilla è che, in questi giorni, si sono visti autori nuovi che non sono affatto male, anzi qualcuno è molto ma molto valido. Varrebbe la pena di tenerli d’occhio e, inter nos, decidere se farli entrare nel gruppo o lasciarli nell’anonimato in cui hanno vissuto fino a ora…

Eros: prima di cooptarli occorre capire se sono in grado di assoggettarsi alle regole del gruppo, non ti pare?

Atena: ovvio. Ogni volta che all’orizzonte compare qualcuno che sa scrivere ci lasciamo prendere dall’entusiasmo, allentiamo le difese e poi capita quello che è successo con F. A momenti riusciva a farti cancellare dal Sito per qualche tua frase parecchio incauta…

Eros: è cosa vecchia ormai! F l’abbiamo emarginato a dovere non commentandolo mai e adesso se ne sta buono buono nella miseria di poche letture e degli scarsissimi commenti che riceve. Ci vuole ben altro per distruggere la mia popolarità e il mio carisma… ahahahah

Atena: a rompere i coglioni non c’è solo F, ma c’è G, c’è P, ci sono Y, C, E, S. È tutta gente che sta diventando pericolosa…

Eros: che palle, Atena, mica mi starai diventando paranoica? G è un autore decisamente in gamba, è spiritoso, ma sa stare al suo posto e non credo che abbia in mente di assaltare la nostra diligenza. P scrive benissimo nel taglio web a me tanto caro, ma dopo un primo momento di assidua presenza, per nostra fortuna, si è un po’ defilato. Y compare e scompare senza avvisare: è bravo come scrittore di storie lunghe, ma non mi preoccupa, mi considera suo padre putativo… eheheheh…

Atena: niente da dire su C e gli altri due?

Eros: C propone ottime poesie, poesie che non nascono dalla sera alla mattina come la maggior parte di quelle che si leggono sul Sito, ma sembrano il frutto di una vena poetica autentica e, purtroppo per noi, inesauribile. Lei ha un seguito che cresce ogni giorno di più…

Atena: è questo che mi preoccupa, C sta diventando una spina nel nostro fianco. Certi giorni ci supera nelle preferenze! Per fortuna è intervenuta quella misteriosa voce di Dio che ha pesantemente criticato il suo elevato numero di letture a fronte dei commenti non molto numerosi che riceve!

Eros: beh, quella della voce di Dio è stata un’azione sporca, ma, sebbene ci abbia favorito, non ne sarei troppo felice, abbiamo rischiato che venisse associata al nostro gruppo, anche se nessuno di noi c’entra in quella che io reputo nient’altro che la sciocca iniziativa di un burlone informatico.

Atena: Parlami di E…

Eros: E è un tipo solitario, umorale e scorbutico, ma fondamentalmente è una persona corretta. Come tutti noi è vanitoso, ma non ha la nostra stessa propensione a prevalere sempre e comunque sugli altri. Ha un seguito limitato di lettori ma, buon per lui, è costante nel tempo. Tutto sommato le sue poesie, presenti ogni giorno in home page, spiccano ma non tanto da offuscare il nostro glamour. Tu, a ben vedere, lo batti di gran lunga ogni volta.

Atena: rimane S. Non mi dire che nemmeno lui è pericoloso! A mio avviso sarebbe da cooptare nel nostro gruppo. Questo lo suggerisce l’antica regola della diplomazia di guerra: quando un nemico non puoi vincerlo, cerca di allearti con lui… S è uno scrittore troppo bravo ed è il miglior commentatore sulla piazza, non ci conviene averlo ostile al gruppo!

Eros: non ci è per niente ostile, credimi. Non fa parte del coro degli adulanti, inoltre non ci commenta ogni volta che pubblichiamo ma questo, in un certo senso, ci favorisce. Sfata la leggenda messa in giro da F che siamo un’affiatata cricca mafiosa…

Atena: cazzo dici, Eros! Noi siamo persone per bene!

Eros: ahahahah, certo che sì! Noi siamo unicamente un gruppo di amici che si vuole bene…

Atena: infatti. Lo ha scritto in un blog anche la direzione del Sito, l’altro giorno. Comunque non prendere sottogamba le persone che ti ho nominato, il pericolo di perdere il predominio della home page c’è, eccome se c’è! Se non ci fossi io a tenere il gruppo in campana, chissà che fine del piffero faremmo!

Eros: di questo te ne siamo tutti grati e ricambiamo con piacere i tuoi sforzi per farci stare sempre sulla cresta dell’onda.

Atena: e ci resteremo a lungo perché chi ci segue e ci commenta sempre, sa benissimo che un atto di omaggio alle nostre opere dona visibilità e così un tantino ci guadagnano pure loro. Stare dalla parte dei più forti ha i suoi vantaggi. Lo sanno anche i bambini…

Eros: già! È proprio questo il ruolo dei commentatori di complemento… ahahahahah

Atena: ma dai, Eros, piantala di mettere tutto sul ridere! Dobbiamo a loro il nostro successo, anche se poi tocca a noi amministrarlo con intelligenza. Il che significa che dobbiamo sempre tenere gli occhi ben aperti su ciò che succede nella home page. Indiscutibilmente siamo bravi, ma proprio per questo siamo più soggetti degli altri all’invidia per il successo e il seguito che abbiamo conquistato. Se ci distraiamo, rischiamo che degli outsider ci rubino parte della nostra audience e questo non possiamo permetterlo a nessuno…

Eros: ma sì, di questo ne abbiamo già parlato mille volte, non c’era bisogno di svegliarmi prima dell’alba per dirmi cose di cui siamo tutti ben consapevoli.

Atena: repetita iuvant, visto che a volte ti dimentichi i doveri sacrosanti dell’affinità elettiva che ci lega…

Eros: non capisco questa tua osservazione, spiegati meglio.

Atena: mi riferisco al fatto che ultimamente tu e Saturno risultate sempre in testa nelle preferenze, mentre io e Vulcano dobbiamo accontentarci del terzo e quarto posto…

Eros: beh, sincerità per sincerità, tu e Vulcano, recentemente avete presentato opere un po’ deboli, è quindi difficile inventare commenti favorevolissimi, rischieremmo di smascherarci. Spesso, per aiutarvi, dobbiamo giocare di rimessa, parlando d’altro nei commenti e sfruttando la simpatia e la verve di Vulcano. Insomma dobbiamo sviare l’attenzione dal testo in versi o in prosa che voi due presentate…

Atena: che cazzo stai dicendo? Vuoi dire che le mie poesie non sono sempre sublimi?

Eros: non ti arrabbiare, Atena! Qui siamo in privato e posso dirti ciò che veramente penso delle tue poesie e dei tuoi racconti di quest’ultimo periodo.

Atena: forza spara!

Eros: ultimamente, ma solo ultimamente, trovo poco incisive le tue creazioni poetiche. Sembrano scritte con noia, quasi un compitino giornaliero che assolvi anche se l’ispirazione ha raschiato il fondo del barile. E i tuoi racconti, permettimi di dirtelo, sanno di affrettato, sono freddi. Non basta dare il tuo nome a un personaggio per creare emotività e curiosità in chi legge…

Atena: scusa se cerco d’invadere il campo in cui tu sei il Re Assoluto, (la voce è stridula, segno di estrema irritazione) ma in qualche modo devo pur fare vedere che anch’io so scrivere in prosa, che sono un’artista poliedrica, completa. La stessa cosa la fanno sia Saturno sia Vulcano. Cosa c’è di male se noi tre, qualche volta, calpestiamo il tuo praticello? Non vorrei dover mettere pesantemente in conto il tuo insistente riproporre vecchie storie già lette e rilette infinite volte… Questo è segno evidente che anche a te, ogni tanto, l’ispirazione latita! O sbaglio?

Eros: dai, Atena, non litighiamo fra di noi su questi particolari insignificanti. Oltretutto non mi hai ancora detto perché mi hai svegliato a quest’ora del cazzo!

Atena: sei tu che mi fai perdere il filo del discorso con sciocche argomentazioni sulle mie ultime opere. Comunque le mie poesie sono sempre migliori di quelle di C e di tante altre fantomatiche poetesse che cercano di scalzare la mia posizione preminente. Posizione guadagnata col sacrosanto sudore della fronte e con la mia determinazione a essere sempre la migliore in tutto. Le mie non sono chiacchiere, ma fatti dimostrabili!

Eros: stai di nuovo perdendo il filo…

Atena: e che cazz, Eros! Vabbé, ti ho telefonato per dirti di controllare la home page verso le dieci di questa mattina, quando sarai sveglio e operativo. Se vedi che le letture e i commenti alla poesia che pubblico oggi sono bassi, dai uno squillo a Vulcano, a Saturno e METTI IN MOTO LE SECONDE SCHIERE. CAPITO? Dopo i primi dieci commenti, la curiosità degli utenti in linea completerà, come sempre, l’opera. Questa volta voglio vincere io le preferenze della giornata, altrimenti m’incazzo. Questo non è un invito, ma un ordine preciso di scuderia da non prendere sotto gamba. Siamo intesi?

Eros: ai tuoi comandi, Atena! Sarà fatto come desideri. Ci pensiamo noi come al solito… No anzi, meglio del solito, questa volta!

Atena: grazie, bel ragazzo. Sapevo che potevo contare sulla collaborazione del gruppo. L’affinità elettiva che ci unisce non sono mica cazzi! Un bacio, tesoro.

Eros: ricambio con immutato affetto, mia grande e splendida amica.

***

Atena riaggancia il telefono, il suo bel viso è illuminato da un ampio sorriso mentre si guarda in giro a cercare la giacca. Dopo averla trovata e indossata, con una mano si dà una veloce assestata ai capelli davanti allo specchio del salotto ed esce di scena. Eros rimane qualche istante pensieroso, scuote la testa alzando gli occhi al cielo, infine si mette supino e si riaddormenta.

Contemporaneamente cala il sipario e scrosciano gli applausi degli addetti ai lavori. L’ultima recita di prova è andata benissimo. Perfetti sia la dizione sia il ritmo dei dialoghi. Gli attori sono pronti per andare in scena per la prima rappresentazione della sit-com davanti a un pubblico pagante.

P.S.

Personaggi, riferimenti e supposizioni, sono del tutto immaginari. La sit-com nasce dalla fantasia irrispettosa delle regole del buon vivere, caratteristica peculiare dell’autore.

Fine

Crediti: Il quadro Affinità elettive è di E. Iannoni