(Paolo Stefanelli – Sogni su tela – Preludio del Gattombrello)
Preludio
di Ignazio De Michele
Sei pensierosa e
mi guardi appena
voli di gabbiani
affronte il Maestrale
cavalcano folate salmastre, i pensieri
a fronteggiar scogliere, anfratti Ligustici
sprona frangenti
di maglio paludati
instancabili, come il tuo esser donna
fra il sinusoidale dell’essenza, tua
a trovare ubriacatura
permeante, e per osmosi assumo
dalle mani, risale sino agli occhi
negli occhi tuoi, mi perdo
abissi neri accarezzanti
pieni d’aneliti, speranze e convincimenti
da mestierante, quale sei, muovi
e fai parlare, bisbigliare
e, i sussurri a seguir una partitura
di suoni, che d’umano han ben poco
ma, tu… mi ami?
Nota di lettura:
La poesia Preludio rappresenta un unicum, però i versi disassati e quelli più a sinistra si possono leggere come due poesie a sé stanti.
Ignazio de Michele
Fùria
di Ignazio De Michele
Fra questi massi
che il tempo del deserto ha levigato
fan da dimora a leggi non scritte
custodiscono anime
armi, usate con maestria implacabile
arrotate dagli eventi, da mille dispute
gronda gloria e s’erge ancora
l’ascia bipenne di Ben lo Sciamano
quando sciabolate carminee arroventano il tramonto
si popola d’urlanti ombre
in prece flesse dal furore incoercibile
che il fato belligerante volle assegnare
striature, segnano gote incartapecorite
che il chiarore Lunare anima
afono e infinito è l’urlo
che scuote
rovine centenarie rese immortali
dal devoto amore per Principessa