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Giacomo Multifannullone

… e poi uno non dovrebbe incavolarsi…

Molti pensano che noi, uomini a riposo con una pensione maturata abbastanza dignitosa, non facciamo un cappero tutto il santo giorno. Ebbene, questa è la falsa e tendenziosa opinione che circola fra gli amici che sono in attività e ancora faticano da mattina a sera.

Balle! Senza tema di smentite, affermo che la suddetta considerazione è falsa, se riferita al sottoscritto…

Il mio fancazzismo è sempre stato laborioso e laboriosissimo lo è stato in quest’estate (di cacca) che volge al termine.

Se avete un attimino di pazienza, vi spiego perché non sono un multifannullone.

Mia moglie – un vero tesoro – vi confermerà che, benché in vacanza, ho tenuto in ordine il nostro grande prato all’inglese; ho coscienziosamente raccolto – giorno per giorno – le foglie cadute sul viale dei tigli che impreziosisce la nostra casa di campagna; ho combattuto strenuamente la mia battaglia contro milioni di formiche nane che quest’hanno hanno proliferato in modo abnorme (quasi a livello di calamità biblica!) e, infine,  ho fatto un’ora di ginnastica tutte le mattine per tenere in forma mente e corpo.

Infatti, a dispetto di una stagione estiva sgradevolmente autunnale (per chi non lo sapesse, passo il mio tempo libero nella pianura bergamasca a ridosso di un gruppo montagnoso piuttosto importante e qui ha piovuto quasi tutti i giorni!) ho perso la bellezza di cinque chili, tornando così al peso forma di quando anch’io ero in attività da mattina a sera.

Ma non è tutto, in questi mesi ho lavorato fino a tarda notte al computer, e ho realizzato il sogno della mia vita: mettere in Rete tutte le mie cinque opere letterarie, rendendole, in questo modo, fruibili in aeternum per tutti.

Dunque, la mia lunga assenza dal web è stata “letterariamente” proficua o, usando una difficile metafora (cfr. sinestesia), direi che la mia lunga assenza dal blog ha avuto il calore e il colore della “Grande Letteratura”. A bocca aperta

Su questo mi fermo. Il seguito alle prossime puntate, se avrete la bontà di ascoltarmi ancora. Vi parlerò dei miei libri e di come sono nati. Per finire con un sorriso questo mio post di re-inizio, eccovi una vecchia striscia del Signor Giacomo:

Striscia90a

Un cordiale saluto a tutti gli amici.

Nicola

P.S. L’omino dormiente è il mio alter ego, lui sì – un pochino -  scansafatiche…

Libreria

La domanda di oggi è: “Quando vai in libreria (se ci vai ancora…) quale metodo adotti per acquistare libri?”

Tanto per cominciare, pur essendo un esperto di aggeggi elettronici di avanguardia, non mi sono ancora appassionato agli e-book. Mi piace troppo l’odore della carta stampata e i libri voglio averli ben solidi tra le mani per poterli annusare e sfogliare come e quando mi pare. E non mi accontento di averne uno solo sul comodino, ma due o tre… Infine, i libri non li acquisto via Internet, ma preferisco mille volte di più andare in libreria.

Ciò premesso, tre volte all’anno (Natale, Pasqua, Vacanze) con tutta calma preparo una lista dei desideri, a questa ci aggiungo i titoli consigliati da amici di cui mi fido e, infine, scelgo il negozio in cui recarmi. Vivendo a Milano, di solito mi reco alla Mondadori di Piazza Duomo, o alla Rizzoli in Galleria o alla Feltrinelli di Piazza Piemonte: trattasi di tre enormi empori generalisti (ormai manca poco che lì dentro vendano alimentari, frutta e verdura per poter accontentare, in un colpo solo, stomaco e mente…) dove penso sia più facile trovare, senza prenotazione, i testi che cerco.

Appena entro in uno di questi mega negozi e comincio a dare un’occhiata alla distesa infinita di libri in mostra, mi assale un senso di smarrimento tale che dimentico di avere in tasca una lista ben precisa. Inizia così la lenta osservazione delle mille e mille copertine colorate allineate sui banconi e tutte mi gridano: comprami, comprami… Ovviamente inciampo nelle enormi pigne di libri di Dan Brown, di Benedetta Parodi, di 50 cinquanta sfumature di porcherie, piazzate in posizioni strategiche in modo tale che non posso evitare di andarci a sbattere contro. Mentre cerco di sistemare alla belle e meglio il danno che ho provocato alla super studiata composizione dei duecento e passa volumi di Inferno  artisticamente impilati, in un nanosecondo il mio cervello li sostituisce con Alla bisogna tango si balla (uno dei miei tre libri inediti) e, felice come una pasqua, proseguo il mio cammino. Arrivato in fondo al locale sono andato del tutto in confusione. Ondeggio quasi. Per darmi un tono, tiro fuori la lista e mi rendo conto che, sui banconi che ho appena esplorato, non ho individuato nemmeno uno dei libri che avevo in nota.

Questo mi fa venire dei dubbi amletici: sono proprio sicuro di voler comprare dei romanzi che non sono più esposti in bella vista? Non sarà che sono delle boiate tali che li hanno tolti subito dal commercio e li hanno già mandati al macero? Faccio bene a fidarmi dei consigli degli amici?

Scaccio dalla mente questi pensieri e decido di comprare, senza condizionamenti preventivi, qualcosa che mi colpisce al momento e, per fare questo, intraprendo a ritroso un nuovo giro della libreria. A mente libera mi lascio sedurre – nell’ordine – dalla bellezza del titolo, dall’immagine di copertina, dal carattere tipografico usato dalla casa editrice e dall’incipit. Il prezzo e l’autore non li ho nemmeno citati, tanto so già che alla fine spenderò una fortuna ed è cosa nota che il nome dello scrittore non sempre è garanzia di una scelta felice.

Ok, questo è il primo metodo con cui, in genere, raccolgo una prima infornata di libri. Lo so che non è il sistema migliore per intercettare capolavori, ma che ci posso fare? Sono fatto così… Spero sempre nella buona sorte. Poi ritiro fuori la lista e mi rivolgo a uno dei tanti volenterosi giovani che girano in negozio per adocchiare eventuali ladruncoli e sistemare il disordine provocato da clienti maleducati che prendono in mano i libri, leggono qualche pagina e poi li abbandonano dove capita. I  commessi di libreria sono fantastici: in cinque minuti trovano quello che io non sono riuscito a individuare in un’ora e passa di esplorazione.

Anche quest’anno, prima di partire per la campagna, le cose sono andate come ho appena finito di raccontare. Volete conoscere i titoli e gli autori dei libri acquistati col primo metodo? Ok, vi accontento subito e aggiungo anche il perché della mia scelta libera.

  • Le età di Lulù di Almudena Grandes: copertina sull’erotico snob.
  • Della Bellezza di Zadie Smith: mi ha colpito il titolo.
  • Accabadora di Michela Murgia: vincitrice del premio Campiello 2010.
  • La preda di Irène Némirovsky: mi ha incuriosito la donna nuda in copertina. Un’immagine molto audace per una casa editrice seriosa come l’Adelphi.
  • L’occhio del lupo di Daniel Pennac: da anni avevo perso  di vista questo famoso scrittore francese.

Con ‘sto malloppo in mano ho beccato un commesso e gli ho affidato la lista di libri che avevo preparato a casa e di cui, come accade sempre, non avevo trovato traccia sui banconi. Il giovanotto ha dato un’occhiata veloce al foglietto, mi ha guardato ammirato ed è partito in tromba per accontentarmi. In quattro e quattr’otto mi ha consegnato i seguenti testi:

  • Inseparabili (Il fuoco amico dei ricordi) di Alessandro Piperno
  • Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer
  • 1Q84 – Libro 3 Ottobre-Dicembre di Murakami Haruki
  • A sud del confine, a ovest del sole di Murakami Haruki
  • La ragazza dello Sputnik di Murakami Haruki

I primi due titoli mi sono stati consigliati da amici, gli altri li ho voluti io perché, come è noto a molti, sono un fan sfegatato di Murakami Haruki e quei tre mi mancavano per completare l’opera omnia di questo scrittore giapponese che, solo per un soffio, quest’anno ha mancato il premio Nobel della Letteratura.

Quest’estate, oltre a cercare sassi sul prato, andare in piscina e scorrazzare in bicicletta  nella pianura bergamasca, ho letto molto e ho finito tutti i libri elencati prima.

Devo confessare che dei cinque titoli scelti da me con criteri molto discutibili, solo due mi sono piaciuti: Della bellezza e Accabadora. Gli altri tre potevo benissimo evitare di comprarli. L’età di Lulù è un romanzo pornografico tout court e ve lo sconsiglio. Se proprio siete interessati all’argomento sesso sfrenato di coppia e di gruppo (mancano solo gli animali e poi gli accoppiamenti strani ci sono tutti, incesti compresi), allora andate in Internet e cliccate su You Porn, forse vi divertite di più e non spendete 10 euro per acquistare quella boiata di libro. La preda è un romanzo noiosissimo, direi inutile. L’occhio del lupo è quello che mi ha deluso di più. Peccato. Anni fa avevo amato alla follia Benjamin Malaussène, capro espiatorio di professione, protagonista di alcuni dei romanzi più riusciti di Pennac. Ecco l’esempio di uno scrittore che non ha saputo, dopo tanti successi e onorificenze, deporre la penna e dedicarsi ad altro.

Termino con alcune brevi osservazioni sulla mia lista di libri, cioè quelli acquistati previa accurata ponderazione.

Inseparabili (Premio Strega 2012) è il seguito di Persecuzione, un romanzo di qualche anno fa che mi era piaciuto ma che finiva lasciando parecchi argomenti aperti che sarebbero stati ripresi e completati da Piperno in un successivo libro. Inseparabili, infatti, spiega il tutto, raccontando anche diversi antefatti relativi ai vari personaggi della famiglia ebrea dei Pontecorvo. Non so quanto sia stata felice la scelta di spezzare in due parti la vicenda. Secondo me, tagliando qua e là, poteva bastare un solo libro per raccontare l’epopea di questa famiglia. Dunque un premio Strega non proprio esaltante. I due suddetti volumi sono da acquistare insieme, altrimenti lasciate perdere.

Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer è un romanzo molto bello, parla di un bimbo che ha perso il padre a New York l’11 settembre nel crollo delle torri gemelle. Da leggere assolutamente.

Dei tre libri di Murakami Haruki citati in elenco, vi consiglio gli ultimi due: sono entrambi sullo standard piuttosto elevato di questo scrittore giapponese. Su 1Q84 Libro 3, ho qualche perplessità, non perché sia brutto, ma può interessare solo a chi ha letto il precedente 1Q84 Libri 1 e 2. Vale il discorso appena fatto per i due libri di Piperno, cioè è stato un errore non unire in un solo volume 1Q84. D’accordo, forse sarebbe risultato un tomo di troppe pagine, ma chi ama questo scrittore sarebbe arrivato in fondo senza problemi. Infatti la vicenda narrata è molto interessante e i tanti personaggi che popolano 1Q84 rimarranno per parecchio tempo nella mia mente di lettore.

Volete sapere il perché del titolo del post odierno? A detta di mia moglie sono un compratore compulsivo di libri e, proprio per questo, spendo troppo quando metto piede in una libreria. Credo che in famiglia stiano seriamente pensando di interdirmi l’uso della carta di credito… ROFL_C~1

Nicola

notte-stellata-van-gogh

Notte stellata – Vincent Willem Van Gogh

Qualche anno fa, mentre frequentavo con diversi amici un corso di scrittura creativa serale, la docente aprì un libro d’arte e ci invitò in cattedra a osservare con la maggiore attenzione possibile una riproduzione del quadro Notte stellata del grande pittore olandese, e poi ci chiese di scrivere, dopo una breve rielaborazione mentale, tutte le sensazioni che avevamo provato guardando il dipinto. Confesso che restai parecchio turbato alla vista di quell’immagine: di colpo il cielo colorato con spesse e turbinose pennellate riportò alla luce una paura infantile provata a casa di uno zio paterno in una tarda sera d’estate. I miei cugini e io non avevamo assolutamente intenzione di andare a dormire: a nulla erano servite le tante sollecitazioni ricevute dai grandi di piantarla di fare chiasso e di filare a letto. A un certo punto lo zio, seccato dal nostro comportamento irriguardoso, si alzò da tavola e ci spinse a scappellotti nella nostra stanza, chiuse la porta e…

Ecco cosa scrissi di getto a lezione, avendo davanti agli occhi della mente quel quadro di Van Gogh:

La notte era stellata eppure tutt’attorno era buio e silenzio. Il vento batteva con violenza sulla porta e sulle finestre della mia casa. In cielo vortici d’aria sembravano cavalloni di onde inferocite in un mare in tempesta.

Avevo paura.

Toc, toc!

«Dormi, dormi, bel piccino della mamma… altrimenti arriva il lupo… Uhhhhhhh!»

Riconobbi la voce, però non mi tranquillizzai.

Ma allora non era un sogno! Tutto era troppo realistico, palpitante, per essere un’allucinazione. Stavo affacciato a una balaustra e il vento mi scompigliava i capelli. Guardai in su e vidi la luna: una palla infuocata che non diffondeva luce ma, arrogante e dispettosa, la tratteneva per sé. Un cipresso a forma di candela mi si parò davanti, coprì l’orizzonte e costrinse il mio sguardo a raggiungerne la cima appuntita che si perdeva in un cielo-oceano impazzito.

Avevo sempre più paura.

«Dormi, dormi, bel piccino della mamma…»

Chiusi gli occhi per non vedere il buio che mi circondava e il mio corpo diventò leggero, venni attirato fuori dalla stanza da letto e, come foglia palmata, volteggiai in cielo.

Guardai giù.

Il paese era una serie di tesserine illuminate tra cui svettava, arcigna, un’asta. Ondeggiando scesi verso il basso e l’asta divenne il campanile acuminato di una chiesa. Riconobbi le abitazioni di parenti e amici, ma le strade erano vuote.

Avevo paura.

Volai su per la collina e lì ripresi forme e peso. Rapido rientrai in casa, chiusi la porta e mi ficcai in letto.

Toc, toc!

«Dormi, dormi, bel piccino della mamma… altrimenti arriva il lupo… Uhhhhhhh! Uhhhhhhh…»

La voce si smorzò e, prima di sentire dei passi che si allontanavano, nel silenzio che mi circondava, da sotto la porta della mia stanza percepii un fruscio…

***

Non ricordo bene cosa fecero i miei cuginetti, ma io misi la testa sotto il cuscino e, terrorizzato, cercai con tutte le mie forze di addormentarmi. Questo breve racconto, rielaborato, l’ho trasformato nel finale del romanzo Alla bisogna tango si balla, scritto diversi anni fa e che regalo a chiunque me lo chiede. Che cos’era quel misterioso fruscio che sentii provenire da sotto la porta? No, non ve lo dico! Lasciamo vivere un pizzico di suspense…A bocca aperta

Per non essere tacciato di nuovo di vanagloria, eccovi una vignetta che ho trovato su Internet e che utilizzo per concludere con un sorriso il post di questa settimana:

Troppe primarie

Nicola