Archivio per la categoria ‘fumetti’

Carissime amiche e carissimi amici,

con questa puntata delle mie avventure il Signor Giacomo si prende una lunga pausa per poter passare con i suoi cari il Santo Natale e tutte le Feste di Fine e Inizio anno. Colgo, quindi, io l’occasione per fare i miei più sentiti auguri a voi che da tanto tempo mi seguite con affetto: auguri, naturalmente, da estendere alle vostre famiglie.

Il blog riapre (forse) dopo la Befana 2017 che, come è noto, tutte le feste porta via.

Baci, baci.

Betta

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e, per finire…

Buone Feste 2016

Buone Feste a tutti, con la speranza che il 2017 sia un anno di pace in tutto il mondo.

Nicola

Carissime amiche e carissimi amici, come state?

E’ un po’ che non ci sentiamo e devo dire che le cose si stanno mettendo molto male per me. La notizia dell’arrivo di un fratellino (o di una sorellina), purtroppo, è confermata e io, ormai, non posso più farci niente, se non prepararmi al fattaccio e cercare di mettere dei punti fermi in casa per non farmi travolgere dagli avvenimenti. I grandi, a volte, non capiscono le esigenze e le priorità dei propri figli e si comportano come se noi non contassimo niente nel ménage famigliare, tipo chiederci, prima di prendere “certe” iniziative, se vogliamo che la popolazione mondiale aumenti di un’unità… quando siamo già così in tanti!

Vabbè, dovrò farmene una ragione.

Baci, baci.

Betta

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Arrivederci alla prossima puntata!

Betta

Carissime amiche e carissimi amici,

eccomi di nuovo qui per raccontarvi le mie peripezie giornaliere in famiglia e fuori casa. Avete passato delle belle vacanze? Mi auguro di sì. Presto vi racconterò le mie avventure estive: abbiate solo un po’ di pazienza, sto facendo il punto della situazione. Molte cose nuove sono avvenute o stanno per avvenire in casa. Seguitemi e saprete tutto per filo e per segno.

Un bacione a tutti dalla vostra bellissima, simpaticissima, spiritosissima e… modestissima Betta.

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Arrivederci alla prossima puntata.

Betta

Care amiche e cari amici,

si avvicina l’estate e presto partirò per le vacanze. Purtroppo sono felice a metà. Da un lato sono contenta che la scuola sia finita, ma so che mi aspetta un nuovo ciclo scolastico di sicuro più pesante delle elementari dove, come sapete, ho avuto ottimi risultati. Da un altro lato, sono triste perché, forse, perderò di vista Marco, il mio filarino ufficiale, ma, (chi può dirlo?) l’estate potrebbe essere l’occasione per incontrare ragazzi nuovi e altrettanto carini…

Con questa puntata termina il racconto delle mie prime avventure, ma vi do appuntamento a settembre per riallacciare il nostro colloquio che, per quanto mi riguarda, è stato molto, molto interessante. Con parecchi di voi, infatti, si è accesa una bella amicizia e mi piacerebbe conservarla anche per il futuro.

Un grande bacio a tutti.

Betta

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Arrivederci a settembre!

Il Signor Giacomo, però, ci sarà ancora mercoledì prossimo. Lui vi aspetta numerosi perché ha una cosa da comunicare.

Baci, baci.

Betta

Care amiche e cari amici,

ecco una nuova puntata delle mie avventure! Questa volta vi parlerò un pochino di Marka, il cane che mi è stato regalato dai genitori con la speranza che dimenticassi Marco: poveri illusi! L’otto di maggio è stata la festa della mamma e avrei dovuto festeggiare la mia con un regalo, ma, siccome avevamo appena bisticciato, le ho dato solo due bacini e ho continuato a tenerle il muso. Come mai che con il mio papà bellissimo non ho quasi mai dei problemi? Con lui è molto più  facile andare d’accordo. Evidentemente tra bellissimi ci si capisce al volo…

Baci, baci.

Betta

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Buona settimana!

Betta

Care amiche e cari amici,

il tempo scorre velocemente e noi piccoli cresciamo andando incontro a novità grandi e piccole che concorreranno a formare il nostro carattere. Da poco è finito il mio primo ciclo scolastico, ciclo che ho superato brillantemente (ovvio, no?) e mi sto preparando per le vacanze estive. Chissà perché sono un po’ giù…

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Arrivederci alla prossima puntata!

Betta

Care amiche e cari amici che seguite le mie avventure, devo dirvi, in tutta sincerità, che da quando ho detto sì a Marco, un compagno di classe bellissimo, la mia vita in casa è un inferno. Tutti, ma soprattutto papà, non l’hanno presa bene. Scusate, ma cosa c’è di male ad avere un filarino? Ormai sono grande e devo farmi le mie esperienze. Anche se, a dire la verità, da Marco ho ben poco da imparare. Purtroppo sono io che devo insegnare a lui l’ABC di tutto…

Betta

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Alla prossima!

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Keep attention, people, oggi si parla d’amore!

A mio parere, sbaglia chi dice che l’amore ha sempre fretta, che tutto, in amore, deve essere consumato subito.
Quando nei film/nella realtà vedo un uomo e una donna che corrono in casa o in albergo baciandosi e spogliandosi a vicenda per consumare immediatamente la grande passione che li avvince, state sicuri che, qualche tempo dopo, i due si lasceranno tirandosi i piatti dietro e pronunciando cattive parole.
Non sempre accade così, ovvio, perché nulla in ambito sentimentale è catalogabile a priori, salvo, forse, il pensiero che la grande passione amorosa si spegne rapidamente, mentre l’amore (quello vero e profondo) può persino durare tutta la vita.
Sono in molti a dire che sapere aspettare il momento giusto è la formula vincente per creare le basi di un amore duraturo e anch’io credo a ‘sta cosa. Ma qual è il momento giusto, care amiche e amici, in grado di ottenere lo splendido risultato di cui sopra? Qui, purtroppo, casca l’asino, cioè io.
Non sono un esperto di arte amatoria e non ho nessuna dritta da segnalarvi per far sì che l’amore per il vostro partner/la vostra partner viva in eterno, ciò che, con questo breve post, volevo sottolineare è di non dare retta ai vari guru che cercano d’intortarvi con le loro formulette magiche, ma di cercare da soli il modo migliore per tenervi stretto per sempre l’uomo/la donna che vi siete scelti, usando quei pochissimi attrezzi che tutti possediamo:

•    L’intelligenza (cioè capire che nessuno a questo mondo è perfetto)
•    La pazienza (cioè mettersi ogni volta nei panni dell’altro/altra)
•    Il perdono (cioè dare una seconda possibilità a chi ha sbagliato)

Solo così agendo è quasi sicuro che nella prossima puntata la donna/l’uomo della vostra vita ci sarà ancora.
Termino il post odierno con alcuni pensieri e considerazioni sull’amore che frullano nella testa del Signor Giacomo, un ometto simpatico che ha sempre avuto qualche problemino con le donne:

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Arrivederci alla prossima puntata.

Nicola

P.S. La bellissima immagine del bradipo l’ho scovata su Internet. Allo sconosciuto autore va tutto il merito.

Prima di iniziare il post odierno, rielaboro per voi una mail inviatami da una cara amica a cui avevo scritto di avere letto Fama tardiva di Arthur Schnitzler e di esserne stato colpito profondamente.

Fama Tardiva

“Ciò che mi hai accennato sul libro di Schnitzler, mi ha entusiasmato: me lo voglio procurare in tedesco! Deve essere stupendo. Da quel che ricordo, questo autore viennese era molto psico-orientato per cui… senz’altro deve essere riuscito ad andare veramente a fondo sull’eterna questione fama o non fama che assilla ogni scrittore che si rispetti. Quante volte abbiamo discusso questo problema io e te? Ricordo che hai sempre fatto orecchio da mercante quando ho cercato di farti capire quanto fosse sbagliata la tua ossessione per il successo letterario. Se leggendo Fama tardiva hai finalmente preso di petto questo annoso problema, tanto di cappello al libro di Schnitzler! Vuoi conoscere qualche mio pensiero al riguardo?

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Secondo me tu non hai mai smesso di domandarti: “Ma IO il talento ce l’ho o non ce l’ho?” e così il tuo scrivere che era sciolto quando non pensavi di diventare uno scrittore famoso (mi riferisco a Ossi di pollo, la tua prima opera) si è incriccato quando hai tentato di salire la scalinata verso gli allori. Sbaglio a dire questo? Comunque sia, non hai ancora digerito il mancato riconoscimento delle tue capacità, e questo non ti ha dato e non ti dà la serenità che occorre per affrontare altre prove letterarie. A me è capitata la stessa cosa, temo.

Anch’io ho sognato di diventare famosa e ci sono cascata in pieno nella trappola dell’EGO e, se può farti piacere saperlo, ci cascano un po’ tutti: mio padre arriva perfino a citarsi!!!!
Non c’è ragione di deprimersi: anche in altri ambiti della vita si sente la frase “Povero diavolo…” rivolta a qualcuno che si sopravvaluta. Pensi che, scrittura a parte, io non mi renda conto di quali sono i veri sentimenti degli altri nei miei confronti? Capisco molto bene persino come mi valutano. Sai quante volte ho sentito qualcosa che suonava come “Povera diavola…” mentre ero sul palco a raccogliere degli onori che non avevo cercato ma che mi erano stati insistentemente offerti, come se mi spettassero di diritto, riuscendo a convincermi di meritarli? Beh, guarda, grazie a Schnitzler, ora entrambi conosciamo la verità vera: Nessuno – intendo proprio nessuno – merita né gli onori né la compassione. È questo il trucco da applicare a se stessi e agli altri, alternativamente.

Dovrai fartene una ragione, come ho fatto io: sappi che non è difficile. La serenità è proprio dietro l’angolo. Dopo avere toccato il fondo ed essermi scontrata con l’iceberg della realtà, io ho imparato ad accettare gli altri, le loro opinioni anche se non hanno nulla a che spartire con le mie. Mille volte avrei voluto che il mondo avesse letto e apprezzato i miei scritti perché così mi sarei sentita amata e riverita anch’io, tra l’altro senza aver nemmeno il retro pensiero vagamente altruista: “Chissà se agli altri piace quello che racconto?” ma avendo in testa soltanto quello totalmente auto-centrato: “Spero di non aver commesso errori nella consecutio temporum, perché IO non posso sbagliare”. Per quel che mi riguarda, tutto questo disagio io l’ho superato. Ora è il tuo turno.

Mi dispiace tantissimo che tu stia male: per sollevarti il morale ci vorrebbe una battuta ma io non ho il tuo sense of humour e poi oggi sono troppo stanca. Un solo consiglio: perché non fai una recensione del libro di Schnitzler, una di quelle tue divertenti, ironiche e profonde?”. Poi, eventualmente, ne riparliamo…

Snoopy scrittore

Provo a seguire il consiglio della mia amica: oggi sono dell’umore giusto per abbozzare un post dal sapore ironico…

Quest’anno, a Natale, ho ricevuto pochissimi regali, però erano tutti importanti: tra questi, quello che ho apprezzato di più è stato un libro intitolato Fama tardiva di Arthur Schnitzler (sottotitolo: Storia di un vecchio poeta) edito da Guanda. 
Sapendo che in passato ho scritto un certo numero di romanzi, evidentemente chi me l’ha donato intendeva spingermi a scriverne altri, augurandomi, al contempo, una futura quanto meritata gloria letteraria, ancorché tardiva. In realtà quel breve testo di Arthur Schnitzler, medico, scrittore, drammaturgo, nato a Vienna nel 1862 e ivi morto nel 1931 è tutt’altro che di auspicio a far riprendere in mano la penna a chi, da tempo, l’ha riposta in un cassetto, non avendo mai ricevuto un qualche riconoscimento pubblico del proprio talento. Ciò affermato, e questo è il grande valore del regalo ricevuto, Fama tardiva mi ha costretto a riflettere seriamente sulle mie passioni e sulle mie speranze attuali o pregresse. Vediamo come e perché…

*****

Fama tardiva parla di Saxberger, un vecchio signore che in gioventù (circa trent’anni prima) aveva pubblicato un libro di poesie intitolato Passeggiate, passato del tutto inosservato dalla critica e dai lettori. Costui, visti gli scarsi risultati della sua fatica e mostrando un notevole acume, aveva prontamente abbandonato la scrittura poetica e aveva cercato e trovato lavoro come impiegato di concetto in una ditta poco distante da casa e lì stava conducendo un’onesta, serena, quanto anonima carriera.

Snoopy scrittore di pancia
Un certo giorno (la vicenda si svolge a Vienna verso la fine del 1800) un giovane aspirante poeta di nome Wolfgang Meier trova su una bancarella il libro di poesie Passeggiate, lo acquista e, dopo avergli dato una veloce scorsa, rimane folgorato dalla bravura di Saxberger. L’intraprendente giovane, allora, si mette alla ricerca dell’autore del libro e, una volta incontratolo, comincia a elogiare le sue poesie chiamandolo con enfasi maestro, insomma lo ossequia così tanto che Saxberger, dopo un’iniziale perplessità, (da tempo il vecchio poeta aveva metabolizzato che se non aveva avuto successo in gioventù significava che la sua opera valeva ben poco) comincia a pensare di essere stato trattato ingiustamente dalla critica e dai lettori e accetta di entrare a far parte di un circolo di giovani artisti (poeti, commediografi, critici) che tentano di svecchiare l’ambiente letterario viennese, da sempre restio a dare credito alle nuove generazioni di letterati.

Il circolo, che si riunisce giornalmente in un bar molto frequentato, accoglie con grande entusiasmo e riverenza Saxberger, convinto che chi, da giovane, era stato in grado di creare Passeggiate avrebbe potuto sicuramente dare lustro a una congrega di artisti alle prime armi. In un primo momento Saxberger pensa che tutti lo stiano prendendo in giro, ma i continui apprezzamenti sulla sua unica e misconosciuta raccolta di poesie sono tanti e tali che lui stesso si convince di essere davvero un maestro dell’arte poetica a cui era stata ingiustamente negata la fama che si meritava. La presenza del vecchio poeta induce i frequentatori del circolo a preparare un evento letterario in cui declamare pubblicamente alcune loro composizioni poetiche o narrative, sicuri che la notizia, fatta circolare sulla stampa locale, che allo spettacolo sarà presente colui che aveva scritto un’opera fondamentale come Passeggiate, avrebbe avvantaggiato anche loro. Il gruppo chiede con insistenza a Saxberger di scrivere nuove poesie da leggere in occasione dell’evento programmato per la fine del mese successivo, dove sarebbe intervenuta una nota attrice di teatro a leggere, da par suo, sia i componimenti dei giovani autori sia le nuove poesie del maestro. Saxberger ci si mette d’impegno, prova e riprova, ma non riesce a produrre niente di nuovo: ormai è troppo arrugginito e l’ispirazione non gli arriva nemmeno andando a passeggiare nei luoghi dove erano scaturite le sue belle poesie giovanili. Il circolo non si perde d’animo e, per andare sul sicuro, decide di far declamare all’attrice alcune delle poesie tratte da Passeggiate.

A questo punto, Saxberger si è talmente ringalluzzito da comportarsi come se fosse effettivamente un grande poeta e quindi ascolta con una certa sufficienza, ma senza criticarli con la franchezza che meriterebbero, i modesti componimenti dei giovani autori appartenenti al circolo.
Arriva, finalmente, il giorno dell’evento letterario con spettatori paganti e con la presenza anche di alcuni giornalisti. Dietro le quinte i vari autori che si presenteranno sul palco sono, ovviamente, nervosi, ma il più nervoso di tutti è il vecchio poeta, anche se, dentro di sé, è convinto che sarà lui a ricevere gli applausi più scroscianti. La manifestazione, a sentire il calore degli applausi, sembra procedere bene. Quando l’attrice termina di leggere le poesie di Saxberger, gli applausi che lui riceve, presentandosi sul palco, sono pari a quelli di tutti gli altri autori che l’hanno preceduto, però, allo scemare del battimani, una voce sommessa, proveniente da chissà dove, pronuncia, rivolta chiaramente a lui, le parole: “Povero diavolo…”.
È un vero colpo al cuore per Saxberger che si aspettava, finalmente, il dovuto riconoscimento del suo grande talento poetico! La dura realtà dei fatti raccontava, invece, che tutti i partecipanti avevano ricevuto lo stesso plauso da parte del pubblico, ma solo a lui era stato rivolto quell’odioso commento…

Il giorno dopo sui quotidiani locali più in voga si parla poco di quell’evento letterario. Solo qualche striminzito trafiletto nelle pagine di cronaca più interne. In un’importante quotidiano letterario, invece, c’è una recensione negativa in cui venivano ironizzate tutte le performances dei giovani poeti e, in più, c’era una sottolineatura del fatto che uno di questi “giovani” fosse parecchio attempato… In un altro giornale a bassa tiratura, infine, c’è una recensione blandamente positiva, rivelatasi in seguito pilotata da Meier (proprio colui che aveva acquistato Passeggiate su una bancarella) in cui il recensore tesseva lodi equanimemente rivolte a tutti, aggiungendo, però, di attendersi a breve un miglioramento effettivo delle loro prossime prove d’autore.
Una brutta batosta per l’intero gruppo, ma soprattutto una nuova sberla in faccia a Saxberger.

Costui, allora, abbandona in silenzio il circolo che tanto lo aveva osannato e se ne torna mesto mesto a casa. Lo segue soltanto il più giovane del gruppo, quello che tutti prendevano bonariamente in giro a causa delle sue composizioni ancora troppo immature. Il ragazzo chiede al vecchio poeta il favore di leggere le sue poesie per avere da lui un parere da esperto. In cambio di questo favore lui promette di leggere il suo tanto osannato Passeggiate
Così, come ultimo e definitivo smacco, Saxberger, già depresso per quanto era successo durante l’evento letterario, viene a sapere che il ragazzino e tutti gli altri componenti del circolo di giovani artisti, pur lodandolo a gran voce, non avevano mai letto nessuna delle sue poesie contenute in Passeggiate.

snoopy scrittore pieno di sé 

Scusatemi, care amiche/amici, se mi sono dilungato tanto a raccontarvi la trama di Fama tardiva, togliendovi così il gusto di acquistare e leggere quest’ottimo e sottilmente ironico libro, ma l’ho fatto di proposito perché questo testo di Arthur Schnitzler mi ha davvero illuminato. Infatti, con qualche piccolo ritocco e pensando al mio vissuto di questi ultimi anni, la vicenda del vecchio poeta mi ha fatto venire in mente il gruppo di amici che, insieme a me, aveva partecipato a un paio di corsi di scrittura creativa e che sperava tanto nel successo letterario. Mi ha ricordato la fragile amicizia che si era instaurata tra di noi e la sottile invidia che permeava dentro di me (e penso anche negli altri) quando uno del gruppo otteneva un qualsivoglia modesto riconoscimento. Arthur Schnitzler con la sua scrittura ironica e modernissima mi ha edotto sull’inutilità di insistere nella scrittura credendo di avere qualcosa di eccelso da dire, correndo il rischio di sentirsi dire da qualcuno di avere scritto unicamente delle banalità. In verità, a differenza di Saxberger, finora nessuno, facendo in modo che io lo sentissi, mi ha dato del povero diavolo, però chissà quanti, dietro le mie spalle, avranno alzato il sopracciglio sfogliando i miei libri e decidendo così di non acquistarli e leggerli!

Fama tardiva mi ha fatto intendere di avere speso gran parte del mio tempo libero a produrre opere ammirate smodatamente solo da parenti e amici compiacenti, ma quasi del tutto ignorate dal grande pubblico e che, proprio per questo, è arrivata l’ora di cestinare i tanti sogni di gloria che mi rovinavano la vita.
Mi ha fatto sorridere, soprattutto, il pensiero che il libro di Schnitzler sia stato volontariamente scelto da qualcuno per farmi, fidandosi del titolo, un gradito regalo, quando invece, di primo acchito, leggerlo è stato come ricevere un bel pugno nello stomaco. A bocca aperta

Fortunatamente il malumore è durato solo qualche giorno e non sono caduto nel triste vortice della depressione, anzi, quel libro mi ha donato una salutare consapevolezza delle mie effettive capacità e questa, unita al mio noto sense of humour, mi ha aiutato a sgombrare in tutta fretta dalla testa anche l’idea alquanto pellegrina di considerarmi un romanziere ingiustamente valutato da critici e lettori.

Ovvio che non rinnego i libri che ho scritto in passato, tutt’altro, ma, da oggi in poi, al pari di Saxberger, li guarderò con l’occhio benevolo e maturo di chi sa che tutto ciò che si realizza con passione e sforzo mentale ha un valore intrinseco che può tranquillamente prescindere da critiche negative o riconoscimenti a cinque stelle provenienti da chicchessia.

Nicola

L'arte della poesia

Crediti: un sentito grazie a Charles M. Schulz per le esilaranti strisce di Snoopy e un ringraziamento va anche all’autore della splendida immagine qui sopra che descrive l’arte della poesia e dello scrivere in generale.

Per la gioia di amici e detrattori, riprende, nel 2016 da poco iniziato, il racconto della mia vita in famiglia e fuori casa. Spero che tutti abbiate passato delle buone feste e abbiate ricevuto dei fantastici regali. Durante il mese di dicembre io mi sono comportata benissimo in casa e a scuola: zero capricci, ho studiato, fatto i compiti, ho mangiato sempre le verdure (bleah!) senza fare una piega, ma, a quanto pare, non è servito granché.

A sentire mamma, io sono già grande e devo accettare che Babbo Natale e la Befana non esistano, però a me non importa se queste due speciali persone sono un’invenzione consumistica oppure no, basta che qualcuno nelle festività a loro dedicate mi faccia dei regali bellissimi, di buon gusto e… costosi. Quest’anno non è andata molto bene: i miei genitori e gli amici sono stati decisamente tirchi e ho ricevuto poco o niente. Mamma, con scarsissima fantasia, mi ha regalato un maglione; papà (dimostrando che anche i papà bellissimi, a volte, non sanno che pesci pigliare) due libri (Piccole donne e Piccole donne crescono); Marco, un borsellino rosa per le monete; le compagne di scuola, forse perché non siamo ancora entrate in amicizia, nulla.

Volete sapere se io ho fatto dei regali? Ovviamente, dato che la mia paghetta settimanale è modesta, ho dovuto tenere un profilo piuttosto basso. A mamma, ho donato due pattine da cucina, comprate al mercatino rionale; a papà, un mio disegno colorato e firmato; a Marco, un tris di baci perugina, nella speranza che capisca il messaggio sottinteso… e si svegli un po’ di più.

A voi, cari amiche/amici di Rete, regalo cinque mie nuove (dis)avventure con la speranza che vi piacciano e vi facciano sorridere almeno un pochino.

Baci e abbracci a tutti.

Betta

Striscia 35 - 2015

Striscia 36 - 2015

Striscia 37 - 2015

Striscia 38 - 2015

Striscia 39 - 2015

Arrivederci alla prossima puntata!

Betta