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8 Maggio 2012 – Martedì

Dopo la visita di ieri alla residenza estiva di Caterina la Grande a Tsarskoe Selo e la gita in battello alla scoperta di San Pietroburgo, oggi il programma prevede una nuova escursione in bus fuori città (trenta chilometri appena) alla scoperta di Peterhof una località che viene citata dalle guide, turisticamente parlando, come la Versailles Russa.

Solita sveglia di buon’ora e dopo l’immancabile e sostanziosa colazione in albergo, siamo tutti sul bus pronti ad affrontare l’ultima importante visita del tour in Russia: un’altra straordinaria residenza estiva degli zar a Peterhof (o Petrodvoretz).

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Gran Palazzo di Peterhof

Il panorama che ci accoglie, galeotti una bella giornata di sole e una temperatura da primavera italiana, consiste di una lunghissima costruzione barocca, il Gran Palazzo e di due estesi giardini (Superiore e Inferiore) che lo impreziosiscono oltre ogni aspettativa.

Siamo arrivati presto e perciò nelle fontane non scorre ancora l’acqua, ciò non toglie che la vista anche così è da mozzafiato. Per vederle in funzione occorrerà aspettare la tarda mattinata, giusto il tempo che ci occorre per visitare gli interni del Gran Palazzo. Qui l’effetto scenografico della scalinata d’ingresso all’imponente costruzione, ideata dall’onnipresente Rastrelli, e delle sue numerose e splendide sale viene in parte diminuito da due fattori: è assolutamente proibito fotografare e filmare e i gruppi in visita prima e dopo di noi sono così numerosi che si deve procedere con tempi di permanenza scanditi militarmente da guardiani inflessibili (in genere donne imponenti dallo sguardo truce) e guai a chi, affascinato da ciò che sta vedendo, abbandona il gruppo. Si rischia di perdersi o di finire intrappolati in un gruppo di giapponesi o di indiani dove la lingua parlata dalla guida non è proprio alla portata di tutti.

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Scalone d’ingresso al Gran Palazzo di Peterhof

Dell’interno del Grande Palazzo non ho che ricordi mentali e per documentare nel mio filmato le varie sale e tutto ciò che abbiamo ammirato ho dovuto fare lunghe e noiose ricerche su Internet e rapinare immagini (ovviamente a bassa risoluzione) scattate da enti del turismo o da autorità governative russe.

Peccato.

Per brevità salto i cenni storici perché li potrete trovare facilmente sia sul web sia sulle guide di San Pietroburgo.

Cosa ben diversa è la permanenza nei giardini Inferiori, i soli che abbiamo avuto il tempo di visitare, lì c’è completa libertà di fotografare e filmare e, oltretutto, mentre esploravamo il palazzo è stata data l’acqua a tutte le fontane. Acqua che scende incanalata dall’alto delle colline e che, per sola caduta, realizza egregiamente il compito che le è stato assegnato: infatti non ci sono pompe che aiutino a far funzionare le decine e decine di fontane di cui si fregiano i due grandi giardini.

C’è da rimanere a bocca aperta girovagando in questi due parchi: ogni punto meriterebbe una foto anche se a Peterhof la primavera è un po’ in ritardo e gli alberi sono ancora spogli e i prati non hanno ancora i tanti fiori di cui possono vantarsi. Credo che per godere appieno la natura e la bellezza di questi parchi la stagione migliore sia l’inizio dell’estate. Ecco come sarebbe stato il Monplaisir se avessimo azzeccato il momento della fioritura:

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Monplaisir

Comunque, anche senza fiori, ci si può accontentare, come vedrete nel filmato numero sette.

Dopo un ottimo pranzo al ristorante Demidov si torna a San Pietroburgo dove ci viene lasciata una mezza giornata libera per girovagare in città e per fare acquisti di souvenir da regalare agli amici in Italia.

A sera ci aspetta l’avvenimento clou di tutti i viaggi organizzati: la cena in un ristorante di buona qualità ma che offre, fra una portata e l’altra, le caratteristiche danze e i canti popolari della nazione che si sta visitando. Il cibo è passabile, lo spettacolo è adeguato e io mi sono divertito a filmare le bellissime danzatrici russe nei lori preziosi abiti di scena.

È mezzanotte quando si rientra in albergo. Siamo tutti stanchi per la lunga giornata iniziata alle nove della mattina e andiamo a dormire con un pizzico di malinconia, consapevoli che l’indomani è il giorno del rientro in patria.

L’aereo che ci porterà in Italia parte nel pomeriggio quindi abbiamo ancora mezza giornata libera per goderci San Pietroburgo live. È il 9 maggio, ricorrenza della vittoria della Russia sui tedeschi, la città è in festa e si può passeggiare in mezzo alla Nevskij Prospekt senza rischiare di essere travolti da auto o autobus. Da buon maschietto (con moglie a fianco) butto di nascosto l’occhio dietro a bellissime ragazze dai tacchi altissimi e minigonne inguinali che girano per la strada allegre e sorridenti, coscienti della loro bellezza… E penso tra me e me: chissà se una di queste vorrà venire in Italia a farmi da badante?

Ok, basta con le battute.

Volete un giudizio complessivo su questi nove giorni passati in Russia?

Chi ha seguito le precedenti puntate ha già la risposta in tasca, quindi non mi rimane che dire ancora due parole per chi legge o leggerà solo questo post.

Il viaggio in Russia vale la pena di farlo almeno una volta nella vita, anzi credo che ormai sia una tappa irrinunciabile per chi ama (o ha denaro sufficiente per) viaggiare in giro per il mondo. L’unico dubbio che mi rimane è se il tour che abbiamo fatto noi sotto l’amorevole assistenza dell’agenzia di viaggi LaMirage, sia possibile realizzarlo da turisti singoli o in coppia (marito e moglie o due amici affiatati): in Russia c’è la difficoltà della lingua, (questo è un vero handicap, le scritte sono quasi sempre in cirillico e pochi parlano l’inglese o altre lingue) e inoltre non so quanta libertà di movimento possano godere i viaggiatori fai da te.

Può darsi che mi sbagli al riguardo, non avendo dati aggiornati per suffragare questo pensiero: di sicuro era difficile visitare la Russia durante gli anni della guerra fredda.

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Il compagno Don Camillo

La Russia è un paese immenso e oggi ci tiene a fare bella figura: basta vedere come ha ricostruito puntigliosamente quasi tutto, chiese, palazzi, monasteri, del suo passato. È un paese in cui alla modernità e frenesia delle grandi città si accompagna la piacevole tranquillità dei piccoli paesi dove il progresso sembra che non abbia ancora fatto grossi danni.

Termino qui consigliandovi di trovare dieci minuti per godervi quest’ultimo filmato: anche se l’ho girato io con modesti mezzi, non è malaccio.

Arrivederci al prossimo viaggio!

Nicola

P.S.  Il filmato è originale, mentre alcune immagini sono state tratte da Internet.

5 Maggio 2012 – Sabato – Mosca

Dopo la grande immersione nei Monasteri e nelle Cattedrali dell’Anello d’oro, per tirare il fiato ci voleva un tuffo nel presente. Ed è proprio questo che promette il nostro ritorno a Mosca. In mattinata capiremo come vive nel 2012 la popolazione russa che lavora e come si possono spendere i soldi in oggetti di lusso o in carabattole a buon mercato. La metropolitana e la via Arbat, ci permetteranno di soddisfare la nostra curiosità di turisti attenti sia al passato che all’oggi della Russia.

La metropolitana di Mosca è un ritrovo sotterraneo di dimensioni immense, efficiente, lussuoso, che vede passare ogni giorno milioni di persone che si spostano da un punto all’altro della città. Non sto ad annoiarvi con i numeri e le percentuali che rendono unica quest’opera dell’ingegno umano, dico solo che lì sotto si potrebbero passare giornate intere ad ammirare pavimenti, pareti, lampadari, mosaici, statue. Ogni stazione (ce ne sono 132) è diversa dall’altra e ognuna ha un suo particolare fascino. Noi avevamo a disposizione solo un’ora di tempo e perciò ne abbiamo esplorate tre appena, ma sono state più che sufficienti per capire la grandezza del progetto pensato e realizzato per mettere in mostra la bravura e le capacità artistico-costruttive del popolo russo e per promuovere nel mondo il realismo socialista.

Nella via Arbat, chiusa al traffico delle auto, si cammina tranquillamente buttando l’occhio alle vetrine e, in base alle proprie possibilità economiche, si può scegliere di spendere poco o tanto nell’acquisto di merce di vario genere. In più, in questa strada lunga un chilometro, ci sono edifici storici, artistiche lanterne,  statue di personaggi famosi, teatri, ristoranti, eccetera.

Lanterne di via arbat  Lanterne di via arbat1

Quando la strada finisce, sulla sinistra, imponente e severo, c’è uno dei sette edifici voluti da Stalin (le cosiddette Sette sorelle). Vedi filmato 5.1.

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Con questo termina la nostra permanenza a Mosca. Nel pomeriggio prenderemo il treno per San Pietroburgo. Nella stazione ferroviaria moscovita per la prima volta da quando siamo in territorio russo ho avuto la netta sensazione di essere “controllato” a vista. Non so se la guida Natalia scherzasse, ma ha detto che prendere un treno russo è come salire su un aereo. Ti viene assegnato un posto e guai a te se osi scambiarlo con qualcun altro: si rischia la fucilazione in loco. Da anticomunista sfegatato qual sono sempre stato mi è subito venuto in mente il KGB e la Siberia. Poi ho razionalizzato le mie antiche angosce e ho capito cos’è che tormenta la Russia di oggi. Non certo i turisti (che sono i benvenuti) ma i terroristi interni ed esterni che si mescolano fra la gente comune, pronti a fare attentati sanguinosi in luoghi molto affollati. Così per circa tre ore (tanto è durato il viaggio per San Pietroburgo) non mi sono mai mosso dal posto che mi hanno assegnato e nemmeno sono andato in bagno a fare pipì!

Vabbé, forse ho esagerato un pochino, però dentro di me qualche timore di finire nelle fredde prigioni siberiane l’ho avuto… ahahahah

6 Maggio 2012 – Domenica – San Pietroburgo

Quando scendiamo dal treno e posiamo il piede a San Pietroburgo ogni angoscia cessa. Ovviamente la nostra prima destinazione è l’albergo. Lungo il tragitto intravediamo un panorama mozzafiato difficile da raccontare, ma per fortuna c’è sempre la macchina fotografica ad aiutarci:

San_Pietroburgo_Vista

Fino a qualche giorno prima della partenza per la Russia, le previsioni del tempo su Internet  davano temperature attorno alla zero e rischio di neve a San Pietroburgo (roba da ragionier Fantozzi in trasferta), in realtà siamo sugli otto/dieci gradi e in cielo splende un sole che – a detta della guida – qui capita abbastanza di rado e, fin dopo le ventuno, c’è luce sufficiente per una generosa anteprima dei luoghi che esploreremo l’indomani.

Alle nove del mattino seguente saliamo sul solito bus per un tour panoramico di San Pietroburgo. Percorrendo la famosissima Nevskij Prospekt la nostra prima sosta avviene all’estremità est dell’isola Vasilevskij, la cosiddetta Strelka. Qui nel Piazzale delle colonne rostrate la nostra vista può espandersi lungo il corso della Neva e si ha a portata d’occhio buona parte della città e alcuni dei suoi palazzi più importanti: il Museo Navale, l’Accademia delle Scienze, l’Università Statale, la Kunstkammer e il Museo zoologico.

San Pietroburgo Panorama2

Da vedere e memorizzare c’è così tanto che siamo a costretti a saltare il Campo di Marte, un luogo nato per commemorare i combattenti della rivoluzione, ma che oggi è anche una zona tranquilla di ricreazione e di passeggiate. Da lì si può fotografare le caratteristiche cupole della Chiesa del Sangue Versato visibili in lontananza:

Campo di Marte

Abbiamo solo il tempo di fare un giretto a piedi per ammirare da vicino le due colonne rostrate del vasto piazzale (vedi filmato) e poi, saliti sul bus, ci dirigiamo verso la Piazza di Sant’Isacco con l’omonima imponente Cattedrale, la statua equestre di San Nicola e l’ex ambasciata tedesca:

Cattedrale di Sant'Isacco

Statua di San Nicola-San Pietroburgo

Scattiamo un po’ di foto e poi ci dirigiamo verso la Fortezza dei Santi Pietro e Paolo: purtroppo qui il sole di mezzogiorno rende quasi impossibile fare delle riprese decenti. Entriamo nel grande piazzale e Natalia ci spiega che la fortezza era stata voluta in legno da Pietro il Grande, ma che nel tempo fu modificata per renderla più sicura. Nella Cattedrale che porta lo stesso nome è possibile vedere le tombe dei Romanov e di altri famosi personaggi storici. Uscendo dalla fortezza attraverso la Porta sulla Neva si può intravvedere la spiaggia dove i più coraggiosi fanno il bagno in qualsiasi stagione dell’anno:

Nel primo dei due filmati si vedono uomini e donne che stanno prendendo il sole, mezzi nudi, addossati come lucertole alle mura della fortezza mentre noi siamo vestiti ancora con abiti invernali.

La tappa successiva è la splendida Piazza Dvortsovaja con al centro la Colonna di Alessandro, a destra il Palazzo d’Inverno e alla sinistra il Palazzo dello Stato Maggiore. L’atmosfera festosa che troviamo oggi dipende in gran parte dal fatto che i turisti sono tanti e sono in fila, come noi, per entrare nel Palazzo d’Inverno a visitare l’Ermitage e anche perché la piazza si sta preparando per festeggiare (il 9 Maggio) l’anniversario della vittoria sui tedeschi. Attorno a noi ci sono carrozze per fare tour speciali in città e coppiette che schettinano mano nella mano e, anche se ci sono parecchi poliziotti in giro, non c’è affatto quella sensazione sgradevole di controllo provata nella stazione di Mosca.

L’Ermitage è un museo così bello e interessante che tutti almeno una volta nella vita dovrebbero visitarlo. Come esempi delle migliaia di quadri e statue in esposizione scelgo due immagini di un bravo fotografo di cui non conosco il nome:

Ragazzo con liuto CaravvaggioHermitage

Il liutaio di Caravaggio

Gli Atlanti

E per finire:

un gatto di San Pietroburgo, un po’ arrabbiato perché noi turisti stiamo disturbando il suo sonnellino pomeridiano.

Con la visita all’Ermitage termina la nostra prima giornata a San Pietroburgo. Se vi rimane  tempo e voglia, potete guardare i miei due brevi filmati: aggiungerete ulteriori informazioni e immagini a quanto ho appena descritto nel post.

 

Alla prossima puntata!

Nicola

NicolaRussia

(Ritratto a carboncino eseguito a mia insaputa da un artista di strada mentre visitavo la Chiesa del Sangue Versato a San Pietroburgo. Per ritirarlo dal commercio ho dovuto sborsare 5 euro…)

Finalmente sono tornato in Italia!

Ieri notte ho dormito nuovamente in un letto da cristiano, cioè un letto dove c’è un lenzuolo rimboccabile come si deve, un cuscino che sia un vero cuscino e una coperta da mettere o togliere a seconda della temperatura della stanza. Quando si è in viaggio dormire bene è importante, purtroppo a me capita raramente. È andata male anche questa volta. La Russia non ne ha colpa, comunque vi assicuro che dopo nove giorni di questa sofferenza non ne potevo più di quei maledetti piumoni, presenti anche negli Holiday Inn russi, che fanno sempre troppo caldo, ma che, se ti scopri nel sonno, becchi di sicuro un accidente… Naturalmente io ho preso la tosse! Cough, cough, cough!

Ciononostante, questa mattina, eccomi pronto a buttare giù queste prime note sul mio recentissimo viaggio in Russia.

Prima che iniziate a leggere, però, devo fare due importanti premesse:

1) Io appartengo, per età e tradizione famigliare a quella schiera di italiani convinti che i comunisti russi ai tempi di Stalin mangiassero i bambini a colazione.

2) Per la ragione precedente avevo deciso che mai e poi mai avrei varcato la cosiddetta cortina di ferro.

Bene, se le due informazioni precedenti vi hanno colpito sfavorevolmente, questo è il momento di abbandonare la lettura del mio post odierno. Dopo sarà troppo tardi.

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Ovviamente le cose nel tempo sono cambiate, l’Urss non esiste più e non ci sono più comunisti cattivi, per cui è stato logico cambiare idea e ho accettato ben volentieri di partecipare con amici a un breve tour di nove giorni in Russia per visitare Mosca, l’Anello d’oro e San Pietroburgo.

Prima della partenza, come è mio solito, non mi sono informato su nulla. Lo faccio di proposito perché quando viaggio voglio avere l’animo innocente. Per scoprire cose e persone a me sconosciute tengo la mia testa il più possibile pura, pronto a calpestare un suolo straniero con il rispetto che merita e senza pregiudizi. Qualcuno ha detto che è questo il solo modo per intraprendere un viaggio alla scoperta di nuovi luoghi, il solo modo – anche – per scoprire se stessi in quei luoghi. La Russia è il posto ideale per rivedere le proprie idee, farsene di nuove, cambiare atteggiamento nei confronti della vita in generale. Lì si può trovare di tutto, si può scorrazzare tra il sacro e il profano, insomma è un luogo dove il proprio punto di vista può subire una metamorfosi profonda.

Le persone possono mentire, dare informazioni sbagliate per tirare l’acqua al proprio mulino, invece un luogo è oggettivo: se lo si sa guardare con curiosità e onestà si può arrivare a conoscerlo e persino ad amarlo.

Ciò detto, messe giù alla rinfusa, ecco le cose positive che ho scoperto in Russia:

a) Pulizia. Non si vedono rifiuti abbandonati per strada anche se ci sono pochissimi cestini in giro.

b) Scritte sui muri. Non ce sono, o se c’erano sono state cancellate. Gli unici graffiti colorati che ho visto a Mosca o a San Pietroburgo erano sulle fiancate delle case a dieci e più metri di altezza, tanto da dovermi chiedere come abbiano fatto gli artisti (?) di strada a dipingerli.

c) Polizia. Ci sono macchine e poliziotti dappertutto, ma sono molto discreti. Si è controllati a distanza però, se ci si comporta bene, si viene lasciati in pace. Polizia in giro vuol dire maggiore sicurezza per la gente. Dicono che si può uscire di sera senza il timore di venire assaliti da malviventi.

d) Mendicanti. Se ne vedono pochissimi in giro, comunque, mai nei luoghi importanti dove c’è folla di visitatori. Non ci sono lavavetri ai semafori.

e) Venditori di souvenir. Ce ne sono, ma non sono mai invadenti. Offrono la loro merce ma non insistono più di tanto.

f) Metrò. Scarrozzando milioni di visitatori al giorno l’amministrazione comunale riesce a tenere basso il costo del biglietto: a Mosca una corsa costa meno della metà di Milano.

g) Strade cittadine. Sono piuttosto larghe e perciò pedoni e auto riescono ancora a convivere.

Ci sono tanti altri aspetti positivi, ma intendo parlarne nelle prossime puntate, man mano che mi vengono in mente.

Dunque, tutto ok in Russia? Ovviamente no. Ogni paese ha le sue pecche, alcune evidenti, alcune nascoste opportunamente ai turisti, altre scopribili solo vivendoci per un lungo periodo di tempo. Un primo elenco potrebbe essere questo:

a) Autostrade. Praticamente non ce ne sono. Hanno iniziato da poco a prenderle in considerazione. Non ricordo dove, ma sembra che siano già in funzione alcuni brevi tratti di autostrade a pagamento. Tutte le altre strade sono gratuite ma, per colpa della neve e della pioggia, non sono in buono stato. Il grosso inconveniente è che non ci sono sopraelevate o sottopassi per cui negli incroci non semaforizzati, se si è in macchina o in bus, si rischia di aspettare anche dieci minuti prima di riuscire a immettersi nelle strade con il traffico maggiore.

b) Città e campagna. Le differenze sono notevoli. A Mosca e a San Pietroburgo sembra di stare a Roma, Milano, Firenze eccetera; invece nei paesini o nelle cittadine la vita è molto più modesta, le case sono quasi sempre a un piano e spesso ancora in legno.

c) Vita media degli uomini. A detta della guida, la vita media degli uomini russi è di 59 anni. Muoiono giovani perché bevono tantissimo. Non ha spiegato il perché, ma penso che bevano tanto a causa dell’inclemenza del clima invernale.

d) La storia recente. La storia russa di questi ultimi anni che conoscevo leggendo i giornali occidentali è parecchio diversa da come ci è stata raccontata dalle guide russe che ci hanno accompagnato per tutta la durata del viaggio. Un esempio? Il tanto decantato (in Occidente) Gorbaciov, a cui è stato assegnato anche il premio Nobel per la pace, l’uomo che avviò il grande processo di cambiamento dell’Unione Sovietica noto col nome di Perestroika, invece, è l’uomo più odiato dal popolo russo, tanto che al solo pronunciarne il nome molta gente sputa per terra in segno di disprezzo. Addebitano a lui le due più grandi crisi economiche degli anni novanta, crisi che hanno provocato lutti in molte famiglie sopraffatte dalla fame e dalla mancanza di lavoro, peggio che nell’ultimo dopoguerra. La caduta del muro di Berlino che noi tutti abbiamo salutato con grande gioia per il cambiamento epocale che rappresentava, per i russi è stato l’inizio di una tragedia che ha sconvolto e impoverito il loro paese. Oggi (grossomodo dall’avvento di Putin, personaggio non molto ben visto in occidente, ma che in Russia è apprezzato dalla maggioranza del popolo) le cose sono migliorate. Il tenore di vita della gente è aumentato, i supermercati e i negozi sono pieni di merce, e per questo Putin ha potuto permettersi quel popò di incoronazione che si è vista in televisione. A lui vengono perdonati i tanti eccessi e soprusi che periodicamente e senza vergogna commette a scapito dei dissidenti e questo fa pensare che i russi siano pronti ad acclamarlo come nuovo zar di Russia. Scontrarmi con questa diversa interpretazione della storia recente è stata la sorpresa più grande che ho avuto nei nove giorni di permanenza in territorio russo.

Termino queste brevi note con una battuta di Max Greggio che ben si attanaglia alla Russia dei nostri giorni.

Saggezza orientale

Se qualcuno ti odia, non fare niente contro di lui ma siediti pazientemente sulla riva di un fiume. Un bel giorno vedrai passare il tuo nemico in yacht.”

Arrivederci alla prossima puntata.