Un libro assolutamente da leggere!

Pubblicato: 01/04/2011 in articolo, recensione
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Un giorno questo dolore ti sarà utile

Di questo libro esistono due edizioni Adelphi, la prima, uscita nel 2007 nella collana Fabula, costa 17,50 Euro, la seconda, uscita nel 2010 nei tascabili Gli Adelphi, costa 10 Euro.

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Ieri sono stato sveglio fino alle due notte perché volevo finire di leggere questo romanzo di Peter Cameron: secondo voi che significa?

Una cosa sola. Il libro mi aveva così preso che non riuscivo a smettere. Ringrazio pubblicamente l’amico Cristiano Arienti che me lo ha regalato qualche mese fa. Confesso con un po’ di vergogna che un libro con un titolo così brutto io non l’avrei mai comprato. Anni fa di Cameron avevo letto “Quella sera dorata” e, se non ricordo male, mi era piaciuto molto ma non mi aveva colpito così tanto come questo romanzo di cui vi parlo oggi.

Da Quella sera dorata era stato tratto un film di successo che non ho visto: questa la trama.

Omar Razaghi studia all’Università del Colorado e la sua borsa di studio dipende dalla stesura della biografia di Jules Gund, scrittore sudamericano autore di un unico, venerato romanzo. Poiché gli eredi di Gund sono contrari al progetto, Omar viene convinto dalla compagna a raggiungerli nella loro tenuta in Uruguay, per tentare di ottenerne l’approvazione. Al suo arrivo, tuttavia, troverà una serie di situazioni bizzarre e imprevedibili, ordite dagli stravaganti famigliari dello scrittore: Adam, il fratello cinico e raffinato, Caroline, la vedova orgogliosa, e Arden, la giovane amante che da Gund ha avuto una figlia. La presenza del ragazzo finisce per alterare il precario equilibrio della famiglia, facendo riemergere un passato di intrighi e segreti, ma è lo stesso Omar a dover ripensare la propria vita quando nasce l’amore con la bella Arden.

Non so se cercherò il DVD del film, ma di sicuro rileggerò – cosa che faccio raramente – con altri occhi quel libro di Cameron: uno scrittore che scrive così bene merita tutta la mia attenzione. Più avanti capirete perché.

Prima di entrare nel merito del libro che recensisco oggi permettetemi una digressione.

Ho letto che il regista Roberto Faenza nel 2010 si apprestava a girare in America un film tratto da “Un giorno tutto questo dolore ti sarà utile” e che la pellicola sarebbe stata presentata in Italia nel 2011. Ho fatto ricerche su Internet ma non ho trovato notizie che avvalorassero la fine delle riprese e l’imminente uscita del film nelle sale italiane. Trovo la faccenda piuttosto strana. A meno che Faenza, prima di fare uscire questa sua ultima fatica, stia furbescamente sfruttando le attuali difficoltà del premier Berlusconi per fare pubblicità gratuita al film “Silvio for ever”, biografia non autorizzata scritta dalla coppia Rizzo e Stella. A questo riguardo, sul sito www.polisblog.it leggo che:

“Ora molti diranno che era un flop annunciato, ma non erano pochi coloro che avevano salutato il film Silvio Forever come un evento imperdibile. E invece non è piaciuto per nulla, come sbandierato a quattro colonne, anzi nove, da Dagospia. Ne riportiamo il titolo a caratteri cubitali, proprio come solitamente fa il sito di Roberto D’Agostino.

“SILVIO FOREVER”, UN FOREVER CHE NON DURA UN WEEKEND – CON UN MISERO INCASSO DI 182 MILA €, CON CENTO SALE A DISPOSIZIONE, IL FILM DI FAENZA-STELLA-RIZZO PRENDE UNA MEGA TRANVATA AL BOX OFFICE (MA NON L’HANNO CAPITO CHE UN FILM FUNZIONA SOLO SE IL PREMIER LO SI RACCONTA COME CAINANO?)

E in effetti Dagospia non ha torto. Un film che non è né agiografico né apertamente antiberlusconiano e ostile, finisce per non piacere a nessuno. Per carità, sarà magari il più obiettivo che si sia mai realizzato sulle gesta del Cavaliere, ma alla fine si rischia un bel chissenefrega collettivo. In Italia è difficile essere obiettivi, soprattutto in politica e più che mai sul Silvio nazionale. Se ci provi vieni immediatamente tacciato delle “peggio cose” dagli uni e dagli altri. Gli antiberlusconiani sono massimalisti e vedono chiunque non sia come loro come un forzitaliota della peggior specie. I berlusconiani soffrono di sindrome d’accerchiamento e pensano che chi anche minimamente si provi a criticare il “Re” sia un pericoloso comunista sovversivo.

Ed è così che Silvio Forever non lo va a vedere nessuno, bello o brutto che sia. Facciamocene una ragione. “

Chiusa la digressione

Un giorno tutto questo dolore ti sarà utile mi ha avvinto sin dalle prime pagine. L’incipit è da manuale:

“Gillian, mia sorella, ha deciso di pronunciare il suo nome con la g dura lo stesso giorno in cui mia madre è tornata dalla luna di miele in anticipo e da sola. […] Io e Gillian avevamo sospettato da subito che quel matrimonio (il terzo) non sarebbe durato, ma pensavamo che sarebbe sopravvissuto almeno alla luna di miele, anche se avevamo appreso con un certo scetticismo che l’avrebbero fatto a Las Vegas.”

In mezza paginetta Cameron ci fa immergere d’emblée (ahem, volevo dire, di colpo…) in una strana e moderna famiglia americana. Una madre che, pur essendo una snob, per accontentare il novello sposo è partita per una luna di miele pacchiana, due figli che osservano disincantati il comportamento della madre: entrambi sapevano già che il suo terzo matrimonio sarebbe finito presto e malamente.

Più avanti si parlerà della trama del libro, invece adesso vorrei rivolgermi in particolare a tutti quelli che, come me, hanno la passione della scrittura e cercano autori che possano insegnare come affrontare “i dialoghi” tra i personaggi in modo da non risultare artefatti, oppure facciano capire come dipanare “il colloquio intimo” cioè il raccontare senza prolissità e pesantezza i pensieri e le considerazioni dei personaggi di un romanzo. Chi scrive per diletto o per mestiere oltre al piacere della lettura in sé (lettura come svago) deve tenere d’occhio anche lo stile e le peculiarità specifiche dell’autore del libro che sta leggendo (lettura in funzione della scrittura).  Ebbene Cameron sia nei dialoghi sia nel colloquio intimo è un vero maestro. Quando leggerete questo romanzo (so che lo comprerete o ve lo farete regalare dopo avere letto queste note!!!) prestate attenzione ai dialoghi tra James e la psicologa che lo ha in cura. Sono straordinari, estremamente realistici e altrettanto lo sono i retro-pensieri di James durante le sedute con la sua terapeuta o in altre situazioni in cui il ragazzo si viene a trovare.

Dunque con pochi euro potrete avere a disposizione un fantastico insegnante di scrittura.

Ciò detto, questo libro dovrebbero leggerlo tutti ma, a mio modesto parere, è imprescindibile per chi ha velleità di diventare scrittore e avere una qualche speranza di essere pubblicato.

Ecco un esempio di dialogo e di retro-pensieri tratto da “Un giorno questo dolore ti sarà utile” (pag. 82-83):

“Lo studio privato della dottoressa Adler sembrava più accogliente della stanza al Policlinico, ma non era il porto luminoso che avevo immaginato. Era piccolo e buio, al piano terra di un vecchio condominio di 10th Street, in un appartamento che sembrava diviso in altrettanti studi piccoli e bui. Oltre alla scrivania e alla sua sedia c’era un lettino, una seconda sedia, un ficus e, appesi alle pareti, dei batik. Oltre a una libreria con dei libri tetri. Si capiva che erano tutti saggi dal titolo diviso coi due punti: Bla bla: Il bla bla bla del bla bla bla. C’era una finestra che probabilmente si affacciava su un cavedio, perché la tenda di bambù dava l’idea di restare sempre abbassata. Le pareti erano dipinte di giallino, nel palese (ma fallito) tentativo di «ravvivare» la stanza.

La dottoressa si è seduta sulla sua sedia e mi ha indicato l’altra, il che è stato un sollievo perché non mi sarei mai steso sul lettino: l’avevo visto in troppi film di Woody Allen e in troppe vignette del «New Yorker».

Lei sembrava diversa: meno sballata, più elegante, quasi ricercata. Aveva i capelli raccolti e un vestito estivo che rivelava braccia piuttosto muscolose. Deve giocare a tennis, ho pensato. O fare il lancio del peso.

Ha accavallato le gambe, intrecciando le mani in grembo con gli indici uniti a guglia. Mi ha sorriso. «Allora,» ha detto «eccoci di nuovo qui ».

Stavo per correggerla, perché non potevamo essere di nuovo qui dal momento che il nostro primo incontro era avvenuto da un’altra parte, ma sapevo che così avremmo ricominciato a polemizzare e io non ero in vena. Quindi ho domandato: «Come mai non ha neppure un romanzo?».

« Cosa?» ha fatto.

Con la testa ho indicato la libreria dietro di lei. «Non c’è narrativa sugli scaffali. Mi chiedevo perché».

Si è voltata a controllare come se le avessi detto una bugia. Poi ha detto: «Perché me lo domandi?».

«Deve proprio farmi una domanda? Non può soltanto rispondere?».

«Siamo nel mio studio,» ha detto «nel posto in cui lavoro. E tengo i libri inerenti alla mia professione».

«I romanzi non sono inerenti alla sua professione?».

«Sei libero di trarre questa conclusione».

Sono rimasto zitto. All’improvviso mi sentivo triste. Sapevo di essere rissoso, ma non riuscivo a smetterla.

Dopo un momento la Adler ha aggiunto: «A dire il vero ti sbagli. Un romanzo c’è». Ha ruotato la sedia, si è chinata per prendere un volume dallo scaffale più basso e me lo ha mostrato: era un vecchio tascabile Scribner dell’Età dell’innocenza. «Lo tengo qui,» ha detto «nel caso un paziente non venga, oppure sia in ritardo».”

Come si può notare i dialoghi tra James e la dottoressa Adler sono stringati e stringenti, i pensieri di James sono adeguati al carattere del ragazzo e per nulla noiosi.

Avevo segnato tanti altri punti da condividere con voi, ma preferisco che siate voi stessi a individuarli e farli vostri per una personale rielaborazione.

Qualche critico ha fatto un parallelo tra il giovane James Danfour Sveck di Cameron e il giovane Holden Caulfield di Salinger: si tratta in entrambi i casi di romanzi di formazione, ma Salinger in più rispetto a Cameron ha creato un linguaggio suo, affascinante, diverso da quello di tutti gli altri scrittori del suo tempo. In questo risiede la grandezza di Salinger. Comunque, fatte le dovute proporzioni, Cameron nel confronto non sfigura ed è destinato anche lui a rimanere nella storia della letteratura contemporanea.

Da un’intervista a Cameron letta su Internet stralcio questo passo:

– L’omosessualità di James è appena sfiorata nel libro. Lui sembra infelice per altri motivi, tipici dei suoi coetanei. Segno del cambiamento dei tempi?

«Penso di sì. Se avessi scritto questo libro vent’anni fa, l’omosessualità di James sarebbe stata una questione centrale, lo avrebbe consumato. Oggi le cose stanno diversamente».

– Newyorchese, giovane, asociale: James ha molte cose in comune con un altro teenager inquieto della letteratura americana, il giovane Holden di Salinger.

«Lo so. Mentre scrivevo il romanzo, mi accorgevo che c’era più di un’analogia con Il giovane Holden a tal punto che mi sono chiesto: “vale la pena terminarlo?”. Mi sono risposto di sì. Salinger pubblicò il suo capolavoro più di 50 anni fa. I tempi, come dicevamo prima, sono cambiati. Holden e James sono due personaggi diversi».”

Dunque, chi ha amato il giovane Holden non potrà non innamorarsi del diciottenne James Sveck.

Quando termino un libro ho sempre il timore che le mie impressioni di lettore siano state alterate dallo stato d’animo del momento, e che quindi il mio entusiasmo non sia realistico ma condizionato da come mi sentivo psicologicamente durante la lettura. Per controllare se il mio giudizio era condiviso da altri che avevano letto quel libro prima di me, ho fatto delle ricerche su Internet e ho trovato tantissimi autorevoli critici e parecchi lettori che hanno avuto il mio stesso coinvolgimento emotivo.

Qualcuno più bravo di me ha persino preso nota di alcune massime pronunciate da James e che rivelano in pieno il personaggio. Ve le trascrivo molto volentieri:

  • Sono sicuro di poter imparare tutto quello che voglio leggendo i libri che mi interessano.
  • Io mi sento me stesso solo quando sono solo, il rapporto con gli altri non mi viene naturale: mi richiede uno sforzo.
  • Mi attirava molto l’idea di lavorare in una biblioteca, un luogo dove la gente è costretta a parlare sottovoce e solo quando è necessario. Magari il mondo fosse così.
  • Il tutto dava un’idea di grande dignità e coraggio , ma anche di tristezza – vedere come si riduce la gente, come cambia la vita e che cose atroci si è disposti a fare per sopravvivere.

Prima di terminare eccovi un’interessante recensione di Grazia Giordani: http://www.graziagiordani.it/php/recensioni/visualizza_recensione.php?ID=209

“Lo hanno paragonato a Henry James, a Jane Austin, a Salinger. E sembra che Peter Cameron, controcorrente rispetto agli scrittori che mirano all’unicità, ritenendosi solo e soltanto maestri di se stessi, ne sia rimasto invece lusingato, tanto da affermare: “Mi fa piacere che il mio lavoro sia paragonato ad autori come questi. Amo la letteratura del passato e sono felice che la sua influenza sulla mia scrittura sia evidente”.

Queste evidenti caratteristiche del “più europeo degli scrittori americani”, di cui abbiamo avuto giù modo di apprezzare il bel romanzo Quella sera dorata, si confermano nella sua nuova prova Un giorno questo dolore ti sarà utile (Titolo originale: “Someday This Pain Will Be Usefull to You “) che Adelphi pubblica in anteprima mondiale, nell’accurata traduzione di Giuseppina Oneto, scavalcando addirittura il mercato americano, dove l’uscita è prevista per ottobre.

Potremmo definirlo un romanzo di formazione e sotto alcuni aspetti lo è, questa nuova fatica letteraria del quarantasettenne Cameron che indossa, a ritroso, le vesti della sua prima giovinezza, regalandoci pagine che – se non proprio strettamente autobiografiche – portano dentro tutta la strafottente insicurezza e l’aggressivo cinismo di un adolescente impaurito dalla vita, un cane sciolto – meglio sarebbe dire un cucciolo – più sensibile di quello che vorrebbe apparire, cultore della solitudine, raffinato nei gusti, elitario nelle amicizie, sofisticato nel linguaggio fino a irritare i suoi interlocutori, messi in difficoltà da tanto colta pignoleria lessicale.

Sembra che la genesi del romanzo abbia avuto origine da un fatto avvenuto realmente nell’esistenza di Cameron che lo trasferisce nella vita di James, il suo diciottenne protagonista a cui fa vivere un’esperienza simile: quella di un seminario culturale a Washington, con tutta la difficoltà della convivenza con gli altri allievi di ambo i sessi, provenienti da tutti gli stati d’America. James scomparirà per due giorni, sopraffatto dalla fatica del convivere e condividere con gli altri, in perfetta sintonia con l’autore che si proclama amico della solitudine, un animo appartato che non ha mai sentito naturale il rapporto con gli altri.

James verrà ricercato dalla polizia, avrà un attacco di panico, lasciando traumatizzati i genitori. Gli strani genitori – vorremmo sottolineare – un bizzarro duetto formato da una madre estetizzante che colleziona “spazzatura d’artista” nella sua strampalata galleria d’arte underground (dove James lavoricchia, si fa per dire). Questa genitrice sui generis non colleziona solo arte d’avanguardia, ma anche mariti: la incontriamo fuggita dal viaggio di nozze col suo terzo che le ha rubato la carta di credito, sperperando soldi al tavolo verde. Il padre è un bellone vanesio, troppo preso dall’estetica. La sorella del ragazzo, Gillian, non è proprio uno zuccherino.

Con chi può comunicare e a chi chiedere consiglio un giovane già così asociale e di per sé difficile? Non gli resta che il cane Mirò, con cui tutti gli appartenenti alla famiglia comunicano più che fra loro e la simpatica nonna che si fa chiamare Nanette – essere a sua volta piuttosto balzano – anticonformista, un po’ sopra le righe, ma veramente interessata alle sorti del nipote che lascerà suo erede universale.

James non vorrebbe andare all’università, alla Brown, il college per cui il padre gli ha già pagato la prima rata. Vorrebbe ritirarsi in un anonimo paese di provincia, lontano da New York, per cui fa visite virtuali ad antiche dimore, dense di passato, in vendita on line, pur nella consapevolezza di non avere mezzi suoi per acquistarle. Vive annoiato e pieno di contraddittorie incertezze per il suo futuro la lunga estate calda del suo addio all’adolescenza, giocando anche un improvvido quanto rivelatore scherzo all’amico John, responsabile della galleria d’arte materna.

Più che difficile, quasi impossibile – riassumendone la trama – rendere l’idea al lettore delle finezze di questo romanzo, ambientato nella New York post 11 settembre, di cui James sa cogliere tic e cedimenti, pur amandola profondamente e da personaggi indimenticabili nella loro allucinata verità, ma soprattutto dall’intelligente humour di uno scrittore che sta lasciando un sempre più deciso segno nel mondo della letteratura.”

Concludendo: Un giorno questo dolore ti sarà utile è un libro che tutti, dico tutti, dovrebbero avere nella propria libreria! Da leggere e rileggere.

Peter Cameron è nato nel New Jersey e vive a New York. Di lui sono apparsi presso Adelphi Quella sera dorata (2006) e la raccolta di racconti Paura della matematica (2008), Un giorno questo dolore ti sarà utile (2007). Ma l’autore ha scritto altre opere in passato.

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Buona lettura

Nicola

P.S.

Altre recensioni le trovi nei siti: http://angolonero.blogosfere.it/2008/07/un-giorno-questo-dolore-ti-sara-utile-di-peter-cameron.html

http://www.pensiero.it/vapensiero/completo.asp?ID=555

Per leggere i commenti dei lettori: http://www.ibs.it/code/9788845921810/cameron-peter/giorno-questo-dolore.html

commenti
  1. Cristiano ha detto:

    Ciao Nicola, sono contento che questo romanzo ti sia piaciuto. Peter Cameron è un grande scrittore, ed è un maestro nei dialoghi.
    Cristiano A.

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  2. Nicola ha detto:

    Devo a te questa bellissima scoperta! E non finirò mai di ringraziarti.
    Un cordiale saluto e buon lavoro.
    Nicola

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  3. mariangela ha detto:

    ok Nicola.. tutto ok!
    per me il riassunto del tema è crisi- opportunità.
    i dialoghi sono interessanti.. ci vediamo domani!
    mariangela

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    • Nicola ha detto:

      Il romanzo non è affatto triste, anzi direi che è intriso di quel sottile humour che dovrebbe piacerti e farti dimenticare i personaggi che incontri tutti i giorni nella vita reale.
      A domani.
      Nicola

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  4. Oissela ha detto:

    Caro Nicola,ho rivisto con piacere Giacomo.
    I libri li compro, ma difficilmente li leggo.
    Ho letto questa presentazione e mi è piaciuta.
    Un saluto.
    Nonno Oissela

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    • nicolalosito1942 ha detto:

      Io sono un lettore onnivoro, perciò compro libri e apprezzo chi me li regala.
      Questo ultimo regalo è stato una sorpresa grandissima: come ho scritto a un’amica “Un giorno questo dolore ti sarà utile” è scritto benissimo, la storia è intrigante, i dialoghi stupendi, i pensieri intimi del protagonista James mai banali o pesanti, humour diffuso in ogni pagina, commozione nella parte finale…
      Insomma, un libro così dovevo per forza “consigliarlo”.
      Nicola

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