Domenica 12 Ottobre 2014.

Dopo averci lasciato il tempo di fare un’abbondante colazione in albergo, la guida dal sorriso accattivante è pronta a condurci in bus all’aeroporto di Hong Kong dove prenderemo un aereo delle linee interne cinesi che in un’ora ci porterà a Guilin, una ridente cittadina nel sud est della Cina, oggi accreditata di un numero di abitanti intorno al milione di anime.

Guilin_Mappa

 

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Guilin significa “Foresta di cassie”, questo perché la cassia angustifolia, una pianta ornamentale dai fiori gialli molto profumati, cresce con grande facilità da queste parti. Come si vede nella terza foto, le strade cittadine di grande traffico presentano ai lati una corsia che in passato serviva per le biciclette, ma che oggi è il regno assoluto di motorini elettrici così silenziosi che non si sentono arrivare. Lo segnalo perché, se non si sta attenti, si rischia di essere investiti senza tanti complimenti da spericolati quanto indisciplinati guidatori di ogni età e sesso. Mai viste in giro tante due ruote motorizzate come a Guilin! Nelle ore di punta gli incroci più importanti, oltre ai regolamentari semafori, sono controllati da otto volenterosi signori con bandierine rosse (non credo siano dei vigili perché non hanno una divisa) che tentano (senza riuscirci) di mettere in riga automobilisti, ciclisti motociclisti e pedoni che pretendono di attraversare la strada quando e come pare a loro. Sullo sfondo della foto grande già s’intravede l’altra famosa caratteristica della città: le colline bizzarre, uno spettacolo straordinario della natura che si trova solo qui.

Ma procediamo con ordine.

Nell’aeroporto di Guilin, la nuova guida locale, un giovanotto che parla un italiano scolastico stentato, ci accoglie sventolando la bandierina italiana e ci conduce al bus che sarà il nostro mezzo di trasporto nei due giorni che resteremo nella sua città. Ci mette buona volontà, ma non riesce a spiegarci perché non possiamo caricare sul bus le valige e così, incurante delle nostre proteste, siamo costretti a lasciarle in balia di due tipi strani che le ammucchiano sul marciapiede in attesa di un furgone che le prenderà in carico assieme a quelle di altri gruppi. Pare che qui (e forse in altre parti della Cina) il trasporto dei bagagli sia affidato a società specializzate, e non importa se il nostro bus può contenere 50 persone (e noi siamo solo in 16) e ha un bagagliaio enorme. Inutile discutere con la guida: è irremovibile. Questi sono gli ordini ricevuti dall’alto e dobbiamo farcene una ragione.

Un certo qual nervosismo inizia a farsi strada nel nostro gruppo.

Il programma prevede l’arrivo in hotel, la presa di possesso della stanza, il pranzo e poi, di pomeriggio, in bus si deve andare a visitare la Grotta Ludi Yan (la grotta del flauto di canne) situata a pochi chilometri da Guilin. Invece, c’è un cambio di programma: non andiamo in albergo ma si va subito alla  famosa grotta il cui nome deriva dal fatto che era nascosta alla vista da canne di bamboo usate dai locali per costruire strumenti musicali. La grotta merita di essere vista, non tanto per le colonne e i pilastri pietrificati (in Italia e nel mondo ce ne sono a bizzeffe di grotte analoghe) ma per la maestria con cui quegli aggregati cristallini (stalattiti e stalagmiti) sono illuminati da fari dai colori diversi, scelti per evidenziare curiose somiglianze con piante e animali di varie specie.

Grotta di Ludi-YanGrotta di Ludi-Yan1Grotta di Ludi-Yan2Grotta di Ludi-Yan3

Terminata la visita, pranziamo in un ristorante attiguo alla grotta e, finalmente, veniamo condotti in albergo dove, però, le valige non sono ancora arrivate. Nell’aria cominciano a volare parole grosse e la guida, non sapendo più che pesci pigliare e cosa dire per calmare il nostro malumore, è costretta a fare una serie infinita di concitate telefonate con la società che gestisce il trasporto dei bagagli e con la locale agenzia di viaggi di cui è dipendente, con il risultato di fare innervosire irreparabilmente alcuni componenti del nostro gruppo con le sue risposte evasive. Quando finalmente le valige arrivano in albergo, il conflitto tra noi e la guida ha raggiunto il punto di non ritorno, così decidiamo all’unanimità di telefonare all’agenzia di viaggi in Italia per ottenerne la sostituzione. A nostro parere, chi si assume la responsabilità di guidare un gruppo di turisti deve essere autorevole, informato, avere un minimo di duttilità e, soprattutto, non deve mai mostrarsi supponente quando si discute sul da farsi in presenza di antipatici imprevisti.

Per sfruttare al meglio il tempo che rimane al termine della prima giornata in questa tappa del nostro viaggio in Cina, non potendo più disporre del bus, un gruppo di otto persone contatta due autisti di taxi (due spericolati stuntmen) per andare a visitare Jiang Tou, un paesino rurale a pochi chilometri da Guilin, i restanti otto, invece, scelgono di fare una passeggiata nel centro della città, costeggiando e, in parte, attraversando su panoramici ponticelli il primo dei quattro laghetti che impreziosiscono la città.

Io non facevo parte del primo gruppo però, dalle foto e dai racconti di coloro che ci sono stati, ho potuto constatare a posteriori che la trasferta a Jiang Tou si è rivelata molto interessante e ha permesso loro di osservare de visu come vivono e lavorano i contadini cinesi. Due note curiose: per entrare in paese bisogna pagare un piccolo balzello, poi, nelle campagne è ancora vivo e vegeto il ricordo di Mao e dei suoi tre collaboratori più fedeli, cioè i responsabili della rivoluzione culturale che tanti danni procurò alla Cina delle antiche tradizioni.

Jiang Tou

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La passeggiata con vista sul primo dei quattro laghi di Guilin riesce a smorzare del tutto le tensioni accumulate con la faccenda dei bagagli che non arrivavano in albergo e delle successive animate discussioni con la guida. La vegetazione e le costruzioni artistiche nel lago (pagode, ponticelli vari) sono ben distribuite e attirano gli scatti delle macchine fotografiche. Il lungo ponte (quello che si vede nella terza foto a sinistra) che attraversa una parte del lago è costruito volutamente a zig zag per dare credito a un’antica leggenda che parla di draghi e principesse in pericolo. I draghi, come è noto (A bocca aperta) rincorrono le loro vittime (belle fanciulle, in genere) seguendo una linea retta, per cui il solo modo per sfuggirgli è correre a zig zag… 

Primo laghetto e una via della città

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La cena nell’albergo Guilin Bravo Hotel conclude (non ricordo se degnamente o meno) la serata:

Guilin_Bravo Hotel

Lunedì 13 Ottobre 2014.

La giornata che abbiamo davanti è decisamente intensa. A farci da guida è arrivata una ragazza bruttina, con gli occhiali da vista spessi e un po’ fuori moda, capelli castano scuri pettinati a coda di cavallo, ma è simpatica e parla bene la nostra lingua perché per molti anni ha accompagnato turisti italiani, mentre adesso svolge mansioni di impiegata con maggiori responsabilità nell’agenzia di viaggio che ha in carico il nostro tour. Dopo essersi scusata per l’inconveniente delle valige, ci spiega come si svolgeranno gli impegni del giorno. Si parte di buon’ora per una crociera sul placido fiume Li dove, con tutta calma, possiamo ammirare, fotografare, filmare lo spettacolo, difficile da descrivere a parole, delle colline bizzarre (pare ce ne siano 33.333, una diversa dall’altra) e della vita che si svolge sul fiume e sulle sue rive. Una leggera foschia, invece di disturbare, rende più intrigante la visione di questo straordinario spettacolo della natura.

Da un noto testo sulla Cina estraggo che “qualche migliaio di anni fa, l’intera zona era sommersa dal mare il quale, ritirandosi, produsse una forte erosione, lasciando sul territorio un’infinità di picchi che, col passare del tempo, vento e acqua hanno modellato fino a creare una sconfinata scultura carsica.” Pranziamo sul battello attrezzato con cucina all’aperto, pregando il buon Dio di uscire indenni da un pasto preparato senza tante precauzioni igieniche ma che, alla fin fine, risulta più saporito di quello offerto dall’hotel che ci ospita. Dopo circa 70 km. di navigazione, scendiamo nel paese Yang Shuo. Qui ci attende un coloratissimo mercato dove acquistare di tutto e di più. Un pullman ci riporterà poi in albergo a Guilin. Se volete gustarvi appieno la nostra crociera non dovete fare altro che guardare il mio filmato: qui vi anticipo solo alcune foto:

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A Yang Shuo c’è così tanta folla (turisti e non) che qualcuno del gruppo rischia persino di perdersi. Le cose da raccontare sono tante, ma quella che mi colpisce di più è  un gruppetto di ex appartenenti all’esercito cinese, congedati anzitempo che protestano (molto ordinatamente) per ragioni forse spiegate nella loro lingua nei cartelli alle loro spalle e sul marciapiede. Vestiti con divise e cappello di ordinanza, a scadenza di un quarto d’ora, si mettono sull’attenti intonando canti militari e impedendo tassativamente ai passanti di fotografarli. È gradito, comunque, un obolo per sostenere la loro causa… qualunque essa sia.

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La giornata di lunedì non termina qui, altre sorprese ci attendono dopo la cena, ma questo sarà l’argomento della prossima puntata del diario…

Nicola

Crediti: le foto sono di Mirella & Giorgio II°, Barbara & Sergio, Giorgio I° e Chicca. Qualche immagine l’ho scaricata da Internet. Il filmato è mio, la colonna sonora di accompagnamento, al solito, è in lingua cinese… quindi non mi assumo la responsabilità di ciò che cantano…  Alcune notizie su Guilin le ho tratte dal libro di Luigi Paoli “Appunti di viaggio, la Cina e la civiltà del fiume giallo”. Ed. Mistral Internazionale

commenti
  1. stravagaria ha detto:

    Leggo con grande interesse i tuoi resoconti di viaggio ma mi fanno altresì capire senza ombra di dubbio di non essere tagliata per questo genere di viaggio. Forse non sono sufficientemente ottimista e adattabile, andrei subito in difficoltà. Ammiro molto te e tua moglie che invece siete due perfetti escursionisti!

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    • Nicola Losito ha detto:

      Cara Viv,
      non sopravvalutare le mie doti di escursionista. Ne ha di più mia moglie; se fosse per lei e avessimo le possibilità economiche, saremmo in sempre in giro per il mondo, mentre a me piace tantissimo la vita tranquilla di campagna, giocare con il cane di mia figlia e togliere sassi dal prato… 😀
      Per quanto riguarda l’adattabilità, sì, mi adeguo facilmente a ogni situazione, anche la più noiosa o pericolosa. E sono (abbastanza) ottimista.
      Un cordiale saluto.
      Nicola

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  2. sissa ha detto:

    Ecco! Non riesco proprio a condividere le grotte nel mondo sono tutte uguali ma qui giocando con le luci e i faretti fanno qualcosa di speciale… (mi pare fosse questo il senso delle tue parole).
    Forse hai ragione tu, ma che tristezza!
    Ho visto anche tutto il filmato.
    Sei contento?

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    • Nicola Losito ha detto:

      Cara Sissa,
      tutti i paesi di questo mondo hanno in catalogo una grotta più o meno bella. Volevi che la Cina si facesse mancare questa possibilità? 😀
      Hai visto davvero il mio filmato?
      Sono molto felice, forse così qualcun altro si convincerà a visionarlo… Visto i risultati statistici delle puntate precedenti, dubito che abbiano tempo e voglia di guardare i miei video. Non sanno cosa si perdono.
      Ma che importa? Servono a me per ricordare i miei viaggi, vista la memoria da cardellino che mi ritrovo… 😀
      Un forte abbraccio e buona salute!
      Nicola

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  3. tramedipensieri ha detto:

    Mi affascina la natura più che le città. I laghetti ad esempio sono davvero splendidi…magari con qualche ponte in meno 😀

    I battelli a dir la verità mi sembrano dei pullman senza le ruote…avrei un pochettino di paura ad andarci sopra…

    Non mi adatto facilmente e perciò Vi invidio un pò.

    Un bel reportage compreso il video, bravo!

    Ciao Nicola!
    PS: Io e Agata è favoloso! a quando il prossimo?

    .marta

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    • Nicola Losito ha detto:

      Cara .marta,
      mi fa piacere che tu abbia visto il filmato della crociera sul fiume Li: in effetti alcuni battelli sembravano vere carrette del mare e, prima di partire (e anche durante il pranzo), noi uomini ci siamo toccati i gioielli come buon auspicio… 😀
      Comunque il paesaggio dattorno valeva mille volte il rischio corso. Spettacoli della natura così affascinanti sono una rarità.
      Visto che sei riuscita a finire Io e Agata, perché non provi a fare una piccola e sincera recensione del testo? Una volta l’hai fatta per Ossi di pollo, quindi so che ne sei capace.
      Libri non ne scriverò più, però su Amazon trovi sia il mio precedente romanzo Alla bisogna tango si balla sia Piani incrociati, una raccolta dei miei racconti più riusciti. Alcuni li ho già presentati nel blog, ma ce sono molti altri che non hai ancora letto. Col tempo e la paglia, se lo vorrai, potrai conoscere tutto il retroterra di un (ormai) vecchio amico.
      Cordiali saluti.
      Nicola

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  4. Silvia ha detto:

    Splendido viaggio! 🙂

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  5. ignazio ha detto:

    visto e rivisto…………..questa è Cultura con la -C- maiuscola. non lo dire a nessuno ma, per questo genere di -cose- vado matto…….quando sarò grande andrò a vedere di persona quei posti. un saluto
    ignazio

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    • Nicola Losito ha detto:

      Caro Ignazio,
      più che cultura la mia è piacere di condividere, con gli amici che si affacciano in questo blog, divagazioni e impressioni di viaggio. Racconto piccoli fatterelli che mi sono capitati viaggiando in paesi lontani. Tutto l’impegno sta nel cercare foto, tra le tante scattate, che descrivano al meglio quei luoghi. Una foto ben fatta vale più di mille parole.
      Spero che presto questo succeda anche a te.
      Un cordiale saluto.
      Nicola

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  6. Giusyna ha detto:

    Grazie Nicola, a te e a tutti coloro che hai accreditato. Resto sintonizzata per i prossimi appassionanti espisodi 🙂 😀

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    • Nicola Losito ha detto:

      Ho già pronti diversi nuovi “espisodi” che presenterò nelle prossime settimane. 😀
      Grazie a te per la costanza e la pazienza con cui segui le mie avventure.
      Un abbraccio, carissima Giusy.
      Nicola

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  7. Rosanna ha detto:

    Seguiamo con vero piacere i resoconti del vostro viaggio in Cina (anche perché ben documentati e raccontati con ricchezza di simpatici episodi accaduti). Filmato carino, davvero particolari le ‘colline bizzarre’. Alla prossima puntata …Un caro saluto (RaRo)

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  8. TADS ha detto:

    buongiorno vecchia volpe,
    complimentoni, un reportage di taglio professionale 😉
    il tuo libro mi allieta i pochi momenti di relax, quando avrò terminato la lettura ti dirò che ne penso, cioè, te lo dico subito che mi piace ma penso di ridirtelo in modo più dettagliato 😉

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    • Nicola Losito ha detto:

      Grazie Tads. La tua presenza qui mi gratifica. Questi reportage sono frutto della mia passione per le cose belle e per il piacere di comunicarle agli amici che dedicano un po’ del loro tempo per seguire questo blog.
      Per quanto riguarda la professionalità mi è difficile affermarlo: mi reputo un semplice artigiano della penna e un amante (poco corrisposto) della videocamera. 😀
      Quello che scrivi sulla mia ultima creatura è un sollievo per lo spirito di una vecchia volpe che non teme di diventare pelliccia per belle signore in spolvero o copricapo di gentiluomini di stampo antico.
      Nicola

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  9. ludmillarte ha detto:

    il filmato Nicola completa molto bene il tutto (c’era pure una sposaaa!). mi sono chiesta se tu, riguardandolo, hai l’impressione di esserci stato davvero visto che a volte, riguardando foto o filmati mi devo ripetere “ero davvero lì!”
    buona serata 🙂
    (ah! quanto è rilassante la musica cinese; dopo qualcuna, però, credo dovrei proprio cambiare)

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    • Nicola Losito ha detto:

      Se vuoi saperla proprio tutta, la Cina me la sto godendo solo adesso che sto rivedendo con tutta calma le foto degli amici e nel mentre sto elaborando i miei filmati al computer. Quando ero davvero in Cina, pressato alle spalle dagli altri turisti e dedito a filmare tutto ciò che era possibile, non ho avuto il tempo di gustare quasi niente.
      Non mi parlare della musica cinese! Per preparare le colonne sonore dei vari video che presento nel blog, ho scaricato e sentito più volte centinaia di canzoni cinesi antiche e moderne. Alcune sono molto belle, ma in gran parte sono delle emerite lagne… buone per addormentarsi 😀 😀
      Comunque tutte quelle che ho scelto, ti assicuro, sono le migliori che ho trovato.
      Un caro saluto.
      Nicola

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  10. mariella1953 ha detto:

    Ciao
    Sempre interessanti i tuoi racconti di viaggio!
    A me sono piaciute tantissimo le colline bizzarre ma tutto ciò che ho visto mi è piaciuto! Forte la cucinetta a fondo battello e l’immancabile insegna pizza!
    Mi faresti un piacere dicendomi il titolo della canzone che inizia con la scena degli sposi,è bellissima
    Arrivederci alle prossime puntate

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  11. Teresa ha detto:

    Grazie! guardando il tuo diario di viaggio ho trascorso piacevolmente un po’ di tempo

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  12. tachimio ha detto:

    Che spettacolo quelle colline bizzarre. Per quanto riguarda i bagagli ancora di più mi convinco del fatto che i cinesi ahimè sono poco affidabili amico mio.( Ovviamente per come la vedo io ). Un abbraccio. Isabella

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