Mercoledì 2 Settembre 2015, Arequipa.

Dopo la lunga tirata di ieri (con incidente al pulmino) che da Nazca ci ha portato a Arequipa verso mezzanotte, la nuova guida, bontà sua, ci concede di dormire fino alle otto per potere affrontare, un’ora più tardi, dopo un’abbondante colazione, la visita della città. Dalle finestre dell’Hotel a cinque stelle El Cabildo che ci ospiterà anche stanotte, abbiamo un’ottima vista dei tre grandi vulcani Pichu Pichu, Chachani, El Misti caratteristici della zona, l’ultimo dei quali è ancora attivo e incombe minaccioso sulla città:

I tre vulcani fotografati ieri sera

Vulcani Chachani e El Misti

Il Chachani a sinistra e El Misti a destra, del quale si intravede un pennacchio di fumo…

El Misti

El Misti e, sotto, la città di Arequipa

Arequipa, 1.200.000 abitanti, fu fondata nel 1540 dagli spagnoli, attratti dalla rigogliosa valle bagnata dal fiume Chili ed è conosciuta come la città bianca per il colore chiaro delle pietre vulcaniche con cui vennero costruite le prime case. Altri invece dicono che il nome deriva dal fatto che è stata fondata da uomini bianchi. Ci sono altre versioni per spiegare il nome della città, come si legge su Wikipedia: una dice che quando i sudditi dell’Inca Mayta Cápac, meravigliati dalla bellezza della valle del Chili, gli chiesero il permesso di fermarsi per costruire lì una città, egli rispose in lingua quechua Ari qhipay, cioè sì, fermatevi qui. Un’altra versione fa risalire il nome della città a una parola nella lingua aymara degli indigeni: ari qquepan, una conchiglia marina utilizzata come tromba bellica per suonare la carica delle truppe.

Arequipa è una città ricca, perché, oltre all’agricoltura con le sue coltivazioni intensive di frutta, legumi, cotone, nelle vicine montagne ci sono grandi giacimenti di argento, oro e rame. Comunque, come succede in molte parti del mondo, la ricchezza non è mai distribuita equamente, perciò le periferie raccolgono la parte della popolazione più povera. Il traffico in città è caotico e presto l’inquinamento raggiungerà i livelli critici di Lima. Arequipa è ricca anche di costruzioni di pregio in parte risalenti all’occupazione spagnola, di belle chiese barocche, di monasteri e di viste panoramiche da mozzafiato. Una di queste è il cosiddetto Belvedere di Carmen Alto che è la prima tappa del nostro giro turistico odierno in città: qui abbiamo potuto ammirare la bellezza e rigogliosità della Valle del fiume Chili, sovrastata dal vulcano El Misti:

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El Misti nella nebbia mattutina…

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Alcuni prodotti della Valle del Chili

La seconda tappa, che raggiungiamo in pulmino, è il quartiere Yanahuara con la bella Chiesa di San Giovanni Battista, una scenografica piazzetta e una vista panoramica della città vecchia:

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Chiesa di San Giovanni Battista

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Sembra impossibile, ma c’è anche chi dorme davanti alla propria mercanzia…

A piedi poi abbiamo raggiunto l’antica Chiesa della Compagnia di Gesù (1600-1660) con a sinistra dell’altare la Cappella di Sant’Ignazio e, subito adiacente uno splendido Chiostro. La facciata della chiesa è un notevole esempio di barocco meticcio arequipegno, mentre la cappella è soprannominata Cappella Sistina per i suoi affreschi ispirati alla flora e alla fauna amazzonica che ricoprono sia le pareti che la cupola. Nel chiostro, oggi, ci sono negozi di souvenir, mostre di pittura e quant’altro.

Chiesa della Compagnia di Gesù

Cappella di Sant'Ignazio

Chiostro Chiesa Gesuiti

Chiostro

L’altra visita importante della mattinata è il Monastero di Santa Catalina. Si tratta di un’estesa costruzione (oltre 20.000 mq.) abitata da suore di clausura domenicane che ora vivono solo in una parte del monastero in stanze più moderne e confortevoli. Quello che visitiamo è la parte antica, non più abitata dalle religiose. Si parte dalle abitazioni delle novizie fino ad arrivare a quelle delle suore che avevano preso i voti perpetui. Della parte più antica abbiamo visto le cucine, il lavatoio, i giardini e i chiostri. Nel monastero, che per certi versi sembra una città in miniatura, colpiscono i colori vivi (il rosso e il blu) delle pareti esterne delle varie abitazioni che segnalano ai visitatori quali sono le zone riservate alle novizie e quali quelle destinate alle suore di clausura.

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Agli albori dell’ordine monastico, molte novizie erano le seconde figlie femmine di famiglie spagnole molto ricche che entravano giovanissime in convento portando con sé fino a quattro serve in pro del fatto che i genitori facevano sostanziose offerte in denaro o dono di possedimenti al monastero. Dunque le (sfortunate) giovinette conducevano una vita ritirata ma senza privarsi del lusso a cui erano abituate: questo finché il Papa non intervenne duramente per cancellare ogni privilegio e permettere l’ingresso in convento anche di donne davvero interessate a una vita di preghiere e di rinunce. Architettonicamente il monastero non ha un grande pregio, però è interessante visitarlo per i numerosi disimpegni (giardini e chiostri) dove sostare in religioso raccoglimento, per il sapiente uso dei colori, per le strette e fiorite strade di collegamento e per i tanti archi di sostegno fra le casupole. Un’attenta manutenzione, infine, ha reso questo convento un luogo molto gradito ai visitatori, un must dove sbizzarrirsi a fare un’infinità di foto e filmati.

Terminata questa visita, la guida ci abbandona in Plaza de Armas, (tutte le città e i paesi in Perù, hanno questo tipo di piazzale) lasciandoci liberi di esplorare Arequipa a nostro piacimento, ma prima ci dà appuntamento per le sette di domani per intraprendere il nuovo trasferimento che ci porterà alla città di Puno.

La piazza è circondata da ariosi portici, ha al centro un bel giardino e su un lato c’è la Cattedrale che, purtroppo, è chiusa per restauro.

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Cattedrale

Non vi ingannino le foto, alcune le ho scaricate da Internet perché la piazza è circondata da strade con un traffico di automobili e bus così caotico che è impossibile riprenderla come si vorrebbe.

E’ ora di pranzo e perciò ci fermiamo a mangiare un boccone in una trattoria dai prezzi modici ma con un menù poco fantasioso in cui il pollo è piatto forte: per quanto mi riguarda passeranno parecchi giorni prima che io trovi qualcosa di veramente sfizioso da gustare in Perù. Ma io sul cibo non sono un grande intenditore…

Dopo mangiato ci rimettiamo in moto e girovagando per il centro diamo un’occhiata ai negozi e alle persone. La gente in gran parte veste all’occidentale. Sono pochi coloro che hanno abiti tradizionali e folcloristici: questo forse perché è un giorno feriale e molti sono al lavoro:

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L’ultima visita della giornata è al Museo Andino Santury, non lontano dalla Plaza de Armas. Lì vediamo, oltre a vari oggetti preziosi e stoffe di epoca inca, la mummia di una bambina sacrificata alle divinità circa 550 anni fa con un preciso rituale: si tratta della famosa Juanita, la principessa dei ghiacci, ora conservata in una teca climatizzata:

Juanita, regina dei ghiacci_1

La mummia di questa bambina di 12 o 14 anni fu scoperta nel 1995, dopo un grosso terremoto, alla base del Monte Ampato, un monte sacro durante il regno degli Inca, dall’antropologo Johan Reinhard che poi scrisse su di lei un libro dove racconta come Juanita fu trovata e come venne sacrificata. La bambina,  accompagnata a Cusco da un gruppo di persone importanti della regione, venne presentata all’Inca Pachacútec in modo che lui le trasmettesse la sua divinità. Qui venne uccisa secondo il rito Capaccocha dai sacerdoti inca: dopo essere stata addormentata, un colpo mortale all’arco sopraccigliare destro avrebbe portato la fanciulla in contatto con gli dei della montagna in un viaggio senza ritorno verso la divinità.

La scienza moderna, con lo studio del DNA di Juanita, è riuscita a carpire molte informazioni sullo stato di salute (malattie, batteri, eccetera) della popolazione inca vissuta qualche anno prima dell’arrivo degli spagnoli in Perù.

Siccome non era possibile fotografare la mummia, ho fatto ricerche in Rete e dopo un sacco di tentativi a vuoto (le foto che la ritraggono sono state quasi tutte oscurate o cancellate) sono riuscito a trovarne tre decisamente valide e che sottopongo alla vostra attenzione, sperando che non vengano oscurate anche queste. Nel post ho inserito la più riuscita, le altre due, altrettanto interessanti, le ho messe nel filmato allegato che potete vedere cliccando con il mouse nella foto qui sotto:

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Si conclude così la nostra unica giornata a Arequipa. Domani si riparte per Puno…

Alla prossima.

Nicola

Crediti: alcune foto le ho scaricate da Internet, tutte le altre sono originali e sono state scattate dai soliti amici che erano con me in Perù: Sergio, Barbara, Giorgio e Chicca. Mio è il video e l’elaborazione al computer. Le notizie storiche e alcune informazioni di carattere generale le ho ricavate da articoli scovati in Rete e spulciando Wikipedia.

commenti
  1. stravagaria ha detto:

    Caro Nicola, in questa tappa vince a mani basse il Monastero, forse anche in virtù del fatto che mi attira di più la tranquillità e il silenzio del caos, sia pur colorato dei mercati cittadini. Oggi va così 🙂 buona giornata!

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    • Nicola Losito ha detto:

      Non posso certo darti torto: l’atmosfera che si respirava nel Monastero era deliziosa, non c’era la folla che spinge per proseguire e la guida che ci ha accompagnato era molto cortese e simpatica. Alcuni angoli della grande struttura erano così accoglienti e silenziosi che quasi quasi facevano venire la voglia di prendere i voti monastici… 😉 😀
      Un caro saluto.
      Nicola

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  2. tramedipensieri ha detto:

    Concordo con stravagaria, i monastero è fantastico e l’immagine del pozzo è quella che preferisco 🙂
    Impressionante invece è la città di Arequipa….insignificante, quasi, sotto la maestosità dei vulcani.

    Bei luoghi comunque che mi piacerebbe davvero visitare molto più del Giappone …

    ciao
    .marta

    PS: Il video è molto bello, grazie!

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    • Nicola Losito ha detto:

      Ciao .marta! Parlando con la guida locale ci ha detto che in Perù la gente convive con il terremoto: ogni giorno ne arrivano tre o quattro di piccola intensità. Dunque avere incombente il vulcano El Misti, ancora attivo, alla gente di Arequipa non fa né caldo né freddo… Non so se dalle foto si capisce, ma il vulcano è proprio lì a due passi e molte case sono costruite sul suo pendio. La città è davvero bella ma piuttosto caotica: sarebbe valso rimanere lì diversi giorni, ma il programma di viaggio non ce l’ha permesso.
      Grazie per avere guardato anche il filmato. A mio parere completa e approfondisce il post. Peccato che lo guardano in pochi.
      Un abbraccio e a presto.
      Nicola

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  3. Beppe ha detto:

    Ma le foto le hai fatte tu?

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    • Nicola Losito ha detto:

      Ciao carissimo Beppe!
      Le foto che corredano il post, a parte alcune viste aeree che ho scaricato da Internet, sono state scattate dagli amici che erano con me in Perù, da Chicca e alcune (poche) da me. Di mio originale ci sono i vari filmati allegati ad ogni post.
      Spero che tu, grande amatore di video-registrazioni e di elaborazioni di filmati al computer, li abbia guardati e fatti vedere a Ada.
      Un saluto cordiale e fatti vivo!
      Nicola

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  4. primaepoi ha detto:

    Mamma mia. che impressione fa quella mummia!! Confermo l’idea di grande fascino per questo Paese che andrebbe di sicuro visitato. Intanto viaggiamo insieme ai tuoi post Nicola 🙂 grazie

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    • Nicola Losito ha detto:

      Ciao Lucia,
      anch’io sono rimasto parecchio impressionato guardando la piccola mummia attraverso una teca refrigerata e con scarsissima luce attorno per assicurarle la conservazione. Non era possibile fotografarla, così ho dovuto fare parecchie ricerche in Rete per trovare delle foto accettabili. Ma, a parte questo, in Perù le cose belle da ricordare sono infinite e nel nostro breve viaggio ne abbiamo tralasciate tante. In una prossima vita cercherò di prolungare il viaggio… 😀
      Un caro saluto.
      Nicola

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  5. sissa ha detto:

    Ciao Nicola. Grazie. Non ho tempo stasera di vedere tutto il filmato. Molto interessante tutto il reportage molto belle le foto, Devo proprio trovare il modo di riprendermi l’esistenza! Non sono mica solo i raga a rubare il mio tempo… E poi ci si mette anche il PC: nuovo e lentissimo. Ora sto usando quello del figliolo ma mi sa che riuscirai a sentire gli urli quando se ne accorge… mentre il mio rallentato dalle scemenze che scaricano loro, i raga, deve essere a disposizione di tutti… ne ho le scatole piene di ‘sto sistema! Comunque: prima o poi mi ripiglio. Scusa la defezione relativa al filmato. Mi rifarò non appena mi sistemano il PC.
    Ciao, Saluta la signora.
    S

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    • Nicola Losito ha detto:

      Cara Sissa,
      credo proprio che sia arrivato il momento di condurre una rivoluzione in famiglia per fare sentire la tua voce! 😀
      I tuoi figlioli ormai sono grandi e devono arrangiarsi un po’ da soli, solo così puoi ricavare del tempo per te…
      Quanto alla lentezza del tuo pc, credo dipenda dal fatto che se siete in quattro a usare il wireless la linea domestica è sovraccarica e questo non ti permette di navigare veloce in Internet.
      L’unica è usare il pc quando i tuoi raga sono a scuola e la linea è più libera.
      Questo weekend andremo a Modena da mia figlia e torneremo domenica sera, sempre che il tempo non peggiori.
      Prima o poi troveremo il tempo di fare quattro chiacchiere de visu.
      Un cordiale saluto.
      Nicola

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  6. mariella1953 ha detto:

    leggo sempre con interesse le tappe di questo fantastico viaggio!
    buona serata!

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  7. ventisqueras ha detto:

    sono rimasta letteralmente affascinata dai colori, quei rossi carminio cupi accostati al rosso vivace dei gerani, una favola! ma la mia attenzione stata letteralmente assorbita dalla bellissima mummia perfettamente conservata, quante cose si imparano da questi reperti! credo benché le tue spiegazioni siano state molto esaurienti vorrò saperne di più.Mi piacerebbe conoscere il motivo per cui oscurano le sue foto…mah capisco il non fotografarle in teca…ma il resto
    Grazie Nicola una giornata spesa benissimo non mi ero fermata nella città perciò questa tappa l’ho particolarmente gradita
    una lieta sera per te

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    • Nicola Losito ha detto:

      L’oscuramento quasi totale in Rete della mummia Juanita credo sia dovuta a ragioni prettamente commerciali. Il museo che ospita questa rarità è piccolo e si mantiene con i proventi dei visite dei turisti. Troppe foto in Rete della mummia potrebbero diminuire l’interesse della gente per una visita a pagamento nel museo.
      Arequipa è davvero una città interessante solo di pochissimo al disotto di Cusco e meriterebbe un soggiorno più prolungato. Entrambe queste due città sono una mecca per i fotografi dilettanti e professionisti.
      Un cordiale saluto e a presto.
      Nicola

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  8. narrabondo ha detto:

    Sono stato anche io a settembre qui, magari ci siamo incrociati.
    Chissà 🙂

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  9. quarchedundepegi ha detto:

    Finalmente sono riuscito a leggere tutto il tuo lungo e bellissimo reportage. Ho apprezzato anche le fotografie e ho pensato che sarebbe bello poterci andare.
    Credo che sarà impossibile… ho però goduto i colori.
    Grazie.
    Buon pomeriggio.
    Quarc

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  10. passoinindia ha detto:

    Che bello il mondo eh! Mi ha colpito particolarmente la bellezza della chiesa di st. Ignazio e la principessa dei ghiacci. Ovviamente attraverso il tuo bel racconto.

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  11. tachimio ha detto:

    Mi ha colpito tantissimo il monastero di Santa Catalina. I colori così vivi e forti sono splendidi. Potevi portarmi qualche regalino preso al volo su quella bancarella, la cui padrona, sembrava sonnecchiare. Dico sembrava perchè magari, se prendevi qualcosa, ti bacchettava, chissà. Bei posti mio caro. Grazie per farmi sognare. Adesso vado a dormire con queste belle immagini davanti. Ciao. Nicola. isabella

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    • Nicola Losito ha detto:

      Ahahah, non era una donna ma un uomo che dormiva davanti alla sua bancarella! Le donne sono sempre più attente e vigili. 😀
      Bei posti davvero e ce sono ancora tanti da vedere nelle altre tappe!
      Un cordiale saluto.
      Nicola

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      • tachimio ha detto:

        Allora invece delle bacchettate avresti potuto essere ripreso con più energia., magari con uno strattone chi lo sa, oppure solo a male parole. Chi conosce come reagiscono i peruviani se si trovano davanti qualche truffaldino. Ma qui non si tratta del tuo caso, nobile Nicola. Ridiamo un pò, và,io sono intontita dal raffreddore e me ne vado nuovamente a letto. Ciao carissimo. Alla prossima. Isabella

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  12. Finalmente, posso riprendere a leggere i tuoi resoconti che come sempre portano a viaggiare al tuo fianco.

    Immagini fantastiche, caro Nicola.

    Grazie per le emozioni che mi fai vivere.

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